Bisfenolo A, Pfas e ftalati: il mix di queste sostanze “quotidiane” potrebbe danneggiare il cervello dei bambini anche nell’utero

Il mix dei cosiddetti “interferenti endocrini” contenuti in moltissimi oggetti di uso comune come bottigliette d’acqua in plastica, pellicola per avvolgere i cibi, giocattoli e cosmetici nelle donne in gravidanza può aumentare il rischio di danni neurologici nel feto provocando molte volte un ritardo nel linguaggio.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 23 Febbraio 2022
* ultima modifica il 23/02/2022

Dalle bottigliette d’acqua in plastica alla pellicola per avvolgere i cibi fino ai giocattoli e ai cosmetici: tutti questi oggetti di uso comune e che molto probabilmente possiedi anche in casa tua, sono composti da quelli che la scienza ha definito “interferenti endocrini”.

Sto parlando del bisfenolo A, dei Pfas, degli ftalati e di altre sostanze capaci di interagire con il tuo sistema endocrino e, potenzialmente, di danneggiare l’organismo.

Presi singolarmente, queste sostanze non rappresentano un grosso rischio per la tua salute poiché le normative nazionali ed europee oggi ne limitano le concentrazioni sotto livelli accettabili e “sicuri”.

I problemi arrivano però quando entrano nel nostro organismo combinate tra loro. Il mix di queste sostanze chimiche nel caso di donne in gravidanza può aumentare il rischio di danni neurologici nel feto provocando molte volte un ritardo nel linguaggio.

L’ha dimostrato lo studio europeo EDC-MixRisk, la più ampia indagine mai condotta sull’interferenza che queste molecole estremamente pervasive e presenti nella nostra vita quotidiana possono esercitare sul nostro organismo una volta entrate attraverso cibo, acqua e aria.

Gli scienziati, tra cui spiccano anche l’Università degli Studi di Milano, l’Istituto Europeo di Oncologia e il Human Technopole, hanno prima monitorato circa 2mila donne dall'inizio della gravidanza fino all'età scolare dei bambini, rintracciando nel loro sangue e nelle loro urine un mix di sostanze chimiche associato a un ritardo nello sviluppo del linguaggio nei bambini all’età di 30 mesi.

Poi hanno scoperto i bersagli molecolari attraverso cui i livelli critici di questo mix inficiavano la regolazione dei circuiti endocrini e dei geni coinvolti nell'autismo e nella disabilità intellettiva dei feti. Infine, hanno utilizzato i risultati per mettere a punto metodi di valutazione del rischio specifici per quel determinato gruppo di sostanze.

I risultati descritti sulla rivista Science hanno dimostrato che il 54% delle donne incinte coinvolte nello studio era stato esposto a un aumentato rischio di ritardo del linguaggio nei propri figli.

Anche a concentrazioni basse, il mix di bisfenolo A, Pfas e ftalati è in grado di interferire sia con alcuni geni coinvolti nello sviluppo del cervello sia con altri legati a forme di autismo caratterizzate da disturbi del linguaggio.

Come ti ho accennato all’inizio, le valutazioni del rischio degli enti regolatori, e dunque i limiti entro cui devono stare le concentrazioni degli interferenti endocrini negli oggetti, oggi si basano perlopiù sull’analisi delle singole sostanze e non sul mix.

Secondo i ricercatori, però, l’esposizione contemporanea a più d’una di queste sostanze chimiche non è solo frequente ma rappresenta soprattutto un fattore di rischio serio sul quale, però, è possibile intervenire con una legislazione adeguata.

“Pensiamo che uno dei potenziali della nostra ricerca sia dunque di inaugurare una nuova tossicologia a sostegno della politica ambientale europea hanno concluso Nicolò Caporale e Cristina Cheroni, tra i primi autori dello studio.

Fonte | "From cohorts to molecules: Adverse impacts of endocrine disrupting mixtures" pubblicata il 18 febbraio 2022 sulla rivista Science

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.