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Simona Ventura conduce con metà volto bloccato: cos’è la paresi facciale e come si cura

Simona Ventura nella puntata di ieri 7 aprile di “Citofonare Rai 2” ha ammesso di avere una paresi facciale, probabilmente la “sindrome di Bell”, cioè la paralisi del nervo facciale. La condizione è transitoria e può essere curata con antinfiammatori.
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Evelyn Novello 8 Aprile 2024
* ultima modifica il 08/04/2024

"Ho mezza faccia bloccata" ha spiegato ieri Simona Ventura durante la diretta di "Citofonare Rai 2". La conduttrice ha spiegato di avere una paresi facciale dal giorno prima e che si tratta di una situazione transitoria e non preoccupante. "Non è niente di che, è il freddo. Mi sto curando" ha aggiunto.

Ciò che ha colpito la conduttrice è un'emiparesi facciale (letteralmente "paresi di metà del viso"), cioè una debolezza temporanea che colpisce solo una parte del volto. Le cause possono essere molto diverse tra loro, si va dal trauma al tumore, dall'ictus al diabete e, a seconda dell'origine, i sintomi possono comparire in modo più o meno graduale.

I problemi interessano soprattutto occhi e bocca. Un occhio può rimanere sbarrato e non lubrificato, la palpebra può risultare cadente e ruotata verso l'esterno, un angolo della bocca può apparire abbassato e si può avere difficoltà a parlare. Se è vero che tutti questi sintomi possono spaventare enormemente e far pensare subito al peggio, è anche vero, però, che può trattarsi della sindrome di Bell, la paralisi del nervo facciale.

Il nervo facciale si trova in un punto delicato, dietro l'orecchio, e arriva al volto innervando i suoi muscoli. Controlla non solo i movimenti ma anche la lacrimazione e la salivazione. Se il suo passaggio viene compromesso, la trasmissione dei suoi segnali nervosi non avviene più correttamente. La paresi di Bell è causata quasi sempre da disturbi all'orecchio come un'otite o un colpo di freddo, ma anche dall'Herpes Zoster, il virus che causa il "fuoco di Sant'Antonio" e che può colpire anche l’orecchio.

Nel caso in cui i medici appurino la presenza della paralisi di Bell, la terapia consisterà con tutta probabilità nella somministrazione di cortisone per curare l'infiammazione che si è generata e a questo si possono associare vitamine del gruppo B per aiutare la rigenerazione del nervo stesso. Possono risultare utili anche  colliri e pomate per lubrificare e prevenire problemi oculari e terapie fisiche con massaggi ed esercizi mirati per rilassare i muscoli facciali.

Per quanto riguarda la prognosi, in caso di paralisi di Bell si parla di un pieno recupero entro 2 o 3 mesi. Alcuni pazienti possono necessitare anche di un ulteriore supporto chirurgico se vengono riscontrate lesioni permanenti, quelle che non migliorando dopo 10 mesi dall'insorgenza.

Fonti | Gruppo San Donato; Ospedale Niguarda

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