Vaccino anti-Covid FAQ: proviamo a chiarire tutti i dubbi con l’aiuto del professor Roberto Cauda

È sicuro? Non è stato realizzato in tempi troppo brevi? Le persone allergiche lo possono ricevere? E gli anziani fragili o le donne in gravidanza? Se da un lato l’arrivo del vaccino contro il Coronavirus ha alimentato le speranze per la fine della pandemia, dall’altro lato ha fatto sorgere più di una preoccupazione. Proviamo allora a vincere la diffidenza facendo chiarezza con un esperto.
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Giulia Dallagiovanna 24 Gennaio 2021
* ultima modifica il 24/01/2021
Intervista al Prof. Roberto Cauda Professore ordinario di Malattie Infettive presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma

"Ma questo vaccino è sicuro? Come facciamo a fidarci, se è stato realizzato in tempi così brevi!" C'è chi esprime la sua diffidenza ad alta voce e chi invece se lo è chiesto in silenzio. Sono tanti, però, quelli ai cui è sorto il dubbio, magari piccolo, che forse era meglio attendere i prossimi, quelli di seconda generazione, prodotti e sperimentati con più calma. E un'apparente conferma è arrivata dalle notizie di reazioni avverse anche gravi che qualche operatore sanitario ha sviluppato e della morte di 23 persone anziane in alcune case di cura in Norvegia. Siamo però di fronte a una distorsione della realtà. La domanda che devi porti infatti è: quante persone sono state vaccinate in totale? E dunque quanto sono stati davvero frequenti questi episodi?

Per chiarire ogni dubbio rispetto a chi possa ricevere il vaccino e chi invece dovrà attendere ancora un po', abbiamo rivolto tutti i possibili quesiti al professor Roberto Cauda, docente ordinario di Malattie Infettive presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

Professor Cauda, è vero che questo vaccino è stato prodotto in tempi brevi?

Sicuramente siamo di fronte a un tipo di vaccinazione nuova, che è stato possibile realizzare grazie ai progressi nella Scienza e nella Ricerca. Si basa però su un'esperienza che è stata maturata nel corso di molti anni, a partire dalla scoperta del SARS-Cov-1, il virus che nel 2003 aveva provocato l'epidemia di SARS. Le ricerche sono continuate, nonostante in quel caso la malattia scomparve da sola. Un altro passaggio importante è stato fatto nel 2012, quando è emerso il MERS-Cov, ovvero il virus della MERS, una patologia che si è diffusa nel Medio Oriente e che aveva molte somiglianze con la SARS da un punto di vista clinico e che però non ha dato origine a una pandemia. Dunque è vero che questo vaccino è stato realizzato in tempi brevi, ma è stato costruito sulle solide fondamenta di anni di ricerche e studi rispetto alle nuove tecnologie a mRNA o con un adenovirus come vettore.

Proviamo allora a capire quali persone dovrebbero attendere prima di fare la vaccinazione. Cominciamo dalle donne in gravidanza.

Per quanto riguarda le donne in gravidanza, il problema è la mancanza di dati. Negli Stati Uniti hanno però avviato studi proprio per capire se possa essere sicuro o meno e quindi può essere che a un certo punto arrivi il via libera anche per loro.

Per i bambini il discorso è simile?

Esatto. Al momento si è stabilito che il limite minimo di età per ricevere il vaccino sia di 18 anni. Anche in questo caso però ci sono studi in corso che mirano ad abbassare questa soglia fino ai 12 anni. Non stiamo infatti parlando di controindicazioni assolute, semplicemente nei dossier presentati a Ema e FDA mancavano i dati specifici e quindi, per cautela, non si procede alla somministrazione per queste fasce di popolazione. Agire in autonomia è molto pericoloso, è sempre fondamentale seguire regole condivise. Ma questo non significa che non possano essere modificate in corso d'opera, sempre sulla base di studi che dimostrino l'efficacia e la sicurezza.

Veniamo ora alle reazioni avverse: chi soffre di un'allergia dovrebbe evitare di sottoporsi al vaccino?

Se escludiamo gli effetti collaterali minori, come il dolore al braccio, la febbre o altri piccoli disturbi, fino ad ora sono stati registrati solo 21 casi di reazioni avverse gravi alla soluzione di Pfizer-BioNTech. E questa pubblicazione prendeva in considerazione una popolazione di 2 milioni di vaccinati. Dunque si tratta di cifre davvero basse. Di norma, questo farmaco viene tollerato molto bene. Il fatto di soffrire di una particolare allergia a un alimento o a un altro farmaco andrà sicuramente evidenziato al momento dell'anamnesi che viene effettuata prima dell'iniezione, ma non rappresenta una controindicazione. L'unico caso a cui prestare attenzione è quando sono emersi problemi durante la somministrazione della prima dose. Deve infatti essere chiaro un punto: la vaccinazione è un atto medico e come tale deve essere fatta in condizioni di assoluta sicurezza e in luoghi già attrezzati ad affrontare una possibile, per quanto rara, reazione avversa.

In ultimo, la domanda più delicata: il vaccino è sicuro anche per gli anziani fragili?

Partiamo dal dato di fatto che chi ha più di 70 anni e presenta delle comorbidità, nello specifico più di tre malattie pregresse, ha un rischio molto elevato di morire a causa del Covid-19. Quindi questa fascia di popolazione deve essere vaccinata. In riferimento a quanto è accaduto in Norvegia, bisognerà attendere di capire meglio l'intera situazione prima di potersi esprimere con certezza. Inoltre, al momento sappiamo che questi episodi sono circoscritti a quella specifica zona e non ne sono stati riportati altri dai Paesi in cui la campagna è in corso. Quindi è sicuramente importante mantenere alta l'attenzione, ma non è il caso di bloccare la somministrazione alle persone anziane e fragili.

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