Una vita ecocentrica: la sostenibile saggezza ambientale di Tessa Gelisio

Vivere nel rispetto dell’ambiente è possibile, basta volerlo. Rinunciare ad alcune abitudini è faticoso ma necessario per fare del bene a noi stessi e al Pianeta in cui viviamo. Tessa Gelisio, conduttrice televisiva, scrittrice e ambientalista, ci ha raccontato il suo stile di vita sostenibile e assolutamente rispettoso dell’ambiente.
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Sara Del Dot 26 Marzo 2019

Giornalista, conduttrice televisiva, scrittrice e ambientalista da sempre. Come tutti, Tessa Gelisio ha amato la natura sin da piccola, e crescendo ha saputo evolvere i propri pensieri e le proprie idee traducendoli concretamente in uno stile di vita il più possibile ecosostenibile. Un modo di affrontare il mondo e la quotidianità tenendo sempre conto dell’impatto che le sue azioni avranno sul Pianeta in futuro, e anche cercando di trasmettere a quante più persone possibili il concetto che vivere a basso impatto ambientale è possibile.
Abbiamo intervistato Tessa per farci raccontare in che modo riesce a condurre una quotidianità così green e cosa secondo lei è necessario fare, ancora, per migliorare la nostra vita e quella del pianeta che abitiamo.

Da dove nasce questa tua passione per l’ambiente? C’è stato un momento particolare in cui hai capito che questa sarebbe diventata la tua strada?

L’amore per l’ambiente, la natura e gli animali l’ho sempre avuto dentro, come penso lo abbiano dentro la maggior parte dei bambini. È una cosa che quasi tutti abbiamo già insita in noi, e può essere coltivata con la crescita oppure, al contrario, può venire meno a causa della famiglia, della cultura o della società. Io ho avuto la fortuna di avere due genitori ambientalisti, sono cresciuta in mezzo agli animali che hanno fatto da tramite tra me e la natura.

Se vogliamo cambiare il mondo, quello che dobbiamo cambiare sono le nostre azioni quotidiane, perché 7 miliardi di azioni quotidiane lo cambiano, il mondo.

Infatti, l’amore che provavo inizialmente nei confronti del mio cane e dei miei animali si è poi con il tempo ampliato diventando amore nei confronti del Pianeta, perché era grazie a lui se loro stavano bene. La mia attenzione quindi si è spostata dal singolo essere vivente al Pianeta come essere che consente a tutti noi di vivere e di esistere. A quel punto ho iniziato ad assumere la consapevolezza dell’azione distruttiva dell’uomo nei confronti del luogo in cui vive, e da lì si è innescato tutto il meccanismo che mi ha portata a essere quella che sono ora. È una passione, un modo di vivere e vedere le cose che è iniziato nella mia infanzia, ma non si è mai fermato, si è sempre approfondito, modificato e tuttora è in costante evoluzione. Ogni giorno rifletto, imparo nuove cose e affino il mio stile di vita ecocentrico e anche la mia visione delle cose.

Come si comincia a vivere in modo sostenibile? È un processo graduale o ci sono delle azioni che devono essere effettuate in modo drastico?

Per me quello della sostenibilità è stato, ed è tuttora, un processo in costante mutamento e miglioramento in cui non si è mai davvero arrivati. Per me è stato un passaggio graduale, e penso che debba essere così per tutti, perché non si può cambiare da un giorno all’altro. Il primo passo è sicuramente la consapevolezza, ovvero prendere coscienza delle cose. Da lì bisogna capire in che modo è possibile fare la differenza.

Perché se i giovani scendono in piazza per salvare il Pianeta protestando contro politici e grandi aziende, ma ci vanno vestiti con capi d’abbigliamento usa e getta che durano una sola stagione provocando un impatto ambientale altissimo, significa che forse non sono ancora abbastanza consapevoli del loro ruolo. Se vogliamo cambiare il mondo, quello che dobbiamo cambiare sono le nostre azioni quotidiane, perché 7 miliardi di azioni quotidiane lo cambiano, il mondo. Se tutti smettessimo di comprare determinati prodotti, quelle aziende smetterebbero di farle. Ciò che fa davvero la differenza è la nostra quotidianità.

Perché quando si acquista, si vota un modello di vita.

Da lì tu poi impari a conoscere, a scegliere, perché gli aspetti che devi modificare sono tantissimi e non puoi farlo in un colpo solo. In più, molti sono legati a dei gesti. Ad esempio, io conosco diverse persone che, per abitudine, buttano le cose per terra, come i mozziconi di sigaretta, e lo fanno senza nemmeno accorgersene. Poi, quando decidono di smettere di farlo, ci mettono comunque un po’, perché si fa fatica a eliminare un gesto che si è fatto per decenni.

Nella corso della tua giornata tipo, quali sono gli aspetti attraverso cui emerge in modo evidente la tua attenzione all’ambiente?

Tutte le volte che faccio un acquisto penso sempre al suo impatto ambientale e cerco di prediligere la versione del prodotto che comporta quello minore. E ci riesco quasi sempre. Ad esempio, io a casa mangio praticamente solo cibo biologico che acquisto direttamente in azienda agricola e porto via nei miei sacchetti dello sfuso. Ma mi è anche capitato di fare la spesa al supermercato sotto casa dove i prodotti sono sì biologici, ma sono tutti incartati in packaging di carta o plastica, e mi piange il cuore perché ormai è chiaro che per rispettare l’ambiente non basta più riciclare, ma è necessario ridurre la produzione di materiale. Anche perché l’alternativa sostenibile, ormai, c’è praticamente per tutto. Vent’anni fa era davvero difficile trovare cose eco e bio in giro, mentre oggi sono ovunque.

La regola è comprare meno, comprare meglio.

Pensa solo all’energia in casa: prima o ti facevi il tuo impianto oppure prendevi energia da fonti fossili, mentre oggi puoi avere un fornitore 100% energie rinnovabili certificato senza dover far nulla. Certo, non significa che puoi lasciare la luce accesa tutto il giorno, perché anche l’energia rinnovabile ha un impatto, seppure inferiore. Ma il punto è proprio quello, ridurre gli sprechi.

Inoltre io considero i miei acquisti un voto. Ti faccio un esempio: ormai anche nel settore del biologico sono arrivate le grosse aziende, e questo è un bene perché significa che sempre più persone scelgono di mangiare bio e il mercato si sta ampliando. Tuttavia, quando faccio acquisti cerco di mixare: acquisto quindi sia prodotti delle grosse aziende per incentivare ulteriormente il mercato sia dai piccoli produttori, variando anche i fornitori, per incentivare tutti e avere una ricaduta sociale diversa. Perché quando si acquista, si vota un modello di vita.

Nel tuo libro Ecocentrica dai molti spunti e consigli sulla sostenibilità in casa, anche per quanto riguarda detersivi e detergenti. Se una persona vuole ridurre la quantità di sostanze chimiche che ha in casa, cosa deve fare?

Le persone sono abituate a pensare che se un prodotto si trova in commercio automaticamente non può creare problemi. Ma sono tanti i prodotti che anche dopo anni vengono tolti dal mercato perché riconosciuti come dannosi. In pratica, noi pensiamo di pulire mentre in realtà inquiniamo.

Prima le alternative ai prodotti chimici erano legate soltanto al “fai-da-te”. Infatti con acido citrico, aceto, bicarbonato e sapone di Marsiglia tu potresti effettivamente pulire tutto in casa. Il limite sta nel fatto che devi auto-produrre i prodotti e quindi devi sapere come farli. E non tutti hanno voglia di imparare e fare questo piccolo sforzo. Ora però ci sono in commercio molti prodotti fantastici che hanno la stessa efficacia di quelli convenzionali. Quindi perché continuare a utilizzare sostanze altamente tossiche e pericolose per la salute? Via l’ammoniaca, via la candeggina, via tutti i prodotti che inquinano le nostre case e le rendono delle vere e proprie bombe chimiche. Ormai le alternative ecologiche, anche nella grande distribuzione, sono tante. Solo che ancora prevale la diffidenza, anche perché i detergenti naturali hanno profumi molto più buoni ma meno persistenti, e fanno meno schiuma degli agenti chimici, che per molti è sinonimo di pulizia. Ma non c’è niente di più sbagliato.

Quali sono gli ostacoli principali che una persona si trova davanti quando decide di voler iniziare a seguire uno stile di vita più green?

L’ostacolo più grande è sicuramente l’abitudine. Perché tu vai al supermercato e invece di prendere il detersivo per la lavastoviglie ecobio acquisti quello chimico, perché sei abituato a quella marca, la prendi, la metti nel carrello e non pensi di poterla cambiare, non rifletti. Il concetto è sempre quello della gestualità. Perché cambiare è faticoso, implica ragionamento, la voglia di cambiare le proprie abitudini, la voglia di provare. Gli automatismi sono duri a morire.

Negli ultimi anni le persone si stanno rendendo sempre più conto della necessità di adottare uno stile di vita più sostenibile. Secondo te cosa manca ancora per compiere quel passo in più?

Il passaggio concreto dall’idea all’azione quotidiana. A livello di principi tutti dicono “salviamo il Pianeta”. Ma cosa significa salvare il Pianeta a livello di quotidianità? Ciò che manca, ancora, è la messa a terra dell’ideale. Per tutti. C’è sicuramente una maggiore sensibilità, consapevolezza, ma non c’è un’azione concreta. A volte si arriva a pensare delle cose estreme come rinunciare per sempre alla macchina, ma non è sempre tutto bianco o tutto nero.

Essere ecocentrici non è solo una cosa migliore per il Pianeta, è anche migliore per te.

E non tutti possono rinunciare a delle cose, non tutti sono pronti a un cambiamento del genere. Basterebbe un piccolo miglioramento collettivo, come ridurre l’uso dell’auto, utilizzare un modello ibrido o elettrico, senza prendere decisioni radicali.

Un altro esempio può essere la carne. Ormai è risaputo che il consumo di carne ha un alto impatto ambientale, ma non tutti possono o vogliono diventare vegani. Basterebbe consumare meno carne e acquistarla tutta da allevamenti biologici, evitando quella da allevamento intensivo.

La soluzione sta nella vita di mezzo. Una riduzione generale di comportamenti inquinanti e impattanti, senza obbligare nessuno a rinunciare a cose di cui non sono pronti a fare a meno. La regola è comprare meno, comprare meglio. Vale per la carne, vale per i vestiti, vale per tante cose.

Come comunicheresti agli altri il tuo stile di vita?

Adottare uno stile di vita sostenibile deve essere figo, non deve essere visto come una penitenza, un sacrificio. Deve essere una cosa che ti fa venire il sorriso, che ti fa stare bene. È un lifestyle che fa bene e ti fa bene. Essere ecocentrici non è solo una cosa migliore per il Pianeta, è anche migliore per te.