Arrivano i primi incoraggianti risultati per un vaccino anti-cancro costruito con mRna

Moderna ha reso noti i risultati di uno studio di fase 2 in cui il vaccino “4157/V940”, utilizzato in combinazione con degli anticorpi monoclonali, avrebbe garantito una riduzione del rischio di recidiva del melanoma in stadio III e IV addirittura del 44%.
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Kevin Ben Alì Zinati 15 Dicembre 2022
* ultima modifica il 15/12/2022

Dal Covid-19 al cancro il passo può essere breve. Soprattutto se un vaccino a mRna si dimostra potenzialmente capace di ridurre il rischio di morte causato dal melanoma.

La promessa arriva dai risultati di uno studio messo a punto da Modena che, nonostante appartengano ancora alla Fase 2, sono ambiziosi e importanti. Il loro vaccino “4157/V940”, utilizzato in combinazione con degli anticorpi monoclonali (il farmaco Keytruda), avrebbe infatti garantito un tagliato il rischio di recidiva da questo tumore della pelle addirittura del 44%.

Se dovesse trovare ulteriori conferme nella fase successiva della sperimentazione, il vaccino di Moderna potrebbe assestare un colpo non indifferente a quella che oggi è la forma più grave di cancro della pelle, responsabile di quasi 325mila nuovi casi nel mondo solo nel 2020 e caratterizzata da una sopravvivenza a cinque anni stimata al 60,3% quando diagnostica allo stadio III e al 16,2% per lo stadio IV.

Come puoi immaginare, il vaccino sperimentale di Moderna funziona sostanzialmente allo stesso modo di quelli impiegati per arginare la diffusione di Sars-CoV-2. Una volta iniettato, il farmaco sfrutta l’Rna messaggero per trasportare ai linfociti T le informazioni per riconoscere le cellule tumorali e a distruggerle.

La differenza, che in realtà è un’innovazione, sta nella natura “personalizzata” del vaccino. Significa che è in grado di stimolare il sistema immunitario a produrre una risposta antitumorale specificamente indirizzata per riconoscere e aggredire la firma di mutazione del suo cancro. Keytruda, invece, è un’immunoterapia che agisce rinvigorendo le capacità difensive del sistema immunitario.

Ii risultati rivanno da uno studio svolto su 157 pazienti affetti da melanoma in stadio III/IV. Dopo essere stati prima sottoposti alla resezione chirurgica completa del tumore, questi sono stati divisi in due gruppi: uno ha ricevuto la combinazione di vaccino (nove dosi totali) e farmaco (200 mg ogni tre settimane fino a 18 cicli per circa un anno) e l’altro è stato trattato solo con Keytruda per quasi un anno intero, fino alla recidiva della malattia o al raggiungimento di una tossicità inaccettabile.

"I risultati di oggi sono molto incoraggianti per il campo del trattamento del cancro. L'mRNA è stato trasformativo per Covid-19 e ora, per la prima volta in assoluto, abbiamo dimostrato il potenziale dell’mRNA di avere un impatto sui risultati in uno studio clinico randomizzato sul melanoma – ha spiegato Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna – Inizieremo ulteriori studi sul melanoma e su altre forme di cancro con l'obiettivo di portare ai pazienti trattamenti oncologici veramente personalizzati”.

Fonte | Moderna

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