Albert Einstein test QI

Quoziente intellettivo, Newton ed Einstein hanno davvero ottenuto un punteggio alto nel test per misurare il QI?

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Si dice che Albert Einstein abbia un punteggio di 160 nei test per misurare il QI e che, per essere un “genio” bisognerebbe totalizzare almeno 130. Ma la verità è che i grandi scienziati che conosciamo non si sono mai sottoposti a test simili.
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Evelyn Novello 28 Giugno 2023

Avrai già sentito parlare del test per misurare il QI, ovvero, il quoziente intellettivo di una persona. Si tratta di test standardizzati accomunati dallo stesso procedimento: una serie di domande alle quali devi rispondere in un certo lasso di tempo, il risultato sarà un valore numerico che indicherà la tua intelligenza. Si dice che grandi geni del nostro passato come Leonardo Da Vinci, Isaac Newton e Albert Einstein abbiano ottenuto punteggi clamorosi in questi test. Ma si sono davvero sottoposti a queste misurazioni? La risposta è no.

Nessuno dei personaggi sopracitati ha mai svolto un test QI e le stime numeriche che circolano riguardo alla loro intelligenza sono inventate, così come sono oggetto di deduzioni le affermazioni per cui una persona intelligente debba ottenere sicuramente un punteggio molto alto nei test. I limiti dei test per misurare il QI sono noti, a partire dal fatto che il risultato sia calcolato confrontando le prestazioni individuali con quelle di una popolazione di riferimento, la cui media è fissata a 100. Chi ottiene un punteggio inferiore a 70 è reputato scarsamente intelligente, chi ha un punteggio superiore a 130 è, invece, indice di genialità. Tornando ai grandi scienziati che hanno fatto la storia, le ipotesi che circolano sono legate probabilmente ai loro risultati scolastici.

Stephen Hawking disse di non avere idea di quale fosse il suo QI e non apprezzava persone che si vantano del proprio. Einstein, per cui si ipotizza un QI di 160, fu bocciato all’esame di ammissione al Politecnico di Zurigo la prima volta in cui lo sostenne, a 16 anni, nel 1895. Oltre, quindi, alla falsità dei loro punteggi, bisogna considerare il fatto che qualunque risultato del test del QI può variare con la pratica, come tutti i test di valutazione scolastica. Un'altra variabile è il test effettuato: i punteggi per una stessa persona possono differire a seconda del test utilizzato e del momento in cui viene svolto.

Dall'insieme di questi fattori si può facilmente intuire come non sia un numero a valutare la complessità del cervello umano, né tantomeno un numero ipotizzato.