Vaccini in gravidanza: quali fare e quali evitare

Quando una donna è incinta, non deve proteggere solo se stessa, ma anche il feto che sta crescendo nel suo utero. Per questa ragione, diventa ancora più importante effettuare le vaccinazioni raccomandate dal Ministero della Salute, in modo che gli anticorpi vengano trasmessi direttamente al bambino e non rischi di contrarre malattie, che nei primi mesi di vita possono risultare anche letali.
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Dott. Albert Kasongo Medico vaccinologo
15 Maggio 2019 * ultima modifica il 22/09/2020

La gravidanza è uno dei momenti più importanti nella vita di una donna e per questo motivo è importante utilizzare ogni mezzo possibile affinché venga affrontata senza alcun problema. Al fine di proteggere la donna e il nascituro da alcune specifiche malattie infettive, il Ministero della Salute ha emanato una circolare come strumento per la promozione della salute femminile in età fertile, in previsione e durante la gravidanza. È importante, quindi, fare chiarezza su quali vaccini possano essere effettuati e quali invece sia opportuno evitare per non incorrere nei potenziali rischi derivanti.

Prima di conoscere i vaccini indicati in gravidanza, è opportuno ricordare che, in previsione della stessa, è necessario che la donna sia protetta nei confronti di morbillo-parotite-rosolia (MPR) e varicella, in quanto la contrazione di un’infezione naturale da parte di una donna gravida, potrebbe portare a complicanze gravi dovute all’età adulta e a rischi seri per la salute dell'embrione o del feto.

Vaccini indicati in gravidanza

Considerata l’impossibilità da parte del nascituro di proteggersi da solo, in quanto il suo sistema immunitario è ancora immaturo, è importante che avvenga dalla mamma il passaggio transplacentare (e in un secondo momento anche attraverso il latte materno) degli anticorpi. Nel corso di ogni gravidanza sono raccomandate le vaccinazioni contro difterite-tetano-pertosse (dTpa) e contro l’influenza (nel caso in cui la gestazione si verifichi durante la stagione influenzale). Queste vaccinazioni risultano prive di rischi, poiché non esistono evidenze che dimostrino un rischio fetale legato all’utilizzo, nella gestante, di vaccini a microrganismi inattivati o con tossoidi, cioè tossine batteriche:

  • Vaccinazione contro difterite-tetano-pertosse (dTpa): il periodo raccomandato per effettuarla è il terzo trimestre di gravidanza, preferibilmente nella 28esima settimana, in modo tale da garantire la sufficiente produzione di anticorpi e il conseguente trasferimento transplacentare. È importante ricordare che la pertosse contratta nei primi mesi di vita può risultare molto grave, addirittura letale, e la fonte d’infezione molto spesso è rappresentata dalla madre stessa.
  • Vaccinazione contro influenza: raccomandata nel secondo/terzo trimestre di gravidanza, poiché l’influenza stagionale aumenta il rischio di parto cesareo o prematuro, distress fetale e ospedalizzazione materna fino ad arrivare all’interruzione di gravidanza.

Altrettanto importante è, infine, citare quelli che sono i vaccini controindicati in gravidanza. Questi sono rappresentati dai vaccini vivi attenuati (morbillo-parotite-rosolia, varicella, zoster, BCG ed encefalite giapponese) che teoricamente potrebbero comportare eventuali rischi e che, quindi, è opportuno evitare a semplice scopo cautelativo.

Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari, ha maturato esperienza in numerosi ambiti collaborando con diverse altro…
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