Anche un’ora e un quarto: quanto dovrebbe durare una pausa pranzo per staccare davvero

La pausa pranzo è spesso l’unica opportunità che un lavoratore ha durante la giornata lavorativa per ricaricarsi e offre un’ottima scusa per nutrire la propria salute fisica e mentale. Andrebbe vissuta lontano dall’ufficio e soprattutto dovrebbe durare almeno 75 minuti.
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Valentina Rorato 12 Gennaio 2024
* ultima modifica il 27/01/2024

La pausa pranzo è un momento importante della giornata e bisogna sfruttarla al meglio per riposare e per lavorare con maggiore concentrazione. Lo scopo di questo intervallo è quello di ripristinare le risorse utilizzate nella propria attività professionale, e ciò avviene al meglio attraverso un distacco psicologico. Per questo motivo, dovrebbe durare almeno 30 minuti, ma si può arrivare fino a 75 minuti.

In uno studio sperimentale condotto da scienziati finlandesi pubblicato alcuni anni fa, sono stati confrontati tre gruppi di lavoratori impegnati in un intenso lavoro mentale: il primo gruppo di dipendenti ha fatto una pausa pranzo di 15 minuti per una passeggiata nel parco, il secondo gruppo ha eseguito esercizi di rilassamento e il terzo gruppo ha trascorso la pausa pranzo normalmente. Dopo l'esperimento di dieci giorni, i risultati hanno mostrato che sia chi camminava nel parco e chi faceva esercizi di rilassamento sentivano meno tensione rispetto a chi faceva una pausa pranzo “normale”.

Ma quanto dovrebbe durare? La pausa pranzo dura dai 30 ai 60 minuti a seconda degli uffici e delle aziende. Secondo il MIT, ogni 75/90 minuti di lavoro dovrebbe arrivare un break di almeno 15 minuti. In questo modo si facilita l’apprendimento di nuove informazioni e aumenta la concentrazione.

Secondo i parlamentari inglesi, la pausa pranzo e ricreativa dei bambini nelle scuole dovrebbe essere di 75 minuti. Il tempo passato lontano dalla classe, infatti, è fondamentale per la salute e la forma fisica.  E ciò dovrebbe valere anche per gli adulti che riescono a essere decisamente più produttivi. Secondo una ricerca pubblicata su Applied Ergonomics, inoltre, chi lavora al computer e si prende una pausa di pochi minuti ogni 20-40 minuti avrà molti meno dolori al collo e alle spalle di chi non lo fa.

A questo quadro va aggiunto un altro dettaglio: le persone tendono essere molto produttive al mattino con un picco alle 11 e un calo netto delle prestazioni dopo le 16. È dunque importante organizzare la giornata lavorativa sfruttando al meglio i momenti di massima resa, ma condendo anche al nostro cervello un adeguato riposo per migliorare la concentrazione.

Fonti | Vilnius University; "Computer terminal work and the benefit of microbreaks" pubblicato su Applied Ergonomics; "Productivity Through Coffee Breaks: Changing Social Networks by Changing Break Structure" pubblicato su Social Science Research Network;

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.