Varese, un lago da salvare per l’ambiente e per la società

Attorno al lago di Varese l’umanità ci ha vissuto per decenni serenamente, poi a un certo punto è apparso il divieto di balneazione che ha cambiato tutto sia a livello ambientale, che sociale.
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Rubrica a cura di Beatrice Barra
6 Marzo 2023

Lo sai che non lontano da Milano c’è un lago bellissimo, un angolo di paradiso, dove le famiglie andavano a passare la domenica immerse nella natura? Poi, un giorno di 60 anni fa, è comparso un cartello: sopra c’era scritto “divieto di balneazione”.

Lago di Varese: da centro di sviluppo socio-economico al divieto di balneazione

Stiamo parlando del Lago di Varese, dove per millenni l’umanità ci ha vissuto intorno serenamente. Pensa che sono stati ritrovati addirittura dei resti di palafitte risalenti al V millennio a.C. Da quando se ne ha memoria il lago di Varese è sempre stato considerato un centro di sviluppo sociale e un’importante risorsa economica: ci si poteva fare il bagno, fare attività sportive come il canottaggio, e soprattutto pescare una grandissima varietà di pesci.

Fonte: C’era una volta Varese

Poi ad un certo punto qualcosa si è rotto…

A partire dagli anni ‘50 hanno iniziato a verificarsi degli strani fenomeni: sono comparse le prime alghe, il lago ha iniziato a cambiare colore, a diventare verde, l’acqua torbida, i pesci hanno iniziato a morire e in breve tempo il lago è stato dichiarato non balneabile.

Fonte: Save Lake Varese

Perché il lago è diventato non balneabile?

L'origine nel problema risiede nel fatto che le fogne dei comuni intorno hanno iniziato a scaricare l’acqua sporca direttamente nel lago.

Fonte: Save Lake Varese

Ti sarà sicuramente capitato di vedere, in altri fiumi o laghi, una patina verde che ricopre l’acqua. Beh è esattamente quello che è successo al Lago di Varese. Si chiama eutrofizzazione. Consiste nell’aumento eccessivo di sostanze, come fosforo e azoto, provenienti ad esempio da scarichi urbani e industriali che nell’acqua fungono da concime e portano alla proliferazione di batteri, i cianobatteri, impropriamente chiamati alghe.

Fonte: Save Lake Varese

Questi possono moltiplicarsi velocemente tanto da colorare l’acqua di verde e formare un fitto strato di melma in superficie che limita l’ossigeno presente nell’acqua, rendendola invivibile per i pesci. Per non parlare della capacità dei cianobatteri di sviluppare sostanze tossiche pericolose per la salute anche degli esseri umani.

L'eutrofizzazione è un processo irreversibile?

In teoria, l'eutrofizzazione fa parte del naturale processo di invecchiamento di un lago. Ma gli esseri umani, gettando direttamente nel lago le acque reflue o acque di scarico (cioè tutte le acque utilizzate nelle attività umane, domestiche o industriali che contengono sostanze organiche e inorganiche, come detersivi e prodotti chimici), hanno accorciato drasticamente questo processo da migliaia di anni a pochi anni. Insomma hanno piano piano soffocato tutto l’ecosistema del lago.

Fonte: Save Lake Varese

Inquinamento dei corsi d'acqua: a cosa è dovuto e perché è così esteso?

Naturalmente quello del Lago di Varese non è l’unico caso. Molto spesso si sente parlare di inquinamento causato da scarti umani gettati in corsi d’acqua. Questo succede perché i laghi, come il mare e i fiumi, hanno sempre avuto un potere autodepurante: contengono infatti al loro interno dei microrganismi che demoliscono le molecole dei materiali inquinanti organici (e di alcuni sintetici) ripristinando le normali caratteristiche dell’acqua.

Proprio per questo, in passato, per città come quelle intorno al lago di Varese non era stato necessario creare un sistema fognario moderno. Smaltivano le acque di scarico nel lago pensando che avrebbe per sempre ripulito i loro rifiuti. Non avevano però previsto che con l’aumento dei residenti da 500 mila nei primi anni ‘60 fino a più di 800 mila l’anno scorso, le attività industriali e le case sarebbero inevitabilmente aumentate, e che con l'utilizzo di sostanze sempre più nocive il lago non avrebbe più retto. A questo punto bisognava fare qualcosa.

Dai vuoti normativi a tentativi parzialmente efficaci

Per anni, nonostante le lamentele e la prima causa di natura ambientale in Italia, intentata dai pescatori del luogo che vedevano sempre più pesce scomparire, l’amministrazione pubblica si è fatta totalmente sfuggire di mano la situazione e non è intervenuta. Purtroppo mancavano le leggi.

Considera che solo nel 1974 la Regione Lombardia, per anticipare una norma nazionale che tardava, ha dato vita alla legge regionale n 48 la “Norma per la disciplina degli scarichi delle acque di rifiuto” il cui scopo era "l'eliminazione delle cause d’inquinamento” e, tra le altre cose, avrebbe dovuto stabilire i limiti di accettabilità per le acque di scarico.

Fonte: Save Lake Varese

Insomma quando hanno iniziato a comprendere che la situazione in tutta la regione era diventata insostenibile hanno cominciato a valutare i possibili interventi. Ma le soluzioni tecniche proposte per il risanamento del Lago di Varese non erano affatto condivise. Tra interessi contrapposti per via dei fondi da investire, l’inesperienza di amministratori pubblici ed esperti veri e altri che si spacciavano per tali, il dibattito è durato anni.

In circa 70 anni sono stati fatti numerosi tentativi per guarire il lago, tra cui onerosi interventi strutturali ma tutti si sono rivelati solo parzialmente efficaci e anche se hanno, in una certa misura, ripulito l’acqua non hanno avuto gli esiti sperati.

Dove hanno sbagliato?

Non hanno agito sulla vera causa del problema: il sistema fognario ancora tutt’oggi in alcuni tratti inefficiente.

Troppe volte si ha la tendenza a intervenire solo su ciò che è evidente agli occhi di tutti: curare l’acqua del lago; ma è un obiettivo impossibile da raggiungere se prima non vengono rimossi gli scarichi abusivi che sgorgano nel lago o non si risolvono gli sfioramenti, cioè quando l’acqua inquinata che passa nelle fogne e va verso il depuratore diventa troppa a causa della pioggia, e come qualsiasi vasca troppo piena, inizia a strabordare nuovamente nel lago. Praticamente annullando tutti i tentativi!

Dal Lago di Varese al resto del mondo: la situazione oggi

Confrontata con il passato, la situazione odierna appare tutto sommato migliorata: nell’estate 2022 c’è stata addirittura una prova di balneazione sperimentale, ma purtroppo siamo ancora lontani dal poter tornare a vedere l’acqua del lago di Varese com’era una volta.

Fonte: Antti Lipponen /Wikimedia Commons

Lo stesso vale purtroppo anche per il resto del mondo, in Europa le acque dichiarate eutrofiche comprendono il 32 % dei laghi, e altri casi simili sono il lago Tai, nel sud della Cina oppure il lago Erie tra Canada e Stati Uniti. Qui l’uomo sta lentamente soffocando e mettendo a rischio oltre alla biodiversità, anche il turismo, l'economia e la salute stessa degli esseri umani. Ma se iniziassimo a vedere i laghi, oltre che come degli habitat da salvaguardare, come un’importante fonte di capitale naturale, cioè una risorsa naturale che contribuisce alla produzione di beni e servizi utili anche per l’uomo, ci renderemo conto che il nostro dovere è quello di ridare nuova vita ai sistemi naturali lasciandoli in uno stato migliore di come li abbiamo ereditati.

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Polentona acquisita e curiosa instancabile. Sono a Milano dal 2016 e scrivo per passione da quando ho cinque anni. Amo il altro…