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Quanto inquina un’auto a GPL? Molto meno rispetto ad altri carburanti

Le automobili a GPL sono decisamente meno inquinanti di quelle alimentate a carburanti fossili tradizionali, ma nello specifico quanto emettono in atmosfera? Ecco la risposta.
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Sara Polotti 23 Dicembre 2023

Il GPL, acronimo di Gas di Petrolio Liquefatto, è una miscela di idrocarburi gassosi, principalmente composti da propano e butano, che sono sottoposti a processo di liquefazione per renderli facilmente trasportabili e stoccabili. È un combustibile alternativo utilizzato in vari settori, tra cui il riscaldamento domestico, il settore automobilistico e l'industria.

Le automobili a GPL sono quindi un'alternativa alle macchine alimentate a benzina e diesel. Ma perché sono più appetibili dal punto di vista ecologico? In generale, perché producono meno CO2 rispetto agli altri carburanti. Ma non è il solo motivo.

Anche se ogni vettura emette agenti inquinanti in quantità differenti (e a dichiarare i dati specifici è sempre la casa madre), di base le emissioni in generale sono contenute.

Le auto a GPL sono tra le meno inquinanti

"Un confronto tra veicoli Euro 6 di media cilindrata mostra come le auto a GPL siano caratterizzate da fattori emissivi di ossidi di azoto, particolato atmosferico e anidride carbonica sensibilmente inferiori rispetto a quelli relativi ad auto alimentate con carburanti tradizionali", dicono da Ansa riportando i dati emergenti dall'aggiornamento dell'Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera realizzato da ISPRA, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

Nello specifico, si parla del 55% in meno di emissioni di ossidi di azoto (NOx) rispetto alle automobili alimentate a benzina, che sale al 96% se parliamo di veicoli diesel.

Meno particolato

Anche per quanto riguarda il particolato i dati sono positivi, se messi a confronto con le automobili a benzina o a diesel.

Il particolato è quella varietà di sostanze – tra cui polveri, polveri sottili, aerosol e altre particelle di dimensioni variabili – che derivano da diverse fonti come l'attività industriale, il traffico veicolare, le attività agricole e naturali (come gli incendi forestali e le eruzioni vulcaniche). Queste particelle possono essere classificate in base alle loro dimensioni. Le particelle più sottili, chiamate PM2.5 (il particolato con un diametro inferiore a 2,5 micrometri), sono particolarmente preoccupanti perché possono penetrare profondamente nei polmoni e persino entrare nel flusso sanguigno, causando problemi respiratori e impatti sulla salute cardiovascolare.

Le emissioni di particolato PM2.5 delle automobili a GPL sono inferiori dell'8% rispetto alla benzina e dell'11% se confrontate con il diesel.

L'anidride carbonica

Infine, per quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica, pericolose per il pianeta e la salute principalmente a causa del loro ruolo nell'accentuare l'effetto serra e contribuire al riscaldamento globale, le automobili alimentate a GPL ne registrano il 14% in meno circa rispetto alle macchine a benzina.

Fonti: Ansa