Un vaccino anti-cancro universale ed efficace per tutti? La scienza ci sta lavorando seriamente

Un gruppo di ricercatori americani ha messo a punto un nuovo vaccino contro i tumori e i risultati della sperimentazione eseguita, per il momento, solo sui topi e sulle scimmie avrebbero dimostrato la sua efficacia nel contrastare i meccanismi di difesa delle neoplasie.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 26 Maggio 2022
* ultima modifica il 26/05/2022

Come si ferma un tumore? Semplice, a parole: abbattendo le difese con cui si protegge dagli attacchi del nostro sistema immunitario.

E nei fatti? È un traguardo meno semplice ma oggi un po' più vicino. Il merito è di un lavoro internazionale coordinato dal Dana-Farber Cancer Institute e dalla Harvard Medical School di Boston che ha messo a punto un vaccino anti-cancro nuovo e potenzialmente efficace.

Per il momento il farmaco è stato testato soltanto sui topi e sulle scimmie sui quali però, come hanno spiegato i ricercatori americani sulla rivista Nature, si è dimostrato in grado di indebolire i meccanismi di difesa dei tumori.

Ma ti dirò di più: la nuova terapia potrebbe anche essere in grado di superare le diverse variazioni che si presentano in ogni paziente diventando quindi una “soluzione” universale e valida per tutti.

Fino ad oggi, infatti, è stato proprio questo il limite degli altri vaccini contro il cancro. Tutti erano pensati per attaccare gli antigeni del tumore, posti sulla superficie delle sue cellule, così da insegnare al sistema immunitario a riconoscerli: il problema può è che questi antigeni stimolano una risposta immunitaria in modo unico e specifico per ogni individuo.

Puntando su questo approccio sarebbe stato quindi molto difficile realizzare un vaccino efficace per tutti. Senza dimenticare poi che i tumori sono “furbi” perché sono capaci di modificarsi o nascondere gli antigeni  sfuggendo così agli attacchi del sistema immunitario.

La strategia su cui i ricercatori di Boston hanno basato il nuovo vaccino è diversa e mira a stimolare la produzione di due particolari proteine chiamate MICA e MICB: poste anch’esse sulla superficie delle cellule tumorali, sono in grado di legarsi e attivare le cellule immunitarie.

Quando insorge e dilaga, il tumore tende ad attaccare queste proteine, rompendole e bloccando, di fatto la minaccia. Il vaccino interviene proprio qui perché è in grado di impedire alle cellule tumorali di disperdere le due proteine.

Una volta nel nostro organismo, quindi, il vaccino sarebbe in grado di abbattere le difese di un cancro rendendo molto più facile l’attivazione delle proteine Mica e MICB e, allo stesso tempo, delle cellule T e NK del sistema immunitario, quelle cioè responsabili di un un attacco generale e coordinato contro le neoplasie.

Fonte | "A vaccine targeting resistant tumours by dual T cell plus NK cell attack" pubblicata il 25 maggio 2022 sulla rivista Nature 

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.