Tagli al gas russo, la Germania riapre le centrali a carbone. Ma la Commissione Ue invita a investire sulle rinnovabili

La Germania tornerà a utilizzare le centrali a carbone per rispondere ai tagli delle forniture di gas da parte della Russia. Non certo una buona notizia, soprattutto mentre gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più visibili.
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Michele Mastandrea 22 Giugno 2022

Che la guerra tra Russia e Ucraina avrebbe avuto pesanti conseguenze sulla transizione ecologica e sulla riduzione globale delle emissioni era chiaro sin da subito. Purtroppo, però, le cose stanno andando peggio di quanto ci si potesse immaginare.

La Germania, finora uno dei Paesi capofila dell'Unione Europea per quanto riguarda la definizione di obiettivi ambiziosi sulla riduzione delle emissioni, riaprirà temporaneamente alcune sue centrali a carbone dismesse. Lo farà per due anni, al fine di sopperire ai tagli dei flussi di gas in arrivo dalla Russia. Stessa decisione è stata presa anche da Olanda e Austria. E non è una buona notizia.

Sai benissimo infatti che il carbone è in assoluto una delle fonti fossili più inquinanti. Stupisce allora che questa decisione arrivi da un governo dove è centrale il ruolo dei Verdi. E che venga comunicata nelle stesse ore in cui un'altra tedesca, la presidentessa della Commissione Europea Ursula von der Leyen,  invitava i governi europei a "usare questa crisi per andare avanti e non per tornare ai combustibili fossili", suggerendo "ingenti investimenti nelle energie rinnovabili".

Non vale infatti, a giustificare questa decisione, alcun richiamo all'emergenza attuale dettata dalla guerra e dall'uso del gas fatto dalla Russia. Anche l'emergenza climatica è in corso, e non si capisce perchè rispondere a un'emergenza aggravandone un'altra. Quando puntando su strumenti come il ritorno temporaneo allo smart working, per dirne una, potrebbe permettere un grande risparmio energetico.

Le spaventose immagini sulla siccità di questi giorni in Italia non arrivano infatti dal nulla, ma da una serie di comportamenti che ci hanno portato fino a qui, con le conseguenze dei cambiamenti climatici che si rivelano in tutta la loro durezza. E le cose potrebbero peggiorare ancora.

Lo stesso presidente dell'Agenzia Internazionale dell'Energia, Fatih Birol, ha affermato infatti al Financial Times che "l'Europa dovrebbe essere pronta nel caso in cui ci sia uno stop totale al gas russo". L'idea di rispondere aumentando fortemente l'utilizzo di fonti fossili non può essere un'opzione strategica, soprattutto in un Paese come la Germania dove già oggi il 28% dell'energia consumata è prodotta proprio dal carbone.

Ritornare alle fonti fossili per arginare errori commessi in passato è difficile da accettare, non rimediare prima possibile investendo massicciamente nelle rinnovabili sarebbe imperdonabile. Purtroppo, la guerra in Ucraina sta mettendo ancora più in luce i clamorosi errori di strategia degli anni passati. Errori che potrebbero rivelarsi ancora più gravi, se non si invertirà la rotta il prima possibile.