Love Canal: il disastro annunciato dei rifiuti tossici nascosti vicino alle cascate nel Niagara

Una discarica di sostanze tossiche abbandonate da un’azienda e, sopra, un’intera comunità costruita dopo il boom economico. Quella di Love Canal è una storia che nessuno vorrebbe mai sentire.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Rubrica a cura di Sara Del Dot
22 Marzo 2021

Immagina di vivere in un luogo tranquillo, circondato da una comunità tranquilla, dove tutti conducono le loro vite lavorando, crescendo i loro figli, costruendo e solidificando la propria quotidianità. Immagina di aver sempre vissuto lì, di non aver mai pensato seriamente di andartene e soprattutto non per ragioni che esulano dai tuoi specifici processi decisionali. Bene, la storia che ti sto per raccontare, quella del Love Canal, è la storia di un’intera comunità che è stata sconvolta all’improvviso dal ritrovamento, nel sottosuolo, di centinaia di sostanze chimiche e tossiche che erano state scaricate proprio lì da un’azienda chimica anni prima. Un attentato alla salute di un’intera comunità e, come sempre, sono stati i cittadini a pagarne le conseguenze. Sociali e sanitarie.

Il Love Canal

Nel 1984 William T. Love, iniziò a scavare un canale nei pressi della città delle cascate nel Niagara (Niagara Falls city), nella contea di Niagara, nello stato di New York. L’intenzione iniziale era quella di realizzare un canale che collegasse il fiume Niagara al lago Ontario sulle cui sponde sarebbe nata una città-modello e che avrebbe rifornito di energia idroelettrica tutte le attività industriali che sarebbero poi sorte nella zona. Il progetto però cambiò in corsa e pochi anni dopo, tra varie vicissitudini normative ed economiche, fallì. Il canale, ormai scavato per circa un miglio, rimase vuoto e abbandonato, riempiendosi d’acqua. A quel punto, dopo alcuni anni, il Comune della città iniziò a utilizzarlo come discarica, riversandoci i rifiuti urbani prodotti dalle comunità, per poi vedere ceduto l’utilizzo dello spazio a un’azienda, la Hooker Chemicals and Plastics, che prosciugò il canale e iniziò a stoccarci migliaia e migliaia di tonnellate di rifiuti tossici, chimici ed estremamente pericolosi, dopo aver rivestito lo spazio di argilla per contenere le sostanze. Attività che fu portata avanti circa dal 1942 fino al 1953 per un totale di 21.000 tonnellate di questi materiali altamente pericolosi, per un totale di circa 200 tipi diversi di sostanze chimiche note, sepolte a 6 metri sotto terra in fusti chiusi. Quando nel 1953 la discarica non fu più utilizzata e venne chiusa, il canale con tutte le scorie venne ricoperto di terra e di erba. Ogni cosa era nascosta, ma sotto la vegetazione si nascondeva un universo palpitante di pericolo. E l’azienda lo sapeva bene, infatti lo stesso anno concesse alla Niagara Falls School Board, l’ente scolastico locale, l’utilizzo del terreno, offrendolo per solo un dollaro ma con una clausola di esclusione da qualunque responsabilità e risarcimento futuro. In pratica, la Hooker Chemical regalò un terreno estremamente contaminato per costruirvi delle scuole senza assumersi alcuna responsabilità di ciò che aveva fatto in quello spazio per anni. E l’acquirente, pur sapendo tutto ciò che era stato fatto, accettò.

E poi?

Sul terreno inizialmente venne costruita la 99th Street School. Durante i lavori di scavo per le fondamenta della struttura, iniziarono a emergere alcuni barili di scarti tossici, e quindi il progetto venne spostato, di poco, per paura che potesse crollare a causa dell’instabilità del terreno. Alla 99th Street School, ne seguì un’altra, la 93rd Street School. A quel punto l’ente vendette i terreni rimanenti a privati immobiliari, ignari di ciò che si trovava ad appena pochi metri nel sottosuolo.

La zona iniziò quindi ad essere abitata, nella totale ignoranza di tutti i cittadini che vi acquistarono casa per poter vivere in tranquillità e costruire la propria famiglia. Ulteriori problematiche emersero quando, durante la costruzione di una rete fognaria per il distretto, lo strato protettivo di argilla iniziò a cedere facendo fuoriuscire alcune sostanze che furono ritrovate in cortili, cantine e zone adiacenti le abitazioni delle persone. Nel corso degli anni ’70, furono diversi gli episodi segnalati dagli abitanti della zona riguardo odori penetranti, incendi e sostanze colorate che apparivano nelle loro abitazioni. Gli effetti si percepivano anche sulle specie arboree e floreali e sulla qualità dell’aria. In pratica, le sostanze rimaste sotterrate per così tanto tempo stavano iniziando a emergere con prepotenza impattando sulla vita delle persone.

Sulla base di alcune analisi indipendenti condotte da due giornalisti della Niagara Gazette, i cittadini iniziarono a riunirsi in comitati per conoscere la verità. Pian piano, analisi dopo analisi, iniziarono a emergere composti organici volatili, sostanze pericolose per l’ambiente e la salute umana e la paura che tutto questo potesse nuocere gravemente alla salute dei cittadini dell’area.

Proteste e conseguenze

Dal 1978, quando la situazione fu un po’ più chiara, i residenti iniziarono a protestare. Nell’agosto dello stesso anno, la zona fu dichiarata in stato di emergenza sanitaria e le persone iniziarono a essere evacuate, soprattutto donne incinte e bambini di età inferiore a 2 anni. Poco dopo, il presidente Jimmy Carter dichiarò un stato di emergenza federale e chiese lo stanziamento di fondi federali per assistere la città nei processi di bonifica del sito.

A ciò si aggiunse l’introduzione del Comprehensive Environmental Response, Compensation, and Liability Act (CERCLA), una legge che prevedeva una tassa sulle aziende per gestire eventuali danni come questo e implicava la responsabilità anche retroattiva delle aziende, di conseguenza la Occidental Petroleum, che nel frattempo aveva acquisito la Hooker, fu obbligata a un risarcimento di quasi 130 milioni di dollari.

Gli effetti sulla salute

Soprattutto per quanto riguarda i bambini che studiavano nelle scuole nate sopra la discarica, le sostanze con cui erano entrati involontariamente in contatto ebbero degli effetti  molto gravi. Epilessia, difetti genetici, globuli bianchi bassi, ma ci furono anche episodi di nascite con danni cromosomici e difficoltà dell’apprendimento. La figlia di Karen Schroeder, la donna che per anni fu volto delle proteste dei residenti, era nata con dodici malformazioni. Gli aborti spontanei nella zona erano decisamente sopra la media. Nell’ambiente fu trovata anche la presenza di diossina e gli effetti sulla salute si trascinarono per diversi anni.

Questo articolo fa parte della rubrica
Sono nata e cresciuta a Trento, a due passi dalle montagne. Tra mille altre cose, ho fatto lunghe passeggiate nel bosco altro…