Il vaccino contro il Covid sta per arrivare. Stiamo aspettando l'autorizzazione per la messa in commercio e poi, probabilmente già a fine gennaio, dovrebbe partire la vaccinazione di massa: l'ha assicurato anche il Commissario speciale per l’emergenza Domenico Arcuri. Ma sarà un liberi tutti? Che tradotto significa: una volta ricevuto il vaccino, saresti comunque in grado di infettarti e quindi di contagiare un’altra persona che invece non si è vaccinata? È uno dei dubbi su cui sono intervenuti Ilaria Capua, direttrice dell'One Health Center of Excellence dell’Università della Florida e il virologo Roberto Burioni.
Intervenuta in collegamento dagli Usa alla trasmissione “DiMartedì” su La7, Ilaria Capua ha spiegato che una persona vaccinata non potrebbe andare in giro come se fosse sicuro al 100%. “Chi si vaccina contro il coronavirus non si ammala – ha spiegato – ma si può infettare lo stesso e trasmettere la malattia se non porta la mascherina”. Secondo Ilaria Capua l’efficacia del vaccino va intesa in riferimento al Covid-19, quindi alla malattia e non all’infezione.
L’Oms, in un approfondimento sul funzionamento dei vaccini specifica che molti hanno “principalmente lo scopo di prevenire le malattie e non necessariamente proteggono dalle infezioni” e che “alcuni vaccini proteggono anche dalle infezioni”. E cita gli esempi del vaccino contro l'epatite A, che ha dimostrato di essere efficace sia contro le malattie sintomatiche che le infezioni asintomatiche e anche di quello contro il papillomavirus umano (HPV). Questo tipo di "doppia" protezione è la cosiddetta "immunità sterile”.
Nel suo intervento Capua ha specificato che esisterebbero “pochissimi vaccini che danno l’immunità sterile. Nel mondo reale, se io sono vaccinato, ho una barriera che mi protegge dall’effetto nocivo del virus, ovvero dalla malattia”. Per questo Capua ha spiegato che quando arriverà il vaccino non “saremo liberi tutti”, e che servirà un’organizzazione molto precisa ed “eventualmente anche un piano B e un piano C”. Il vaccino, ha concluso Ilaria Capua, “non è la panacea, è uno degli strumenti che ci accompagneranno al di là della pandemia”.
Sulla questione è intervenuto anche il virologo Roberto Burioni. In un tweet ha spiegato: “Gira la notizia che (in generale) i vaccinati sono protetti ma possono trasmettere la malattia. Questo non è vero”. Secondo il virologo molti vaccini si sono già dimostrati efficaci contro malattie pericolose: “Per morbillo, rosolia, parotite o varicella – e qui mi fermo ma la lista è lunga – chi è vaccinato non può essere infettato e non può trasmettere la malattia”, ha scritto.
Dopo il caos mediatico che ne è conseguito, Burioni ha specificato poi che tra lui e la virologa Capua non c’è alcuno scontro. “Io dico che in generale i vaccini impediscono malattia e infettività, il che è vero. Ilaria Capua dice che un vaccino potrebbe proteggere dalla malattia ma lasciare il paziente infettivo, il che è vero. Mi spiegate dove è «lo scontro» tra noi due?” ha twittato successivamente per provare a chiudere la polemica e mettere ordine. La linea che divide la posizioni di Capua e Burioni starebbe in quel “in generale” utilizzato da Burioni che lascerebbe dunque spazio alla possibilità che il vaccino contro il Covid-19 possa bloccare la malattia ma non l’infezione.
In un articolo sul proprio sito, lo stesso Burioni ha comunque dato una "risposta" alla questione, specificato che per i vaccini contro il Covid che sono sotto sperimentazione non sappiamo ancora se proteggono anche dall’infezione. “Lo sapremo in pochi mesi – se i vaccini verranno autorizzati – osservando i vaccinati” ha specificato Burioni. Di fatto, quindi, al momento sarebbe impossibile saperlo con certezza perché manca una letteratura scientifica: dunque, serve tempo.
Fonte | Oms