Three Miles Island: l’incidente nucleare che pose un freno alle centrali americane per anni

È stato il peggior disastro nucleare della storia degli Stati Uniti, dovuto, a quanto pare, a carenza di manutenzione corretta e alla scarsa formazione di chi si trovata in sala di controllo quella notte. In ogni caso, comportò il blocco della realizzazione di nuove centrali nucleari in America per decenni.
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Rubrica a cura di Sara Del Dot
5 Aprile 2021

Un enorme reattore, un cilindro spessissimo e pesante contenente il nocciolo all’interno del quale avviene la fissione nucleare. È lui, chiamato Unità 2, il protagonista della storia dell’incidente di Three Miles Island, il più grande verificatosi fino a quel momento nella storia degli Stati Uniti e prima di Chernobyl e Fukushima.

Si trattava del secondo reattore dell’impianto nucleare Three Miles Island, appunto, situato sull’omonima isola. Era stato inaugurato il 19 settembre del 1978, per iniziare a generare energia a dicembre dello stesso anno.

Meno di tre mesi più tardi, il 28 marzo 1979, il reattore subì un meltdown (fusione) parziale del nucleo. E come accadde?

Alle 4.00 di quella notte di marzo, il rettore era a un regime di potenza del 97%. Il sistema di raffreddamento secondario del reattore si bloccò. Di conseguenza la pressione del refrigerante del circuito primario aumentò e automaticamente la valvola di rilascio si aprì. Poi avvenne l’arresto di emergenza del reattore, chiamato SCRAM, entro dieci secondi da quale la valvola avrebbe dovuto chiudersi. Invece la valvola rimase aperta per ore, anche a causa del fatto che nella sala di controllo non era presente un indicatore che lo segnalava e il circuito di raffreddamento primario si svuotò, smettendo di raffreddare il nocciolo che, non riuscendo a smaltire il calore, si surriscaldò e iniziò a fondere, rilasciando materia radioattiva. Ad aggravare la situazione fu anche il fatto che il personale di turno quella notte non era adeguatamente formato e preparato, avendo soltanto seguito un corso organizzato dall’azienda che naturalmente non era sufficiente per gestire problematiche di quella portata.

Senza che nessuno si rendesse davvero conto di ciò che stava accadendo, materiale radioattivo iniziò a disperdersi. Le acque all’interno dell’edificio di contenimento erano contaminate e così anche l’aria dal momento che gas radioattivi erano fuoriusciti e si stavano spostando trascinati dal vento. Si paventò l’ipotesi di una grossa bolla di idrogeno che avrebbe potuto provocare un’esplosione.

Fortunatamente, a differenza di altri incidenti nucleari che ben conosciamo, il materiale radioattivo rimase sempre all’interno dell’edificio di contenimento del reattore e in uno spazio vicino, senza disperdersi nell’ambiente e senza provocare danni gravi alle persone e all’ambiente. Questo perché l’edificio di contenimento non venne danneggiato e quindi trattenne gran parte della materia. La conclusione della bonifica  avvenne nel 1993, e la struttura al momento è sotto monitoraggio. Il reattore 1, invece, verrà arrestato definitivamente con tutta la centrale nel 2034.

Nell’incidente di Three Miles Island non ci fu morti né feriti e anche l’ambiente non sembrò essere colpito in modo particolare. Nonostante questo, la fiducia nei confronti di queste strutture crollò miseramente nell’opinione pubblica e negli Stati Uniti, per oltre trent’anni, non furono approvate nuove centrali nucleari.

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Sono nata e cresciuta a Trento, a due passi dalle montagne. Tra mille altre cose, ho fatto lunghe passeggiate nel bosco altro…