Si allarga il cerchio: ora anche in Italia la quarta dose è raccomandata anche per gli over80 e i fragili tra i 60 e i 79 anni. L’ha annunciato il Ministero della Salute che, sulla base delle indicazioni dell’Ema e degli Ecdc, ha dato quindi il via libera a un secondo richiamo per gli ultra-anziani e i fragili.
La somministrazione sarà effettuata solo con un vaccino a mRNA, quindi Pfizer o Moderna, ed è raccomandata nei dosaggi già autorizzati per la dose booster (quindi 30 mcg in 0,3 mL per Comirnaty; 50 mcg in 0,25 mL per Spikevax) “purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno 120 giorni dalla prima dose di richiamo”.
Alla platea di chi può accedere al secondo booster si aggiungono quindi le persone di età superiore agli 80 anni, gli ospiti dei presidi residenziali per anziani e quelle caratterizzate da un’elevata fragilità motivata da patologie concomitanti di età superiore ai 60 anni. “Al momento, tale indicazione non si applica ai soggetti che hanno contratto l’infezione da Sars-CoV-2 successivamente alla somministrazione della prima dose di richiamo”.
Le ragioni dietro il via libera da parte del CTS si basano sull’incontrovertibile aumento progressivo del rischio legato all’infezione da Sars-CoV-2 all’aumentare dell’età e, soprattutto, sui dati dati provenienti da Israele.
Partite anche questa volta in anticipo rispetto al resto del Mondo, le autorità sanitarie israeliane hanno raccolto i dati giunti dalla somministrazione della quarta dose da cui avrebbero visto come il secondo booster nei soggetti di età superiore ai 60 anni avrebbe portato una riduzione dell’80% della mortalità per Covid.
La quarta dose di vaccino generalizzata, per il momento, resta esclusa per le persone "sane" tra i 60 e i 79 anni. Il Cts, infatti, ha spiegato che è proposta solo nei soggetti che presentino specifici fattori di rischio, tenendo presente anche l’andamento epidemiologico e l’imminente e progressivo allentamento delle misure di contenimento.
Fonte | Ministero della Salute