Abra Pampa è una cittadina di poche migliaia di abitanti situata nella provincia argentina del Jujuy. Per decenni i suoi cittadini sono stati esposti a inquinamento da metalli pesanti, con tutte le conseguenze fisiche, sanitarie e ambientali che comporta e che sono visibili ancora adesso dal momento che per tantissimi anni nessuno è intervenuto a tutela delle persone esposte. Come se non stesse accadendo nulla.
Ma partiamo dall’inizio.
Nel 1955, nella città di Abra Pampa, fu costruita la fonderia Metal Huasi. L’impianto rimase attivo per oltre trent’anni, rappresentando la principale attività economica della città. Secondo l’Atlante della giustizia ambientale, già durante gli anni di attività si registravano pericolosi livelli di contaminazione dell’aria, che diventava pesante, faceva bruciare occhi e gola a chi abitava nei paraggi.
Quando alla fine degli anni 80 l’impianto chiuse i battenti, la situazione si aggravò. Infatti, vere e proprie montagne di piombo e rifiuti inquinanti vennero abbandonate a cielo aperto in diverse aree della città, anche vicino alle abitazioni, esponendo l’intera popolazione all’inalazione di sostanze altamente tossiche. Si parla di circa 60mila tonnellate di materiali come piombo, rocce prossime alla fusione, scorie, ghisa, che continuarono ad avvelenare suolo, acqua, aria e persone senza che nessuno intervenisse per rimuoverle o bonificare la zona.
Diverse volte nel corso dei decenni successivi alla chiusura vennero effettuate analisi del sangue a tappeto sulla popolazione per valutare le conseguenze dell’esposizione. Nel 2006, uno studio condotto dall’Applied Chemistry Research Group dell’Università nazionale di Jujuy ha rilevato che nel sangue dell’81% dei bambini di Abra Pampa erano presenti livelli di piombo talmente alti da essere considerati potenziali cause di danni neurologici e fisici molto gravi. Secondo l’OMS, tra l’altro, il piombo è una sostanza che non presenta livelli di esposizione al di sotto dei quali possa essere considerata innocua.
I cittadini iniziarono a ribellarsi e a chiedere collettivamente interventi per la salvaguardia della salute di tutti gli abitanti. Tantissimi bambini nacquero e crebbero con problematiche molto gravi. Il Governo, dal canto suo, attivò un piano di risanamento solo nel 2007, senza però pensare a una manovra che potesse aiutare le persone a livello sanitario, in particolare i bambini colpiti.
Ogni intervento che venne fatto su richiesta dei cittadini fu svolto in modo opaco e poco chiaro, fino alla dichiarazione di chiusura del programma di bonifica nel 2017.