Re Carlo d’Inghilterra dovrà essere ricoverato e sottoposto a un piccolo intervento chirurgico. Colpa di un ingrossamento della prostata, per il quale sarà quindi costretto a rinviare tutti gli impegni istituzionali già presi.
Le sue condizioni non sono gravi, ha fatto sapere Buckingham Palace, ma una volta uscito dall’ospedale Carlo dovrà rispettare qualche giorno di riposo: ordine del medico.
L’annuncio è arrivato qualche ora dopo quello che Kate, la principessa del Galles, era stata sottoposta a un intervento chirurgico addominale e che sarebbe rimasta ricoverata per altri 14 giorni.
“Le condizioni di Sua Maestà sono benigne e sarà ricoverato in ospedale la prossima settimana per una procedura correttiva” si legge in una nota ufficiale, anche se ancora non è chiaro a quale tipo di procedura verrà sottoposto.
La patologia che ha colpito re Carlo, oggi 75 anni, è la cosiddetta ipertrofia prostatica benigna (o iperplasia prostatica benigna). Caratterizza circa il 5-10% degli uomini dopo i 40 anni, arrivando oltre l’80% dopo i 70 anche se solo nella metà dei pazienti si manifesta con una sintomatologia chiara e specifica.
Di natura benigna e spesso legata all’invecchiamento, l’ipertrofia prostatica benigna provoca un ingrossamento della prostata al punto da comprimere il canale uretrale causandone una parziale ostruzione. Ciò chiaramente interferisce con la capacità di urinare.
Capisci che, se trascurata o scoperta solo in stadio già avanzato, questa malattia può arrivare a causare una fortissima ritenzione urinaria unita all’impossibilità di svuotare la vescica.
L’ingrossamento che blocca il sistema urinario va quindi rimosso. Nel 70% dei casi funziona l’approccio farmacologico anche se, come ricorda Humanitas, possono insorgere effetti collaterali come l’eiaculazione retrograda per la quale lo sperma non viene eiaculato all’esterno ma immesso in vescica), riduzione eccessiva della pressione arteriosa e un calo del desiderio sessuale.
C’è però una fetta di popolazione discretamente ampia che sfortunatamente non risponde alle terapie e perciò deve essere sottoposta a un intervento chirurgico. Lo stesso destino tocca anche a chi è colpito da un ingrossamento troppo grande per l’azione di farmaci.
In questi casi si può ricorrere, per esempio, a tecniche endoscopiche di resezione della prostata (o TURP), in cui accedendo per via trans-uretrale, e si procede alla rimozione della parte centrale della ghiandola (anedoma) responsabile dell'ostruzione e dei sintomi.
Questo tipo di approccio è decisamente meno invasivo rispetto alla chirurgia tradizionale e non prevede incisioni sul paziente.
Ci sono poi altri due trattamenti estremamente moderni per l’ipertrofia prostatica benigna. Uno è la vaporizzazione della prostata, che richiede un giorno di degenza in ospedale e prevede il rilascio di energia termica sotto forma di vapore acqueo sterile a temperature altissime direttamente sul tessuto prostatico in modo da distruggere l’ostacolo allo svuotamento della vescica.
La vaporizzazione avviene attraverso un’iniezione fatta per via endoscopica con un ago e ogni puntura dura pochissimi secondi.
Altrimenti, si può ricorrere a un altro trattamento, minimamente invasivo, non doloroso e ben tollerato chiamato HOLEP. In questi casi, dopo l’anestesia spinale, uno strumento con una fibra ottica e fibra laser ad Olmio viene fatto risalire fino alla prostata attraverso l'uretra.
Con la fibra laser si procede all'enucleazione dell'adenoma, che viene ridotto in frammenti e spinto verso l'esterno con lo stesso strumento.
La scelta del tipo del trattamento dipende dal volume della prostata e dell’ostruzione. Secondo gli esperti, il re Carlo verrà molto probabilmente sottoposto all'intervento di vaporizzazione con laser.