Arriva in Italia il biodiesel sostenibile, l’alternativa all’elettrico

Sai cosa sono gli eFuels? Nuovi carburanti bio che vengono prodotti grazie alla lavorazione di materie prime di scarto e residui vegetali. Sono arrivati in Italia a partire da febbraio 2022, ecco dove puoi trovarli.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Francesco Castagna 24 Febbraio 2023

Ti ricordi quando ti avevamo parlato del Fit for 55? L'ambizioso piano dell'Unione europea, che dal 2035 vuole bloccare la vendita di auto a benzina e diesel, a favore dell'elettrico e dell'idrogeno verde? Ecco, potrebbe esserci una speranza per l'industria che non è ancora riuscita a portare a termine la transizione ecologica.

Sono gli eFuels, ovvero i combustibili di nuova generazione, che vengono creati in laboratorio e mirano a bilanciare la CO2 sottratta dalla realizzazione con quella emessa.

L'Unione Europea ha tempo entro il 2026 per valutarne l'effettiva sostenibilità (anche se l'investimento di alcune aziende su questo tipo di carburante, a pochi anni dalla decisione, fa già pensare sul tipo di decisione che potrebbe prendere la Commissione UE).

Ebbene, i primi combustibili di nuova generazione sono arrivati in Italia, realizzati secondo i parametri della Direttiva UE  2018/2001, ovvero la “REDII”.

Composizione

Questi nuovi carburanti sono bio e sono stati realizzati con da materie prime di scarto e residui vegetali, e da olii generati da colture non in competizione con la filiera alimentare. Il biocarburante è attualmente disponibile in 33 province -come Roma, Firenze, Bologna, Genova e Torino- ma a partire da marzo sarà possibile trovarlo in altre città, si arriverà quindi a una disponibilità pari a 150 punti vendita.

Stazioni e carburante

Il carburante in questione si chiama HVOlution ed è il primo diesel di Eni Sustainable Mobility. L'azienda è riuscita a produrre questo tipo di biocarburante grazie a un investimento fatto nel 2014, quando sono state trasformate le raffinerie di Venezia e Gela in bioraffinerie palm oil free dalla fine del 2022.

Secondo l'azienda, anche se non si tratta di un combustibile a zero impronta carbonica, permetterebbe di ridurre le emissioni di CO2 tra il 60% e il 90%. Bisognerà capire se potrà aiutare, oltre al settore delle macchine private, anche quello dei trasporti pesanti.

HVOlution infatti potrebbe contribuire alla decarbonizzazione di questo settore già da subito, perché è possibile utilizzare le attuali infrastrutture ed è compatibile con tutte le motorizzazioni omologate, di cui mantiene invariate le prestazioni.

“Il biocarburante puro HVOlution ha un ruolo fondamentale perché già da oggi può dare un contributo importante alla decarbonizzazione della mobilità, anche del trasporto pesante. Questo prodotto arricchisce l’offerta nelle stazioni di servizio, affiancandosi all’attuale proposta di prodotti low-carbon, come le ricariche elettriche", ha detto Stefano Ballista, amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility.