Le case automobilistiche mentirebbero dimezzando le emissioni di CO2, secondo uno studio

Il settore delle auto non dice la verità sulle emissioni di carbonio prodotte. Secondo le stime di un recente report, le case automobilistiche falsificherebbero del 50% l’impronta di carbonio.
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Francesco Castagna 3 Ottobre 2022

Le case automobilistiche mondiali mentono sulle emissioni delle auto. Questo è quanto riportato dall'ultimo rapporto di Transport & Environment (T&E), che mostra come le emissioni siano in media il 50% più alte di quanto dichiarato.

A far la differenza sarebbero quelle che in linguaggio tecnico vengono chiamate emissioni Scope 3, ovvero tutte le emissioni indirette che si verificano nella catena di produzione e includono le emissioni sia a monte che a valle del processo.

Il settore dei trasporti in Europa è uno dei più grandi responsabili del riscaldamento climatico. Si tratta di un problema che l'Unione Europea deve impegnarsi a risolvere, poiché rappresenta il 27% delle emissioni di gas serra.

Quello dei trasporti è forse l'unico dei settori più grandi che dal 1990 in poi ha registrato un aumento significativo dei gas inquinanti. Per mantenere fede agli impegni presi negli accordi di Parigi, l'Europa non dovrà solamente rispettare il pacchetto di misure previste nel fit for 55, ma dovrà ripensare tutto il sistema della mobilità.

Transport & Environment (T&E) sostiene che società come Hyundai-Kia e BMW non dichiarano le emissioni rispettivamente del 115% e dell'80%. Dal 2023 le case automobilistiche saranno obbligate a dichiarare le emissioni di carbonio previste nello scope 3 e secondo Transport & Environment si aprirà un vero e proprio vaso di pandora, in cui usciranno nelle dichiarazioni impronte di carbonio altissime.

Sostanzialmente le case automobilistiche avrebbero usato finora dei valori non corretti, basandosi esclusivamente su sulle dimensioni medie dei veicoli, il luogo in cui vengono guidati e la durata di vita dei veicoli.

Ma c'è di più, perché Transport & Environment segnala anche che "Ai prezzi odierni, un milione di euro investito in una media dei giganti petroliferi Exxon Mobil, BP e Shell finanzia circa 5.000 tonnellate di CO2 equivalente (CO2e). Lo stesso importo finanzia più di 4.500 tCO2e nel settore automobilistico[3]. In alcuni casi l'intensità di carbonio delle case automobilistiche è significativamente più alta: quasi 10.000 tonnellate se si investe in Renault-Nissan-Mitsubishi e 7.000 tonnellate per Honda, secondo i rapporti delle case automobilistiche".

In sostanza ciò che chi ha redatto il report vuole dirci è che questo dovrebbe essere un campanello d'allarme per chi nella finanza continua a investire nelle case automobilistiche che producono veicoli che inquinano, perché a volte l'impronta di carbonio è superiore a quella delle industrie petrolifere e ciò dovrà essere rendicontato e sarà tassato dall'anno prossimo.