Vaccino per la pertosse in gravidanza: è importante che la futura mamma si vaccini nel terzo trimestre

Tra la 27esima e la 35esima settimana di gestazione la futura mamma dovrebbe ricorrere al vaccino Dtp per proteggere il nascituro da difterite, tetano e pertosse. Un recente studio statunitense conferma che non esistono controindicazioni per farlo in gravidanza, e che non ci sono correlazioni con eventuali diagnosi di autismo.
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Gaia Cortese 11 Giugno 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

Oltre agli esami del sangue, alle ecografie e alle visite di controllo dal ginecologo, una donna in dolce attesa dovrebbe pensare a proteggersi da alcune malattie infettive come la rosolia, l’influenza e la pertosse. Per la rosolia si raccomanda alle donne che cercano una gravidanza di fare il Rubeo test, per valutare l'eventuale presenza di anticorpi diretti contro il Rubivirus, responsabile della rosolia; il vaccino, infatti, è di tipo vivo attenuato e per questo motivo non è raccomandato durante la gestazione. Discorso diverso per l’antinfluenzale, che si può fare senza controindicazioni nel secondo e terzo trimestre al fine di evitare eventuali complicazioni causate dall’influenza stessa.

Per la pertosse esiste il vaccino trivalente Dtp che protegge mamma e neonato da tre malattie infettive: difterite, tetano e pertosse. La pertosse è una malattia che può essere letale se contratta nei primi mesi di vita, ma ciò nonostante sono ancora molto poche le future mamme che si avvicinano a questa profilassi, basti pensare che in Italia l’adesione non arriva al 10 per cento. Forse viene sottovalutata la pericolosità di questa malattia, o forse le recenti e diffuse campagne no vax insinuano il dubbio in alcune mamme che tali vaccinazioni non siano realmente efficaci o, nel peggiore dei casi, siano addirittura pericolose per il nascituro.

A tal proposito, su Pediatrics sono stati pubblicati i risultati di un recente studio statunitense, condotto su oltre 81mila bambini nati tra il 2011 e il 2014 negli ospedali Kaiser Permanente, nel sud della California. Una volta raccolti i tassi di adesione alla vaccinazione da parte delle mamme durante la gravidanza e, preso nota delle diagnosi di disturbi dello spettro autistico ottenute entro il 30 giugno 2017 (1,6 per cento dei bambini coinvolti), è stato possibile confermare che la vaccinazione materna non possa essere associata a una probabilità maggiore di rilevare una forma di autismo nel bambino. Ancora una volta è stato quindi dimostrato che non esiste una correlazione tra vaccino e autismo.

Quando vaccinarsi

In Italia la vaccinazione è offerta gratuitamente tra la 27esima e la 35esima settimana di gravidanza. La vaccinazione fatta durante il terzo rimestre di gravidanza stimola la produzione di anticorpi materni che vengono trasmessi al feto attraverso la placenta. Il vaccino può anche essere somministrato anche in fase di allattamento al seno, permettendo così la trasmissione degli anticorpi dalla mamma al bambino con il latte materno; tuttavia, la condizione ideale per garantire maggiore protezione al neonato rimane la vaccinazione del terzo trimestre di gravidanza.

La pertosse

Si tratta di una malattia respiratoria molto infettiva, che colpisce a tutte le età, ma soprattutto colpisce i bambini. È una malattia che non può essere sottovalutata perché rappresenta una delle principali cause di morte sotto l’anno di vita. La gravità della pertosse è inversamente proporzionale all’età del paziente: nei bambini molto piccoli può dare luogo a complicanze respiratorie (le più frequenti sono quelle polmonari), neurologiche e nutrizionali.

Il tetano

Il tetano è una malattia infettiva molto grave che colpisce i nervi responsabili dell'attività muscolare. È causato da un batterio che si riproduce nelle ferite profonde ed è estremamente resistente agli agenti fisici e chimici: resiste all'ebollizione dai 15 ai 90 minuti, all'essiccamento e a moli tipi di disinfettante. Al contrario di quello che si crede, non si è a rischio solo toccando un ferro arrugginito, ma anche a contatto con la terra, dove questo batterio conserva la sua vitalità per diversi mesi.

La difterite

È una malattia molto contagiosa, oggi quasi debellata in Italia grazie alla vaccinazione resa obbligatoria nel 1939; tuttavia alcuni casi ancora si verificano, soprattutto nei soggetti non vaccinati. La difterite si manifesta soprattutto tra i 2 e i 5 anni, ma non si escludono casi in età adulta. L'infezione avviene per contatto diretto, basta l'inalazione di alcune goccioline di saliva, ma anche per contatto indiretto a causa dell'elevata resistenza del microrganismo nella polvere dispersa nell'ambiente. La malattia si presenta inizialmente con un'infiammazione alla gola con sintomi concomitanti come perdita della voce, tosse, difficoltà respiratoria fino all'asfissia.

Fonte| Ministero della Salute

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