tso-come-funziona

TSO: quando, come richiederlo e come funziona il trattamento sanitario obbligatorio

Il TSO è un trattamento sanitario volto ad imporre cure mediche ad una persona indipendentemente dalla sua volontà: si tratta di un procedimento molto delicato che viene predisposto in condizioni particolari di salute, ma sempre nell’interesse del paziente. Esaminiamo insieme quando è possibile richiederlo e come funziona.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
20 Ottobre 2022 * ultima modifica il 20/10/2022

Il TSO può essere sempre oggetto di impugnazione, sia da parte di chi lo subisce, sia da chiunque abbia interesse a farlo, ad esempio i parenti del soggetto.

Significato

Con Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) si intende un trattamento sanitario che impone delle cure mediche ad una persona a prescindere dalla sua volontà, ma nel suo interesse. Un trattamento simile, vista la natura non volontaria di chi lo subisce, è legittimato dal secondo comma dell’art. 32 della Costituzione e disciplinato da una legge del 1978. Si tratta quindi di un atto, oltre che medico, giuridico: viene disposto dal sindaco (o un delegato) su proposta di due medici, di cui uno dall’Azienda Sanitaria Locale (ASL) del territorio di competenza.

Solitamente viene predisposto in ambito psichiatrico, ma non solo, al fine di effettuare determinati accertamenti e terapie: nella maggior parte dei casi viene ordinato in determinate condizioni di comportamenti violenti o pericolosi, quando la persona è considerata un rischio per gli altri o per se stessa, quando necessita di cure, quando le rifiuta o rifiuta di nutrirsi.

I casi di TSO terapeutico, ossia quelli che riguardano pazienti con patologie non psichiatriche, possono essere necessari quando, ad esempio, il paziente è affetto da una patologia infettiva per la quale vi sia l’obbligo di denuncia, o malattie veneree contagiose o se il paziente è una persona che fa uso di stupefacenti.

Il TSO si concretizza in alcuni casi a seguito di un Accertamento Sanitario Obbligatorio (ASO), che diventa così il primo step del trattamento: l’ASO è una procedura legale che, a seguito di ottenimento di un certificato medico e approvazione del sindaco, viene eseguito per valutare se il paziente ha bisogno di cure, se accetta le cure proposte o se è necessario attuare subito un TSO.

Chi lo autorizza e come richiederlo

Il TSO viene richiesto dal sindaco del comune di competenza, dietro richiesta di certificazioni mediche che attestino la presenza delle seguenti condizioni:

  • La persona si trova in una situazione in cui necessita di interventi terapeutici urgenti e non ha coscienza del proprio stato di malattia;
  • Quando le cure proposte vengono rifiutate;
  • Quando non è possibile adottare altre misure all’infuori di quelle ospedaliere, che quindi appaiono necessarie.

Queste condizioni devono essere tutte presenti e certificate da un primo medico e convalidate da un secondo medico appartenente alla struttura pubblica sanitaria di competenza: oltre all’accertamento delle condizioni sopra elencate, deve essere predisposta una motivazione concreta della richiesta di TSO.

A questo punto il sindaco deve predisporre un’ordinanza in 48 ore, che invierà poi al giudice tutelare per la convalida. Ne frattempo la persona oggetto del TSO viene trasportata presso la struttura ospedaliera psichiatrica di competenza. Nessuna persona può essere trattenuta contro la propria volontà presso una struttura sanitaria, il TSO è l’unico modo concreto per ottenere un ricovero.

Il giudice tutelare, dopo il ricovero, può convalidare ma anche annullare il provvedimento, sempre entro 48 ore, se per qualsiasi motivo non lo ritenesse opportuno.

Cosa accade dopo la richiesta di TSO

Quando il sindaco ha predisposto l’ordinanza, la persona viene accompagnata dal personale sanitario e dall’organo di polizia locale presso il reparto psichiatrico della struttura ospedaliera.

In alcune condizioni, cioè quando può risultare possibile curare al di fuori della struttura ospedaliera, è possibile attuare il trattamento al di fuori appunto dell’ambiente ospedaliero: si potrà optare per un TSO extraospedaliero, ad esempio con visite domiciliari o presso una comunità terapeutica. Se la situazione lo permette si tratta sicuramente di una procedura meno impattante sulla vita del paziente, e che richiede di fatto meno burocrazia, in quanto è sufficiente la richiesta da parte di un solo medico, senza necessità di comunicazione al giudice tutelare.

Nei casi in cui sia necessario il ricovero presso una struttura ospedaliera, invece, il paziente viene accompagnato presso un reparto psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC); teoricamente il paziente avrebbe diritto a scegliere autonomamente il reparto di degenza che preferisce. Durante il ricovero verrà valutata la situazione del paziente, somministrando allo stesso le cure che verranno reputate necessarie, anche contro la sua volontà.

Nei casi di richiesta di TSO per un minore o una persona sottoposta a tutela sarà il genitore, o colui che esercita tutela, a sottoscrivere personalmente l’atto di assenso dopo che è stata presentata la richiesta.

Quanto dura

Il TSO ha durata di sette giorni: al termine dei sette giorni, qualora non vi siano richieste da parte del medico che ha in cura la persona di prolungamenti dello stesso, il trattamento termina, il medico deve comunicarlo al sindaco che, a sua volta, lo comunicherà al giudice tutelare.

Nel caso in cui si consideri un prolungamento del ricovero, questo deve essere comunicato prima della scadenza dei sette giorni, accompagnandolo da una richiesta motivata. La richiesta di prolungamento deve essere firmata dal sindaco entro le 48 ore, e inoltrata per essere approvata al giudice tutelare entro altre 48 ore. Il giudice può sempre decidere se approvare o meno il prolungamento.

Il TSO deve svolgersi sempre e comunque nella tutela della dignità del paziente e nella tutela della salute del paziente stesso. In ogni momento il trattamento può essere trasformato in un ricovero volontario del paziente, se il paziente accetta le cure proposte. Questo implica che, essendo volontario, il paziente stesso potrà poi decidere se porre un termine allo stesso o continuare le cure.

Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Pavia, ha svolto periodi di formazione in ospedali universitari della Comunidad altro…
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.