Allerta meteo rossa in Veneto e frane in Liguria: dove si sono verificati gli allagamenti e perché c’entra la crisi climatica

Allerta rossa in Veneto con Vicenza tra le città più colpite e allerta arancione su buona parte dell’Emilia. Pieve Ligure tagliata in due da una frana. Le abbondanti e violente piogge stanno provocando non pochi disagi nel centro nord, colpa anche degli ultimi mesi insolitamente miti a causa del cambiamento climatico.
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Evelyn Novello 28 Febbraio 2024

Frane in Liguria, allerta rossa in Veneto e allerta valanghe sulle Alpi. Dopo mesi invernali che ricordavano, per temperature, la primavera, buona parte d'Italia è alle prese con il maltempo. Vicenza è una delle zone più colpite per l'esondazione di alcuni fiumi tra cui il Retrone, tracimato in più punti. Per rischio idraulico e rischio idrogeologico, la Protezione Civile ha emesso una allerta rossa su settori della Regione. Interrotta la linea ferroviaria Milano-Venezia, bloccata tra le stazioni di Vicenza e Padova già da ieri pomeriggio quando si è iniziato a prevedere il rischio di inondazioni nel vicentino e nel comune di Torri di Quartesolo. Le precipitazioni dovrebbero proseguire per tutta la giornata di oggi. Sono 60 finora gli interventi dei Vigili del Fuoco.

"Le previsioni ci indicavano 200 millimetri in 48 ore –  ha spiegato ieri l'assessore regionale alla Protezione civile Giampaolo Bottacin. – Per ora siamo a 60-90, con picchi nell'alto Veronese e nella zona di Recoaro (Vicenza), dove abbiamo raggiunto oltre 115 millimetri. Nelle prossime ore la perturbazione si sposterà a Est, verso pedemontana trevigiana e montebellunese. É stato attivato il bacino di Montebello, quello sull'Orolo è in fase di collaudo, a breve sarà aperto quello della Colombaretta. Non escludo, viste le previsioni con la perturbazione che si sta spostando sul Trevigiano, che venga aperto anche quello sul Muson dei Sassi".

A Padova da ieri è stato aperto il servizio di piena per la preoccupazione per il fiume Bisato in rapida crescita. Nella provincia, si sono verificati allagamenti per l'esondazione alcuni canali, come a Cervarese Santa Croce, dove il Comune raccomanda prudenza. Strade allagate anche a Teolo anche se la situazione è stata definita non critica dai vigili del fuoco. Nessuna persona è stata coinvolta, nonostante gli allagamenti di scantinati e fossati anche nel basso estense e nel comune di Carceri.

La situazione non è migliore in Liguria dove, ieri sera, una frana ha letteralmente tagliato in due Pieve Ligure. Mille abitanti isolati, scuole chiuse e alcuni sfollati. Dopo la frana nella giornata di ieri che ha distrutto la scalinata di una scuola a San Fruttuoso di Genova e quella che ha invaso la A10 tra Celle e Varazze in direzione Genova, si è verificato un altro smottamento lungo la strada provinciale a Davagna che ha causato la rottura di una tubazione del gas imponendo temporaneamente la chiusura del tratto al traffico.

Le forti piogge non hanno risparmiato nemmeno la Toscana, in cui le cumulate hanno superato i 130 millimetri a Fabbriche di Vergemoli e 121 ad Equi Terme. Alti i livelli in tutti i bacini delle zone oggetto di allerta, in particolare su quelli centro-settentrionali e costieri. La pioggia ha provocato più frane in provincia di Lucca e allagamenti a Livorno. Aumentata la portata dell'Arno e alcuni fiumi sono sorvegliati speciali anche in Emilia, in cui alcune parti sono in allerta arancione.

Per quanto questo meteo così avverso possa essere definito "maltempo", dobbiamo ricordare che gran parte di queste frane ed esondazioni è direttamente imputabile ai cambiamenti climatici. La frequenza e l'intensità di questi fenomeni sono date dal surriscaldamento globale, i cui effetti sono ancor più palesi in zone a maggior rischio idrogeologico.

"Gli effetti dei cambiamenti climatici stanno modificando l’equilibrio di alcuni fenomeni naturali che, a causa dell’estrema e indiscriminata urbanizzazione di alcune aree, stanno diventando una minaccia per la nostra sicurezzaaveva spiegato Andrea Di Piazza, geologo che collabora con Ohga. – Sono questi i fattori che compongono il dissesto idrogeologico: da un lato gli eventi meteoclimatici, dall’altro la loro interazione con le aree urbanizzate."

Inoltre c'è il problema delle temperature e delle ondate di calore che hanno caratterizzato i mesi invernali di gennaio e febbraio. Un caldo anomalo che, entrando in contatto con il fronte più freddo originato dal vortice ciclonico, ha reso le precipitazioni più intense. Questo tipo di fenomeni è in aumento nel nostro Paese, considerato dagli esperti un hotspot climatico.