La RX studio dell’età ossea è un esame impiegato per valutare la corretta crescita fisica dei bambini.
Attraverso una radiografia del polso e della mano sinistra in proiezione antero-posteriore misura dunque la maturità scheletrica di un individuo, cioè la quantità di sviluppo osseo raggiunta rispetto all’età anagrafica.
Fai attenzione a non confondere quest’ultima con l’età biologica: l’età anagrafica è quel numero che indica il numero di anni effettivamente raggiunti da una persona, l’età biologica invece quantifica sostanzialmente il grado di invecchiamento delle funzioni del corpo.
Quest’indagine di solito viene prescritta quando c’è il sospetto che un bambino presenti un ritardo nel proprio sviluppo oppure nel caso opposto, quando la sua crescita appare anticipata rispetto a quella dei coetanei.
Ritardi o crescita anticipata che possono essere legati a malassorbimenti di sostanze nutritive a livello intestinale, malattie metaboliche o endocrine e anche alcune forme di allergia.
La RX studio dell’età ossea è un esame indolore e non invasivo che viene effettuato attraverso la radiografia della mano e del polso sinistro.
Se te lo stai chiedendo, sappi che la scelta del lato mancino è totalmente convenzionale e non ha nulla a che vedere con la tendenza del paziente a preferire la mano sinistro sulla destra o viceversa.
La procedura per effettuare l’esame è molto semplice: il bambino viene prima vestito con il camice protettivo in modo da ripararlo dai potenziali effetti avversi delle radiazioni per poi essere posizionato davanti alla macchina di raggi X. Tempo 10 minuti e l’esame è concluso.
Ci sono diversi metodi per determinazione l’età ossea e quasi tutti sfruttano si basano sugli stessi indicatori di maturità, cioè i segmenti ossei del radio, dell’ulna, del carpo, dei metacarpi e delle falangi.
Tra i più diffusi c’è il cosiddetto metodo di Greulich e Pyle, che prevede il confronto tra la radiografia del polso e della mano sinistra con l’immagine standard di un individuo dello stesso genere e della stessa età. A quel punto segue la valutazione di ciascun segmento osseo in sequenza ordinata, a ciascuno dei quali viene assegnata l’età ossea corrispondente, sulla base delle indicazioni fornite dalla letteratura scientifica.
Si tratta tuttavia di una metodica non sempre efficiente specialmente per il fatto che prevede dei tempi di valutazione piuttosto lunghi. A perderne, in questi senso, è dunque l’attendibilità clinica.
Un altro metodo efficace per la valutazione dell’eta ossea, sebbene un po’ più complesso, è il cosiddetto metodo Tanner e Whithouse che prevede invece il confronto delle immagini di singoli segmenti ossei e non più dell’intera mano o dell’intero polso.
Anche in questo caso si ricorre a un punteggio numerico che, tuttavia, viene assegnato a 20 segmenti ossei scelti tra i nuclei di ossificazione delle epifisi distali di radio e ulna, delle ossa metacarpali e delle falangi.
Una volta ottenuta, la somma dei punteggi di ciascun segmento va poi individuata e confrontata con una tabella riassuntiva finale: in questo modo si avrà l’età ossea della perdono in questione.
Che cosa può contribuire ad alterare l’età ossea di una persona e, più in particolare, di un bambino? Come ti ho anticipato prima, le ragioni principali sono fondamentalmente due: un ritardo nella crescita oppure il suo opposto, quindi un’età ossea che arriva in anticipo rispetto all’età anagrafica.
Quando parlo di un ritardo nel processo di sviluppo mi riferisco a quei casi di bambini la cui struttura scheletrica cresce e prende forma in maniera più lenta rispetto ai propri coetanei. Bambini che soffrono di queste condizione, per esempio, appaiono più bassi e meno sviluppati rispetto ai coetanei oppure meno sviluppati.
Da cosa dipende un ritardo dell’età ossea? Oltre al malassorbimento di sostanze nutritive necessarie per la crescita e lo sviluppo come carboidrati, grassi, vitamine possono esserci in gioco anche delle malattie a carico del sistema endocrino o di quello metabolico oppure anche alcuni specifici fattori genetici.
Anomalie nello sviluppo e quindi ritardi (o anticipi) dell’età ossea possono essere trattati prima di tutto a tavola, attraverso cioè regimi alimentari più equilibrati e personalizzati sulle esigenze di crescita di un bambino.
Se però la causa è da ricollegare a condizioni mediche o patologie, il trattamento sarà ovviamente diverso e verrà deciso dal medico, che prescriverà quindi la terapia più adatta a migliorare anche il difetto di crescita.
Fonte | Gvmnet