Area benessere, parrucche e manicure: quando la cura per il tumore al seno non è fatta di sole chemio

Un day hospital con area benessere, banca parrucche, area yoga, spazio colloqui con psiconcologi, igienista dentale ed estetiste. Colori energici, fotografie e testimonianze coraggiose che accompagnano i pazienti oncologici e, in particolare, le donne con cancro mammario nella loro lotta contro la patologia. Il reparto di Oncologia Medica 2 del Molinette di Torino è stato rivoluzionato grazie ad ANDOS, Associazione donne operate al seno, per dare un’accoglienza calorosa a chi si deve recare spesso in ospedale, facendo sì che quelle mura non siano solo simbolo di malattia.
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Evelyn Novello 30 Ottobre 2023
Intervista a Dott.ssa Fulvia Pedani Oncologa e Presidente A.N.D.O.S. Torino e Coordinatrice Nazionale

Esami, chemio, attese che sembrano infinite, le solite quattro mura. L'incertezza, la perdita dei capelli e del naturale desiderio di curare la propria persona. L'aspetto estetico che fa sì che ogni persona si riconosca ogni mattina allo specchio e che compone la propria identità si modifica in continuazione durante una terapia oncologica, ogni particolare muta e, con esso, l'amore per sé stessi. Il lungo percorso di guarigione che permette alle donne di sconfiggere un tumore al seno può essere estenuante e non solo per l'aggravarsi della propria salute. Spesso le pazienti non si pensano più come donne e si identificano solo nel cancro, annullando ogni tratto che le contraddistingue. L'Associazione nazionale donne operate al seno (A.N.D.O.S.) pensa anche a questo, a preservare un benessere che trascende le cure (che rimangono imprescindibili) prendendosi cura delle pazienti in ogni istante della loro battaglia contro il tumore. Il day hospital e i nuovi ambulatori del reparto di Oncologia medica 2 dell'Ospedale Molinette di Torino è stato di recente, grazie ad Andos, completamente rinnovato e ristrutturato su misura della salute psicofisica dei pazienti oncologici perché l'ospedale, il luogo che diventa a tutti gli effetti per loro una seconda casa, non deve essere solo simbolo di sofferenza. In occasione dell'Ottobre rosa, abbiamo voluto dare spazio a quello che può essere un modello da seguire per ogni struttura sanitaria perché una fetta di terapia deve riguardare anche la salute mentale.

Andos ospedale molinette Torino

Colori, immagini e significati

Una rivoluzione nel reparto di Oncologia Medica 2 dell'ospedale Molinette di Torino, nuovi colori e quadri, attività ricreative, area benessere con servizi di estetica e psicoterapia, perché il prendersi cura possa essere essa stessa una cura. Andos ha partecipato a questo restyling perché sostenitore della volontà di reinserimento dei malati oncologici nella società, e di quella di piacersi, ancora, nonostante i cambiamenti radicali che il corpo subisce. ""Salute" per l’OMS non è più solo "assenza di malattie" ma è intesa come benessere biopsicosociale e i luoghi di cura devono rispecchiare questa nuova definizione – spiega Fulvia Pedani, presidente Andos Torino e Coordinatrice nazionale. – Devono essere strutture rassicuranti anche visivamente e porsi in sintonia con le terapie così che l'ospedale venga recepito non solo come sede di sofferenza. Pensando a questo, abbiamo modificato in parte il reparto di oncologia per dare un senso di accoglienza. Abbiamo giocato sul colore delle pareti con un azzurro cielo e un blu e giallo nel pavimento, colori luminosi, energetici e benefici perché creano un disegno ondulato che, per chi soffre di vertigine, diminuisce il senso di disequilibrio. Alle pareti, invece, abbiamo appeso fotografie che raccontano la storia di una delle nostre donne e di altre pazienti operate mentre mostrano con fierezza i loro seni, per dimostrare che continuare a piacersi è possibile nonostante l'operazione".

L'importanza dei progetti fotografici è presto spiegata con il fatto che alcune donne rinunciano alle operazioni e alle cure necessarie perché pensano di non riuscire ad accettare una modifica corporea di una parte, come il seno, che è per molte è il cuore della femminilità. "Le immagini dimostrano che la donna può riacquistare fiducia in sé stessa e conservare la sessualità, il rapporto con i figli e con il partner. Alcune donne, purtroppo, non si guardano ancora allo specchio dopo tanti anni" precisa la dottoressa.

Andos ospedale molinette Torino

Non solo estetica

Manicure, pedicure e igiene dentale. Solo estetica? Non proprio. La chemioterapia, se da un lato distrugge le cellule tumorali, dall'altro può danneggiare anche le cellule sane. "Alterazioni delle unghie come onicolisi e paronichia sono solo alcuni degli effetti collaterali che possono interessare le unghie di mani, piedi e la cute intono ad esse. Il servizio di estetica del reparto vuole prevenire questi danni cutanei perché se ci fossero infezioni il paziente dovrebbe interrompere le cure. Chi è in terapia, purtroppo, tende a trascurarsi, è un problema culturale ma anche economico, non tutti se lo possono permettere e non tutti hanno un’igiene adeguata. Le nostre estetiste, tutte formate appositamente, segnalano ai medici questi problemi ed educano a comportamenti corretti. Abbiamo anche un'igienista orale per prevenire le infiammazioni alle mucose, perché un altro danno che possono procurare le chemio sono le mucositi" spiega Pedani.

I nuovi servizi in day hospital, nella divisione di oncologia, sono una questione di benessere che influisce positivamente su qualsiasi malato oncologico, uomini e donne, perché quando si parla di salute non si può tralasciare l'aspetto psicologico. "Abbiamo voluto un ambulatorio per i colloqui con gli psiconcologi – precisa Pedani – Dobbiamo accompagnare e indirizzare la comunicazione della malattia, della sua progressione e delle cure perché al reparto accedono persone in vari stadi di malattia e condizione sociale: la persona anziana sola così come la mamma che non sa come comunicare la malattia ai bimbi o la lavoratrice che sta vivendo problemi in azienda. Il supporto socio-psicologico deve essere per tutti".

E poi c'è anche il fattore puramente estetico che, però, incide moltissimo sull'umore di chi sta vivendo un periodo tanto complesso quanto, a volte, tragico, in cui un attimo di svago può essere un toccasana per lo spirito. "La persona che viene in ospedale è spesso costretta ad attendere le terapie per molto tempo – puntualizza la dottoressa – utilizzare quell'attesa per prendersi cura di sé è un modo per tollerare meglio le ore che deve trascorrere qua. Abbiamo una banca della parrucca con fasce e turbanti così che ognuno possa prenderli su supervisione del nostro parrucchiere. Facciamo attività ricreative come decoupage e lavoretti manuali e offriamo dei visori per fare viaggi virtuali nei musei, in montagna, al mare. Aiutiamo i pazienti a svagarsi e ad accettare meglio la terapia".

Andos ospedale molinette Torino

La malattia oncologica si inserisce in uno status sociale, economico e familiare che viene stravolto e che magari poggiava già su basi fragili, per questo un clima accogliente in un luogo frequentato così di frequente non può che ricevere feedback positivi. "Da un primo studio pilota compiuto prima del lockdown è emerso che tutti i pazienti che hanno fatto pedicure, massaggi, cura del viso e delle mucose hanno avuto una sensazione di accudimento, si sono sentiti presi in carico come persone e non come malate" conclude Pedani.

La parola alle volontarie

La squadra di Andos è fatta di professionisti ma anche di volontarie che ogni giorno rimangono accanto a chi ha una patologia oncologica. Come Piera, che è una pittrice e organizza attività e laboratori nelle sale d’attesa. "Cerchiamo di intrattenere i pazienti nel modo più gioioso possibile, facciamo decupage, dipinti e lavoretti. Sono una volontaria ma queste cose arricchiscono anche me. Io stessa 20 anni fa sono stata operata di tumore al seno e avrei voluto tanto servizi come questi. Ora vedo le donne più coraggiose, i medici molto umani e questo fa tanto in aggiunta alle terapie. Posso dire che questo ospedale ha qualcosa in più" commenta la volontaria.

Andos ospedale molinette Torino

Carla, invece, si occupa dell'accoglienza e fa parte di Andos da 13 anni, da quando ha avuto la diagnosi di cancro al seno. "Avendo vissuto in prima persona la patologia, cerco di incoraggiare le pazienti. Giro per il reparto, mi avvicino a loro e le spingo a parlare per confrontarsi. Cerco di fare capire loro che la cura dei medici è essenziale e che questo dolore l'ho provato anch'io ma con un aiuto psicologico tutto può essere più semplice. Vedo donne che sentono proprio la necessità di un dialogo, cercano risposte e una condivisione". Condivisione che trova terreno fertile in tutti i volontari che, grazie alla loro vicinanza, rendono il grigio della malattia una sfumatura di colore.