Vaccino contro il cancro al colon-retto sperimentato con successo

Al momento è stato testato solamente su 10 persone, ma i risultati sono promettenti e i ricercatori sperano di poter potenziare il farmaco e aumentare il numero di pazienti ai quali somministrarlo. Non si tratta però di una vaccinazione preventiva, ma di un preparato farmaceutico che aumenta le tue difese immunitarie contro le cellule maligne.
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Giulia Dallagiovanna 6 Maggio 2019
* ultima modifica il 29/06/2021

Sono 53mila le persone che ogni anno si ammalano di cancro al colon-retto. Il secondo tipo di carcinoma che colpisce le donne e il terzo per incidenza sui pazienti uomini. Il tasso di mortalità si è abbassato, grazie soprattutto ai programmi di screening e alle diagnosi precoci. E ora una nuova speranza potrebbe arrivare dal vaccino, che al momento è in fase di sperimentazione, ma che ha già fornito i primi importanti risultati, riportati in uno studio dell'Università di Philadelphia in collaborazione con la Thomas Jefferson University.

Non si tratta però della vaccinazione come la si intende comunemente. Non è insomma una forma di prevenzione, ma un tentativo di aumentare le difese immunitarie in modo che sia il tuo stesso organismo a contrastare l'aumento della massa tumorale. Il team di ricerca ha infatti somministrato il farmaco a 10 persone, che stavano affrontando il primo o il secondo stadio della malattia. I partecipanti alla sperimentazione sono stati tenuti monitorati e hanno effettuato esami del sangue periodici dopo 30, 60 e 90 giorni dall'assunzione.

Il vaccino attiva le cellule T killer che attaccano direttamente il cancro

I referti dei prelievi hanno mostrato l'attivazione delle cellule T killer. Non sono altro che un gruppo di linfociti, un tipo di globuli bianchi che si occupa soprattutto di difendere il tuo corpo dall'attacco dei virus, che presentano sulla superficie il recettore delle cellule T e riescono quindi a riconoscere gli antigeni come un potenziale pericolo. Le T killer, in particolare, sono particelle citotossiche, in grado di distruggere le altre cellule. Il vaccino ha quindi fatto in modo che questi piccoli cecchini aumentassero il loro numero e attaccassero direttamente il cancro.

Più nel dettaglio, i linfociti T hanno individuato quali cellule nella zona fossero contrassegnate dalla molecola GUCY2C, che in passato è stato scoperta come una sorta di "firma" del tumore al colon-retto. E le T killer le hanno attaccate per eliminarle. Tutto questo, senza che la persona riportasse alcun effetto collaterale o qualsiasi altro problema di salute legato al vaccino.

La stessa molecola, inoltre, contraddistingue altri tipi di neoplasie, come quelle all'intestino, all'esofago e al pancreas. I ricercatori quindi sperano di riuscire a potenziare il vaccino, in modo da renderlo una terapia complementare a quelle tradizionali e di poterla utilizzare su un numero sempre maggiore di pazienti.

Fonte| "Split tolerance permits safe Ad5-GUCY2C-PADRE vaccine-induced T-cell responses in colon cancer patients" pubblicato su Journal for ImmunoTherapy of Cancer il 23 aprile 2019

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