Sono stati fatti diversi tentativi, in svariati centri di ricerca e per molti anni. All'Università di Cambridge ci sono riusciti: hanno creato un mini-cervello umano in provetta. Per la precisione si tratta di un organoide cerebrale, cioè una riproduzione in miniatura di un organo del corpo. Ma l'evento che ha entusiasmato gli autori dell'esperimento è stata la reazione che ha avuto questo ammasso di cellule nate in laboratorio di fronte al midollo spinale e al tessuto muscolare di un topo: ha creato dei collegamenti, in modo autonomo.
Il team di ricerca ha utilizzato alcune cellule staminali umane e le ha immerse in un liquido ricco di sostanze nutritive che ha permesso loro di replicarsi e andare a costituire un organo vero e proprio. O meglio, un modellino, della grandezza di quello che potrebbe appartenere a un feto di circa 12 settimane. Ma con tutte le particelle che appartengono alla sua parte più evoluta: la corteccia. Le riproduzioni ottenute fino a questo momento non comprendevano infatti gli oligodendrociti, cellule addette alla produzione della mielina. Questa sostanza avvolge le connessioni delle cellule nervose e permette loro di comunicare in modo efficiente. Per farti capire meglio il ruolo della mielina, quando questa non riesce a lavorare in modo corretto può anche provocare una malattia neurologica come la sclerosi multipla.
Insomma, questo organoide completo è stato posto accanto a un segmento di midollo spinale e tessuto muscolare di un topo ed è stato in grado di inviare loro dei segnali per stabilire una connessione. In pratica, si potrebbe dire che si è connesso a loro e ne ha assunto il controllo. I muscoli infatti hanno iniziato a contrarsi sotto lo stimolo degli impulsi elettrici, in modo simile a quanto i motoneuroni fanno effettivamente nel tuo cervello. L'esatta riproduzione di un sistema nervoso centrale appare un traguardo sempre più vicino da raggiungere.
Avere la possibilità di studiare un vero cervello in laboratorio consentirebbe di migliorare la ricerca riguardo le malattie neurologiche, come l'epilessia o la schizofrenia, ma anche studiarne la degenerazione che può portare a sviluppare una demenza e capire come prevenirla. Insomma, potrebbe apparire un po' inquietante l'idea di un organo celebrare ricostruito, in grado di muovere dei muscoli veri, però pensa anche quante nuove cure e terapie potrebbero essere trovate grazie a lui.
Fonte| "Cerebral organoids at the air–liquid interface generate diverse nerve tracts with functional output" pubblicato su Nature Neuroscience il 18 marzo 2019