Tumore al seno: un nuovo farmaco allunga la sopravvivenza delle pazienti fino al 70%

Si chiama ribociclib e a breve potrebbe essere messo a disposizione delle strutture ospedaliere che ne faranno richiesta. Questo farmaco non sostituisce, ma integra le cure tradizionali contro un particolare tipo di cancro al seno metastatico: quello negativo alla proteina Her2. L’obiettivo di trasformare questo tumore in patologia cronica sembra sempre più vicino.
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Giulia Dallagiovanna 3 Giugno 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Il tumore al seno è un tipo di cancro molto frequente nel genere femminile. Rappresenta addirittura un terzo di tutti i carcinomi che possono colpire una donna. Se preso in tempo, può essere sconfitto grazie all'asportazione totale o parziale della zona colpita, ma se sviluppa metastasi diventa di fatto una malattia incurabile. Risulta infatti la prima causa di morte per cause oncologiche delle donne comprese tra i 29 e i 59 anni. I trattamenti che vengono utilizzati oggi sono tutti improntati all'aumento della sopravvivenza della paziente e al miglioramento della qualità della vita. E proprio in questa direzione va anche il nuovo farmaco, il ribociclib, presentato al Congresso annuale di oncologia di Chicago e che nell'ultima fase di test ha dimostrato di poter prolungare la vita media di una persona malata fino al 70%, quasi 30 punti percentuale in più rispetto ai preparati tradizionali.

La nuova medicina è rivolta soprattutto contro un particolare tipo di tumore al seno, quello sensibile agli ormoni estrogeni, ma con il recettore Her2, presente sulla superficie delle cellule, negativo. Non reagisce cioè alla proteina Her2. Solo in Italia, sono 37mila le donne colpite da questa forma di neoplasia mammaria. Di norma, questa pazienti vengono trattate con una terapia a base di ormoni, ma i ricercatori hanno voluto provare a integrarla con il ribociclib.

Questo farmaco inibisce l'enzima che stimola la proliferazione delle cellule tumorali

E a quanto pare, ha funzionato: dopo quattro anni di trattamenti, la sopravvivenza per chi aveva ricevuto anche il nuovo farmaco era del 70,2%, mentre si fermava al 46% per chi aveva seguito le cure tradizionali. Questo preparato è infatti in grado di ridurre un enzima che stimola la replicazione delle cellule tumorali. In altre parole, blocca la crescita della massa cancerogena e rallenta la progressione della malattia.

Una ricerca che parla anche italiano: l'Istituto Pascale di Napoli ha contribuito allo studio di scala internazionale fornendo mille pazienti.

Si tratta della penultima fase (la terza) di tutti i trial clinici e sperimentali ai quali deve essere sottoposto un nuovo farmaco per dichiararne l'efficacia effettiva e non solo in laboratorio. Questo significa che da questo momento si può pensare di avviare la produzione e metterlo a disposizione di quante più strutture ospedaliere possibili. Sta insomma diventando realtà un obiettivo che era sempre apparso impossibile: trasformare il tumore al seno da malattia mortale a patologia cronica.

Fonte| "Phase III MONALEESA-7 trial of premenopausal patients with HR+/HER2− advanced breast cancer (ABC) treated with endocrine therapy ± ribociclib: Overall survival (OS) results" pubblicato sul sito dell'American Society of Clinical Oncology il 1 giugno 2019

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