Bere latte non aumenta il colesterolo e non fa male al cuore: il nuovo studio

Il latte fa ingrassare? Sono numerose le persone che lo evitano proprio per questo motivo, poi c’è chi è convinto che faccia alzare il colesterolo. Una meta analisi molto importante ha dimostrato che chi beve latte può avere un indice di massa corporea più importante, mantenendo però livelli di colesterolo più bassi.
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Valentina Rorato 4 Giugno 2021
* ultima modifica il 30/06/2021

Hai rinunciato a bere latte per paura che potesse alzarti il colesterolo? La tua colazione non è più la stessa, perché inzuppare i tuoi biscotti la mattina dava alla giornata un sapore migliore. Per te, però, ci sono buone notizie. Secondo uno studio pubblicato sull'International Journal of Obesity, che a sua volta ha revisionato tre ampi lavori sulla popolazione, le persone che bevono regolarmente quantità (anche elevate) di latte hanno livelli più bassi di colesterolo sia buono sia cattivo, sebbene i loro livelli di indice di massa corporea siano più alti rispetto ai non bevitori di latte.

Come mai? Alla base pare ci sia una variazione genetica. Per l’esattezza si tratta di una variazione nel gene della lattasi associata alla digestione degli zuccheri del latte noti come lattosio.

Abbiamo anche scoperto che quelli con la variazione genetica avevano un indice di massa corporea e grasso corporeo più elevati, ma soprattutto avevano livelli più bassi di colesterolo buono e cattivo e un rischio significativamente inferiore di malattia coronarica. Tutto ciò suggerisce che ridurre l'assunzione di latte potrebbe non essere necessario per prevenire le malattie cardiovascolari”, ha spiegato il professor di Nutrigenetica e Nutrigenomica presso l'Università di Reading, Vimal Karani.

La nuova ricerca è stata condotta a seguito di diversi studi contraddittori che avevano messo in relazione il consumo di latticini e le malattie cardio-metaboliche come obesità e diabete. Per tenere conto delle incongruenze nella dimensione del campionamento, etnia e altri fattori, il team ha condotto una meta-analisi dei dati di 1,9 milioni di persone e ha utilizzato l'approccio genetico per evitare confusione.

Anche se i dati della biobanca britannica hanno mostrato che quelli con la variazione genetica della lattasi avevano un rischio inferiore dell'11% di diabete di tipo 2, lo studio non ha suggerito che vi siano prove evidenti di un legame tra una maggiore assunzione di latte e una maggiore probabilità di diabete.

Lo studio mostra certamente che il consumo di latte non è un problema significativo per il rischio di malattie cardiovascolari, anche se c'è stato un piccolo aumento dell'IMC e del grasso corporeo tra i bevitori di latte”, ha aggiunto il professore. “Quello che abbiamo notato è che non è chiaro se sia il contenuto di grassi nei prodotti lattiero-caseari a contribuire ai livelli di colesterolo più bassi o sia dovuto a un ‘fattore latte' sconosciuto”.

Fonte | “Evidence for a causal association between milk intake and cardiometabolic disease outcomes using a two-sample Mendelian Randomization analysis in up to 1,904,220 individuals” pubblicato sull'International Journal of Obesity il 24 maggio 2021.

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