A tu per tu con la Klebsiella pneumoniae, uno dei batteri più pericolosi per il nostro organismo

La Klebsiella pneumoniae è un batterio a forma di bastoncino che quando penetra nel tuo organismo provoca tendenzialmente polmoniti e infezioni alle vie urinarie. Le terapie per contrastarla prevedono cicli di antibiotici anche se si tratta di un microorganismo caratterizzato da un’altissima antibiotico-resistenza.
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Kevin Ben Alì Zinati 29 Dicembre 2020
* ultima modifica il 18/01/2021

La Klebsiella pneumoniae è un batterio a forma di bastoncino che vive nella tua mucosa respiratoria e nell’intestino. Ne avrai sentito parlare più che altro per le sue conseguenze: quando penetra nel tuo organismo, le manifestazioni più tipiche e gravi della Klebsiella pneumoniae sono le polmoniti e le infezioni alle vie urinarie. Le terapie per le infezioni da Klebsiella pneumoniae prevedono cicli con farmaci antibiotici anche se devi tener presente che si tratta di un batterio molto resistente ai trattamenti con cui viene attaccato.

Cos’è 

La Klebsiella pneumoniae è quello che viene definito un batterio Gram-negativo, si tratta di una classe di patogeni presenti praticamente in tutta la natura, dai mammiferi fino ai vertebrati e agli invertebrati.

In più, questi batteri sono definiti anche opportunisti: tendenzialmente colonizzano e infettano il tuo apparato gastrointestinale, la cute e il tratto respiratorio superiore.

La Klebsiella pneumoniae appartiene alla famiglia delle Enterobacteriaceae e al genere Klebsiella, di cui fanno parte diversi microrganismi :

  • Klebsiella pneumoniae
  • Klebsiella oxytoca
  • Klebsiella ozaenae
  • Klebsiella rhinoscleromatis
  • Klebsiella planticola
  • Klebsiella terrigena
  • Klebsiella ornithinolytica

Tra questi nomi, la Klebsiella oxytoca e soprattutto la Klebsiella pneumoniae sono i batteri responsabili della maggior parte delle infezioni nell’uomo, sono i più diffusi e quelli clinicamente più pericolosi.

Contagio

La Klebsiella pneumoniae è un batterio caratterizzato da una grande capacità di trasmettersi e colonizzare moltissime specie, e quindi anche nell’uomo. Il terreno più fertile per l’infezione da Klebsiella pneumoniae, tuttavia, non sono gli organismi di persone sane, bensì, i pazienti immunodepressi o colpiti da più patologie contemporaneamente.

Per questo, infatti, l’infezione da Klebsiella pneumoniae è tipica tra pazienti ospedalizzati, specialmente se ricoverati in reparti di terapia intensiva o comunque in persone che sono state sottoposte a interventi chirurgici.

Il batterio della Klebsiella pneumoniae può essere trasmesso tra pazienti o con il personale sanitario attraverso il contatto con le mani contaminate oppure con superfici infette come le maniglie delle porte o i telefoni.

Oltre a questo, ci sono altri fattori di rischio. Situazioni, ambienti o condizioni che possono quindi favorire l’infezione da Klebsiella pneumoniae:

  • Pazienti immunocompromessi
  • Persone affette da malattie gravi
  • Pazienti costretti all’uso prolungato di dispositivi medici invasivi come i tubi orotracheali, le tracheostomia o la ventilazione meccanica

La Klebsiella pneumoniae può colonizzare anche le ferite, la pelle, la faringe e il tubo digerente.

Cosa provoca

A seconda di dove si localizza, l’infezione da Klebsiella pneumoniae può dare origine a diverse manifestazioni che si contraddistinguono, a loro volta, con delle sintomatologie differenti.

Tra le conseguenze legate all’infezione da Klebsiella pneumoniae puoi trovare:

  • Infezioni nosocomiali
  • Polmoniti
  • Batteriemie
  • Infezioni urinarie
  • Rinoscleroma e ozena
  • Diarrea
  • Meningite
  • Colecistite

In generale, tra i sintomi più diffusi legati alle infezioni da Klebsiella pneumoniae ci sono:

  • Febbre
  • Brividi
  • Sintomi influenzali
  • Tosse
  • Aumento della minzione
  • Dolori alla parte bassa della schiena
  • Presenza di batteri nelle urine

Conseguenze

Le infezioni da Klebsiella pneumoniae sono tra le più comuni durante la gravidanza, con conseguenti infezioni vaginali e urinarie. Tra le altre patologie e condizioni che può causare ci sono:

  • Infezioni nosocomiali: come ti dicevo, le infezioni da Klebsiella pneumoniae sono molto tipiche negli ambienti ospedalieri e nei pazienti ricoverati. La manifestazioni cliniche più diffuse sono le polmoniti, la batteriemia, l’infezione di ferite o delle vie urinarie.
  • Infezioni delle vie urinarie: in questo caso potresti capire se il batterio Klebsiella pneumoniae ha colonizzato le tue vie urinarie da sintomi come i brividi o la febbre.
  • Polmoniti: l'infezione da Klebsiella pneumoniae a livello dei polmoni è una condizione grave che porta in necrosi il tessuto polmonare. Si manifesta con febbre alta e brividi, tosse e altri sintomi assimilabili a una sindrome influenzale. La polmonite da Klebsiella pneumoniae colpisce prevalentemente persone debilitate, anziani, pazienti affetti da diabete o da malattie broncopolmonari e, purtroppo, ha un elevato tasso di mortalità.
  • Rinoscleroma e ozena: il rinoscleroma è un’infiammazione cronica della rinofaringe mentre l'ozena è una rinite cronica con atrofia della mucosa nasale. Sono entrambe due infezioni delle vie respiratorie superiori causate dalla Klebsiella pneumoniae ma sono anche tra le più rare.

Come si cura

Quando senti parlare di infezioni da Klebsiella pneumoniae, la parola d’ordine è antibiotico. Sebbene le cure per questo tipo di infezione dipendano dagli organi che vengono coinvolti, il primo trattamento che il tuo medico tendenzialmente metterebbe in atto se fossi stato contagiato è un percorso a base di antibiotici.

Farmaci come le cefalosporine, i carbapenemi, gli aminoglicosidi o i chinoloni, a volte consigliati in combinazione. Oppure possono risultare efficaci anche ceftazidima, cefepime, levofloxacina, norfloxacina, moxifloxacina, meropenem, ertapenem e le combinazioni ampicillina/sulbactam, piperacillina/tazobactam e ticarcillina/acido clavulanico.

Nel caso in cui fosse necessario drenare eventuali ascessipolmonari, a volte possono rendersi necessari anche trattamenti chirurgici e quindi più invasivi.

Kebsiella e antibiotico resistenza

Come ti accennavo all’inizio di questo approfondimento, alcuni ceppi di Klebsiella hanno purtroppo sviluppato un'elevata capacità di resistenza a diversi antibiotici.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, negli ultimi anni alla lista degli antibiotici meno efficaci si sarebbero aggiunti anche la classe dei carbapenemi. Una condizione, probabilmente, dovuta all’aumento dell’utilizzo dei carbapenemi che, di riflesso, avrebbe aiutato la Klebsiella a resistergli, dando così origine a quello che l’Istituto definisce un “rilevante problema di sanità pubblica”.

Puoi capire, infatti, che una maggior resistenza a diversi antibiotici vuol dire, purtroppo, un minor numero di opzioni terapeutiche disponibili.

L’Iss, riguardo all’antibiotico-resistenza della Klebsiella pneumoniae, cita dei dati interessanti. Dopo una diminuzione nel 2017 e nel 2018, sembra che la percentuale di Klebsiella pneumoniae resistenti ai carbapenemi (imipenem, meropenem) nel 2109 sia aumentata dal 26,8% al 28,5%, così come quelli resistenti alle cefalosporine, agli aminoglicosidi e ai fluorochinoloni come la ciprofloxacina e la levofloxacina.

Fonti | Humanitas; Istituto Superiore di Sanità

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