A “News in vOhga” si parla di Nutri-score: perché è così discussa l’etichetta a semaforo per gli alimenti?

Nutri-score sì o Nutri-score no? Il suo compito è quello di valutare un prodotto in base al profilo nutrizionale e di orientare così le scelte dei consumatori verso una dieta più sana. Ma c’è chi in Italia è contrario a un sistema del genere, perché penalizzerebbe alcune eccellenze del nostro agroalimentare (anche riconosciute con il marchio Dop) come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma.
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Rubrica a cura di Redazione
19 Marzo 2021

Ci risiamo. Ciclamente si riapre il dibattito sul Nutri-score, il sistema di etichettatura a semaforo (basato su una scala composta da 5 lettere, dalla A alla E, che vanno dal verde al rosso) per i prodotti alimentari, adottato già in diversi Paesi europei, tra cui Francia, Germania, Spagna, Belgio e Paesi Bassi. Di recente, il tema è tornato nuovamente alla ribalta dopo che 277 scienziati ed esperti di sanità pubblica hanno rivolto a un appello alla Commissione Europea per chiedere l'adozione del Nutri-score su tutto il territorio europeo. Tra i firmatari anche 19 italiani, tra cui Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, Giuseppe Remuzzi e Silvio Garattini, rispettivamente direttore e presidente dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri".

In Italia il Nutri-score ha sempre suscitato forti polemiche. Dalla Codacons a Coldiretti, passando per Federalimentare: numerose sono state le critiche piovute sulla cosiddetta etichetta a semaforo. Perché? La maggiore preoccupazione è legata al fatto che alcuni prodotti made in Italy, tra cui formaggi, salumi e altri alimenti che magari godono del marchio di denominazione di origine protetta (e che dunque la stessa Unione Europea dovrebbe tutelare e valorizzare) verrebbero penalizzati per via delle loro qualità nutrizionali (elevato contenuto calorico o di sale o ancora di grassi saturi, per esempio). Insomma, a detta di chi è contrario al Nutri-score, un tale sistema di etichettatura risulterebbe fuorviante, indicando come "non preferibili" cibi che fanno parte della tradizione culinaria italiana e che vengono esportati in tutto il mondo, come il Parmiggiano Reggiano e il Prosciutto di Parma. Sul tema delle etichettature nutrizionali la Commissione Europea dovrà preparare una proposta nel 2022, mentre quest'anno sarà avviato uno studio d'impatto nell'ambito della strategia Farm to Fork. Staremo a vedere.

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