
Spolverare il pavimento delle aule, spostare e riordinare i mobili, pulire i corridoi. Da noi ci pensano i bidelli, in Giappone lo fanno gli alunni, sin dalla prima elementare. Ma non solo: in pausa pranzo, a turno, alcuni gruppi servono il pasto ai loro compagni. Un’amara punizione? No, anzi: si tratta di un’educazione a 360 gradi che coinvolge non soltanto le attività didattiche ma anche esercizi di cura verso se stessi e verso l’ambiente circostante. Sebbene siano solo dei bambini, questi piccoli studenti a otto anni sanno fare molte più cose di alcuni adulti europei.
Questo perché in Giappone, il sistema scolastico prevede che l’istruzione non si limiti soltanto all’apprendimento teorico, ma rappresenti una vera e propria formazione di una nuova generazione di giovani cittadini, che in futuro saranno già in grado di prendersi cura del proprio spazio e di tutto ciò che li circonda.
Le attività di pulizia e gestione del pranzo vengono introdotte sin dalla prima classe elementare, per poi proseguire fino al liceo, in modo tale che non siano vissute come uno sforzo, un carico in più, ma come un normale momento della giornata.
Inoltre, svolgere queste mansioni tutti insieme aiuta i bambini a creare comunità, stringere legami, li spinge a sviluppare dinamiche di aiuto reciproco e di appartenenza a un gruppo che si adopera per creare qualcosa di bello e positivo non solo per uno, ma per tutti. Senza contare il senso di responsabilità che viene stimolato nel corso di queste attività: i bambini mettono in ordine ciò che utilizzano, e questo consente loro di fare un uso più consapevole dei materiali a disposizione.
Ma la cura e l’attenzione che vengono trasmesse tra le mura scolastiche non si limitano soltanto al luogo in cui gli studenti trascorrono la maggior parte del loro tempo. I bambini giapponesi vengono responsabilizzati anche per quanto riguarda l’attenzione alla salvaguardia dell’ecosistema. A questo proposito, la Japan International Cooperation Agency ha messo a disposizione alcuni corsi scolastici per insegnare ai futuri cittadini a riciclare i rifiuti nel modo corretto. In particolare, si cerca di trasmettere ai bambini l’utilità del recupero degli scarti, insegnando loro a realizzare oggetti di uso quotidiano a partire da materiali che altrimenti verrebbero buttati, incentivandoli a riconoscere il valore di concedere una seconda vita.