Allergie o intolleranze alimentari? Scopri le differenze

Quando mangi un determinato cibo e avverti dei crampi allo stomaco o un forte prurito, è perché soffri di un’allergia o di un’intolleranza? Conosci la differenza fra questi due tipi di disturbi? Se hai dei dubbi, ecco le risposte che cerchi.
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Sara Polotti 27 Luglio 2023
* ultima modifica il 10/10/2023

Stai mangiando un pezzetto di formaggio e inizi ad avvertire dei crampi allo stomaco. Di cosa si tratta? Di allergia o intolleranza?

Hai ragione, non è semplice distinguerle: i sintomi possono essere molto simili.

Con i termini "allergia" e "intolleranza" si indicano infatti due situazioni facilmente confondibili. Secondo il dizionario, "allergia" indica "non solo un’esagerata reattività dell’organismo verso particolari sostanze (dette allergeni) ma anche altre manifestazioni dovute all’ipersensibilità dell’organismo a uno stimolo di varia natura (fisico, chimico, nervoso)". Una "intolleranza" è invece un fenomeno "che, sotto l’aspetto clinico, rientra propriamente nel quadro dell’allergia, o, più genericamente, dell’ipersensibilità".

Non sono quindi la stessa cosa, anche se, secondo uno studio, il 19% delle persone è convinta di aver sviluppato un'allergia a un determinato alimento, mentre nella maggior parte dei casi si tratta di un'intolleranza. I dati più recenti indicano infatti numeri più bassi: nei paesi industrializzati solo il 2% degli adulti soffre di allergie o intolleranze alimentari. Si parla invece dell'8% per quanto riguarda i bambini. In Italia questo si traduce in 1,5 milioni di adulti allergici o intolleranti a qualche cibo o alimento.

Ma vediamo nello specifico quali sono le differenze tra le due e, soprattutto, come identificare quella che ti sta colpendo.

Differenze tra allergia e intolleranza alimentare

Se sei allergico a un alimento, significa che il tuo corpo percepisce una sostanza contenuta in quel cibo come agente esterno pericoloso, alla stregua di un virus o di un batterio. Ed esattamente come quando vuole difendersi da una malattia, attiverà contro l'intruso la risposta del sistema immunitario. Verrà così prodotta l'istamina, che provoca le eruzioni cutanee, i pruriti e i gonfiori tipici di questo disturbo.

Quando invece hai sviluppato un'intolleranza, si attiva un fenomeno simile al rapporto fra due persone che mal si sopportano. Si può rimanere a chiacchierare per pochi minuti senza conseguenze, ma se il tempo aumenta si rischia di sfociare in una discussione accesa o in un litigio.

Ecco, non tollerare un alimento significa faticare a digerirlo. Perciò il tuo apparato gastrointestinale accetterà che tu ne mangi una piccola porzione, ma quando esageri ti manifesterà la sua contrarietà, attraverso crampi allo stomaco e nausea.

La differenza fra i due tipi di ipersensibilità alimentare è, insomma, ben evidente. Ma ora proviamo a scendere più nel dettaglio e a capire meglio come si innescano i due disturbi.

Come ti dicevo prima, per poter essere definita tale, un'allergia deve coinvolgere la reazione dei tuoi anticorpi. La forma più comune di allergia alimentare è quella che stimola la reazione delle immunoglobuline di tipo E. Si tratta, appunto, di un‘allergia IgE mediata.

Se invece in un dato alimento sono contenute una o più tossine, il tuo corpo potrebbe reagire anche senza coinvolgere le immunoglobuline. In quel caso i sintomi possono apparire anche un po' di tempo dopo che il cibo incriminato è stato ingerito e di solito riguardano il tratto gastrointestinale (gonfiore, vomito, diarrea). Questo tipo di allergie viene definito non IgE mediato ed è tipico dei bambini che non riescono a bere il latte vaccino o, più avanti co l'età, a consumare il prodotti a base di grano.

Ci possono essere ragioni diverse per le quali sviluppi un'intolleranza nei confronti di un determinato alimento. Se il motivo è perché ti manca l'enzima che dovrebbe essere coinvolto nella digestione di quel cibo, allora si tratta di una forma enzimatica. Lo è, per esempio, quella al lattosio, uno zucchero presente nel latte e nei suoi derivati.

Se invece sei sensibile ad alcune sostanze contenute in quel prodotto, allora soffri di un'intolleranza farmacologica. Per esempio, potresti avere problemi a digerire spinaci, pomodori e frutta secca, ovvero alimenti ricchi di tiramina, che il tuo corpo potrebbe non gradire.

Come si individuano allergie e intolleranze alimentari?

Per capire se la reazione del tuo corpo è dovuta a un'allergia o a un'intolleranza alimentare, è opportuno chiedere una valutazione allergologica.

Il medico o la medica partiranno chiedendoti la tua storia clinica, eseguendo poi alcune prove cutanee (prick test) e un prelievo di sangue.

Il prick test funziona così: sulla pelle dell'avambraccio del paziente o della paziente viene applicata una goccia dell'allergene sospetto, facendolo penetrare con una lancetta di plastica o metallica con una punta di circa 1 millimetro. In caso di positività (e quindi di allergia) si vedrà una reazione cutanea locale, con un piccolo rigonfiamento arrossato, caldo e pruriginoso.

Il test del sangue permette invece di ricercare le IgE specifiche.

I sintomi

Finora ti ho parlato delle differenze, ma allergie e intolleranze alimentari hanno una cosa in comune: i sintomi. In entrambi i casi potresti provare dolori addominali, gonfiori, nausea, diarrea, prurito e arrossamento della cute. Va però precisato che le intolleranze provocano per lo più manifestazioni a livello gastrointestinale, mentre le allergie anche a livello sistemico.

Come puoi fare allora per capire di quale disturbo soffri? È la porzione a fare da discriminante: se sei allergico all'uovo, ti possono basterà ingerirne piccolissime quantità perché il tuo corpo reagisca. Se il tuo problema è un'intolleranza, per esempio, al lattosio può darsi che tu ne possa consumare piccole quantità senza notare il manifestarsi di qualche sintomo.

Cosa succede se non si curano le allergie e le intolleranze

C'è anche un altro dato al quale devi prestare attenzione: nel caso di un'allergia, spesso i sintomi compaiono in modo più intenso e in alcuni casi possono insorgere anche problemi respiratori e disturbi cardiaci, fino ad arrivare allo shock anafilattico. Si tratta di una reazione allergica improvvisa e molto grave, che può risultare fatale se non si interviene immediatamente (con un farmaco salvavita come l'adrenalina).

Questo avviene quando le allergie o le intolleranze non si conoscono (e quindi per ignoranza), oppure quando le si prende sottogamba senza curarle. La cura naturalmente può variare da soggetto a soggetto e da allergia ad allergia, ma in genere comprende dei farmaci in grado di contrastare la liberazione di mediatori della reazione allergica, riducendo così la risposta del corpo e l'infiammazione. Parliamo quindi degli antistaminici, che bloccare l'azione dell'istamina, che causa la maggior parte dei disturbi. Questi, per esempio, hanno efficacia sugli starnuti, sul prurito nasale e sul naso che cola. Nel caso dei cortisonici, invece, possono essere somministrati per bocca nei casi di grave reazione allergica oppure topicamente.

La prevenzione, però, è importante tanto quanto la cura.

Così come accade per i sintomi, anche per quanto riguarda la prevenzione il metodo è lo stesso: evitare di mangiare l'alimento che provoca reazioni avverse nel tuo organismo. Ma se nel caso dell'allergia non potrai proprio ingerirlo in nessuna occasione, per quanto riguarda l'intolleranza potresti riuscire a mangiarne piccole quantità senza provare pruriti o dolori.

Naturalmente, però, la prima cosa da fare quando ti accorgi che il tuo corpo non gradisce un determinato cibo, è parlarne con il tuo medico. Non è infatti possibile guarire completamente da allergie o intolleranze, ma esistono alcuni farmaci che ti aiutano a contrastare i sintomi o a digerire una particolare sostanza.

Inoltre, se soffri di intolleranza enzimatica, devi sapere che potrebbe anche trattarsi di un disturbo temporaneo: a volte basta astenersi per un certo periodo dall'alimento che provoca malessere e lasciare il tempo al tuo patrimonio enzimatico di ricrearsi e superare il problema digestivo.

(Scritto da Giulia Dallagiovanna il 19 gennaio 2019; modificato da Sara Polotti il 27 luglio 2023)

Fonti| Fondazione Veronesi; Centro allergie alimentari;

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