Latte, lievito, crostacei: sono solo alcuni dei colpevoli di problemi di salute più vari che vengono identificati dai test per le intolleranze alimentari oggi in circolazione. Può darsi che anche tu sia stato tentato di sottoporti a una di queste analisi. Dopo tutto, non ci vuole molto: a volte viene richiesto poco sangue, altre viene analizzato il capello. C'è addirittura chi dice che ti potrebbe bastare tenere in mano un alimento per scoprire se hai un'intolleranza nei suoi confronti: nel caso la tua forza diminuirebbe. Se non hai ancora ceduto alla tentazione sei in tempo per informarti bene ed evitare sia di spendere soldi inutilmente sia di mettere al bando dalla tua alimentazione quel cibo che ti piace tanto ma che secondo un qualche test non affidabile non dovresti mangiare.
Purtroppo, infatti, diversi dei test per le intolleranze alimentari disponibili non hanno alla base prove della loro efficacia. A volte anche i motivi per cui si decide di sottoporsi a queste analisi non sono sensati. Insomma, anche se se ne parla molto, la disinformazione sul tema è ancora tanta. Cerchiamo quindi di fare un po' di chiarezza partendo dalle basi.
Le intolleranze alimentari sono reazioni indesiderate scatenate dall'ingestione di alimenti, proprio come le allergie. A volte alla loro base ci sono carenze di alcuni enzimi; è proprio questo, per esempio, il caso dell'intolleranza al lattosio, che dipende dall'assenza di adeguate quantità dell'enzima necessario per la sua digestione. Altre volte, invece, a scatenare l'intolleranza è la presenza nel cibo di sostanze diverse dai nutrienti (come l'istamina, la caffeina, gli additivi alimentari e alcune tossine). E non mancano nemmeno i casi in cui i meccanismi alla base dell'intolleranza non sono ben definiti.
Ciò che non cambia mai è il mancato coinvolgimento del sistema immunitario. Infatti solo nel caso delle allergie entrano in gioco meccanismi immunologici. Un'altra caratteristica tipica delle intolleranze è quella di essere dose-dipendenti. In altre parole, la reazione avversa dipende dalla quantità di sostanza scatenante (per esempio lattosio) assunta.
A fare chiarezza sul tema dei test per le intolleranze alimentari è stata, non molto tempo fa, l'Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (Adi), che in un documento condiviso con la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) e con diverse associazioni e società medico-scientifiche, ha stilato un elenco delle analisi di cui diffidare: dosaggio delle IgG4, test citotossico, Alcat test, test elettrici (vega-test, elettroagopuntura di Voll, bioscreening, biostrenght test, sarm test, moratest), test kinesiologico, dria test, analisi del capello, iridologia, biorisonanza, pulse test e riflesso cardiaco auricolare.
Il documento, validato dal Ministero della Salute, suggerisce di rivolgersi al proprio medico in tutti i casi in cui si sospetti un'intolleranza alimentare. Sarà poi il medico a valutare se è il caso di consultare uno specialista per sottoporsi a procedure valide, come il breath test per l'intolleranza al lattosio. Niente decisioni fai-da-te, quindi. Non solo, devi evitare anche di autoprescriverti delle restrizioni alimentari, come decidere di non mangiare più latticini o seguire un'alimentazione strettamente gluten-free. Questa raccomandazione vale anche se ti sei sottoposto in passato a uno di quei test di cui abbiamo parlato. Potresti infatti correre il rischio di carenze nutrizionali o di mascherare un problema che, invece, potresti individuare seguendo le procedure indicate dal medico.
Infine, non devi mai dimenticare un altro valido motivo per evitare restrizioni alimentari fai-da-te: in caso di intolleranze alimentari accertate la dieta è da considerare una vera e propria terapia. Per questo deve essere gestita e monitorata da un professionista competente. Non affidarti a figure non qualificate e ricorda: solo il medico può fare diagnosi.