
Una donna accovacciata all’interno del braccio di una ruspa si tiene la testa con le mani e impedisce al mostro meccanico di muoversi per compiere una strage ambientale. La foto risale al 2018 e ritrae Joannah Stutchbury, un’ambientalista keniana mentre difende la foresta di Kiambu dall’escavatore che ne avrebbe concretizzato la distruzione. Questa battaglia l’aveva vinta.
Oggi il coraggio e l’amore di Joannah per l’ambiente e le foreste di cui si era resa paladina rimarranno impressi in queste terre e sulle corteccia di questi alberi. Appena pochi giorni fa, infatti, Joanna è stata uccisa da diversi colpi di arma da fuoco proprio sul vialetto che portava alla sua abitazione, nel complesso residenziale Mushroom Gardens, nella periferia di Nairobi. Il suo corpo è stato trovato nella sua auto con il motore ancora acceso, e nessun oggetto di valore è stato rubato, lasciato intendere che non si trattasse di una rapina.
Joanna Stutchbury aveva 67 anni e negli anni ‘90 si era trasferita proprio nei pressi della foresta di Kiambu, che ha passato decenni a difendere da land grabbing, sfruttamento e tentativi di espropriazione. Fervida sostenitrice della permacultura e quindi della tutela del territorio e della sua biodiversità, era già stata minacciata all’inizio dell’anno da un costruttore abusivo, di quelli che si era sempre impegnata a bloccare.
Il presidente del Kenya ha condannato duramente l’uccisione di Joanna, vera ambientalista e custode della foresta che amava e per la quale si è sacrificata. Il suo è il secondo omicidio di un ambientalista in Kenya degli ultimi anni.