Bonelli (SI-Verdi) a Ohga: “Stime false sui giacimenti di gas, serve un tetto al prezzo e parlare di rinnovabili in modo serio”

L’alleanza tra Angelo Bonelli e Fratoianni continua la propria campagna elettorale promuovendo l’uso delle fonti rinnovabili e la proposta di tassare integralmente gli extraprofitti delle aziende, per intervenire sulle difficoltà dei cittadini. Con Angelo Bonelli, leader dei Verdi, abbiamo discusso delle proposte del programma “Nuove Energie”.
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Rubrica a cura di Francesco Castagna
29 Agosto 2022
Intervista a Angelo Bonelli Leader di Europa Verde, in corsa con l'alleanza Sinistra Italiana-Verdi

A tre giorni dall'inizio della campagna elettorale i partiti hanno strutturato le loro politiche sul clima e ogni agenda prevede interventi e strategie diverse. Il clima sembra essere entrato nel dibattito politico, anche se in maniera molto timida.

L'appello della comunità scientifica sembra non aver ottenuto ancora l'effetto desiderato, ma a dar forza agli scienziati italiani si inserisce anche il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, che ha espresso un commento a favore dell'iniziativa sul clima: "La comunità scientifica è stata essenziale nel delineare l'enorme portata degli impatti climatici che stanno già colpendo duramente tutti i Paesi e che sicuramente peggioreranno senza azioni climatiche molto più coraggiose".

Nel frattempo, in questi giorni, il movimento dei Fridays for Future ha proposto ai partiti un'agenda climatica, per chiedere alla politica e a tutte le istituzioni di ascoltare la ricerca in campo scientifico. Nell'agenda sono presenti cinque punti fondamentali, accompagnati da un'ipotetica copertura finanziaria tramite una tabella costi e coperture riassuntiva. Trasporti, energia, lavoro, povertà energetica e acqua sono i punti da cui bisognerebbe partire e sui quali i Fridays insistono maggiormente per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

Questo è il secondo numero di "Che Ambiente votiamo?", la maratona green di Ohga per le elezioni del prossimo 25 settembre. In vista di una campagna elettorale molto breve ma intensa, il nostro obiettivo sarà quello di accompagnarti fino a quando metterai la tua X sul simbolo di un partito o di una coalizione.

Manca meno di un mese alle elezioni del 25 settembre 2022, ma i partiti politici saranno in grado di ascoltare le richieste della società civile ? Ci sarà margine di discussione sulle politiche ambientali proposte?

Tra le forze politiche che portano avanti le istanze ambientaliste si fa spazio l'alleanza SI-Verdi di Fratoianni e Bonelli, abbiamo sentito il leader dei Verdi Angelo Bonelli per commentare le proposte del programma "Nuove Energie".

Bonelli, il prezzo del gas è schizzato a 315 €/MWh, nel vostro programma si legge chiaramente la vostra contrarietà all'energia nucleare e la vostra posizione a favore delle rinnovabili. Come pensate di intervenire in materia?

Bisogna innanzitutto dare una risposta che è scientifica e che esula dal posizionamento politico. Si sta facendo passare, attraverso una disinformazione che ricorda un po' la disinformatia, l'idea che l'Italia abbia una grande quantità di fonti fossili che noi non utilizziamo, o addirittura la narrazione che le fonti fossili "ce le ruba la Croazia". 

Esistono delle tabelle del ministero che analizzano in maniera precisa quante sono le disponibilità di giacimenti di gas in Italia tra terra e mare, attraverso un'analisi geognostica.

Sulla base di questi dati ufficiali, su cui poi si basano tutte le compagnie petrolifere, l'Italia ha un totale tra riserve certe e probabili (le "certe" sono quelle che possono essere estratte, mentre le "probabili" sono quelle che hanno un alto costo che rende non conveniente l'estrazione n.d.r.) intorno agli 88 miliardi di metri cubi di gas tra terra e mare.

Questi giacimenti in Italia equivalgono circa a un anno di fabbisogno, intorno ai 77 miliardi di metri cubi. Non è che noi abbiamo i giacimenti della Siberia (disponibilità di gas per 120 anni circa), quelli italiani sono un millesimo.

Questo è un passaggio estremamente importante, perché non si può fare nessuna strategia energetica se non ci si basa sui dati. Se non lo facciamo, infatti, mandiamo al massacro il nostro Paese.

Il secondo punto è che dovremmo sapere che la tabella dell'ARERA indica chiaramente che dal mese di gennaio al mese di giugno 2022 l'Italia ha prima importato gas, e poi ha esportato all'estero una quantità pari a 2 miliardi di metri cubi di gas.

Questo è ciò che accade nei primi sei mesi del 2022, perché ci sono attività di trading sul gas in cui piazzisti lo acquistano e lo rivendono all'estero guadagnandoci.

L'Italia ha bisogno di un piano urgente di installazione delle rinnovabili, noi abbiamo quasi 200 GW tra eolico e fotovoltaico le cui autorizzazioni sono bloccate. Se li sblocchiamo nei prossimi mesi e realizziamo contemporaneamente nei prossimi tre anni 60 GW di energia rinnovabile tra eolico e fotovoltaico noi in tre anni sostituiamo 15 miliardi di metri cubi di gas.

E come si equilibrano le politiche di sviluppo delle rinnovabili con un minore utilizzo del suolo?

Noi abbiamo tante superfici industriali, tra tetti e attività commerciali, da utilizzare. Ci sono i corridoi delle autostrade che sono migliaia e migliaia di kilometri che possono essere utilizzati; ci sono terreni in Sicilia che sono sottoposti a un processo drammatico di desertificazione a causa della siccità che con l'agrivoltaico avrebbero un beneficio per il recupero di quei suoli. Il fotovoltaico oggi non va visto come un qualcosa che consuma il suolo, ma come qualcosa che può aiutare anche alla rinascita dei suoli.

Poi c'è l'eolico ed è molto debole la critica che riguarda l'impatto paesaggistico, allora cosa vogliamo dire delle ciminiere di carbone? Noi dobbiamo garantire energia e questa energia può essere garantita. La Germania che è la più grande industria manifatturiera d'Europa ha previsto che entro il 2030 l'80% del fabbisogno elettrico sarà soddisfatto dalle energie rinnovabili.

Non stiamo parlando di qualcosa di folkloristico, ma di estremamente serio. Tutto quello che sta accadendo oggi ha un unico responsabile e si chiama gas, prima noi usciamo dalle fonti fossili e prima noi rilanciamo l'economia e riportiamo benessere sociale. Per raggiungere questo obiettivo l'unica strada sono le rinnovabili, perché se oggi il gas sta sui 315 MWh le rinnovabili stanno sui 50 MWh.

Mi può chiarire la vostra posizione sui rigassificatori?

Sul tema dei rigassificatori vogliamo fare chiarezza. Su quello di Piombino abbiamo un'obiezione perché è un piccolo centro collocato all'interno di una città.

Calenda mi ha invitato a informarmi sul rigassificatore di Barcellona perché è dentro a un porto, io posso tranquillamente affermare che si trova dentro un'area industriale, fuori dal centro abitato e a circa quattro chilometri dalla città di Barcellona. Tra l'altro la città è coperta da un promontorio che, in caso di incidente rilevante, è messa in sicurezza a differenza di Piombino. Il rigassificatore è un impianto molto delicato, devono saperlo gli italiani, tant'è che l'Unione Europea lo classifica ad alto rischio di incidente rilevante.

Noi non siamo contro i rigassificatori, purché siano temporanei. Dobbiamo sapere se il governo intende proseguire la strategia sulle rinnovabili come il ministro Cingolani ha indicato. In Italia ci sono tre rigassificatori, allo stato attuale marciano al 55% della capacità, potrebbero arrivare a una capacità di rigassificazione di 16 miliardi di metri cubi e attualmente stanno sui 10 miliardi di metri cubi. Non si capisce la ragione perché non venga aumentata la capacità tra Rovigo, Panigaglia e Livorno.

Per Piombino ci sono delle valutazioni di impatto ambientale che loro salteranno sicuramente, in questo modo non daranno delle garanzie alla popolazione e alle attività commerciali della città.

Accordi sul gas, cosa ne pensate? 

Il punto è che quando si parla di gas noi non abbiamo capito come riusciamo a uscire da questa crisi energetica che ci fa dipendere non solo dal gas russo, ma dal gas in generale.

Il vero problema che abbiamo di fronte, che è il reperimento di altro gas che non sia quello russo, è il costo del gas. Questo è il grande problema, la cui responsabilità in maniera disonesta viene imputata a noi, perché c'è chi dice che non abbiamo voluto i rigassificatori.

Ecco, quello che non viene detto agli italiani è che il gas liquido che arriverà con i rigassificatori costerà tra il 30% e il 40% in più rispetto a quello che già oggi paghiamo.

Noi stiamo andando verso il massacro sociale, perché quando abbiamo bollette che sono sestuplicate rispetto a quelle che abbiamo visto l'inverno scorso, e l'ARERA ci avverte che a ottobre le bollette raddoppieranno, vuol dire che si verificherà una situazione in cui le famiglie non potranno utilizzare i servizi essenziali per la loro vita.

Cosa pensate di fare con gli extraprofitti delle società?

Nel primo semestre del 2022 Eni ha conseguito un utile del +670%, nell'ultimo trimestre del 2021 sempre la stessa azienda aveva conseguito un utile del +3.870% (numeri a bilancio n.d.r.). In totale Eni ha fatto extraprofitti solo in nove mesi pari a 9 miliardi di euro. Gli extraprofitti in Italia delle società energetiche che acquistano, distribuiscono e vendono gas sono pari, da settembre 2021 a Giugno 2022, a 50 miliardi di euro.

Che cosa è accaduto? Da una parte abbiamo un aumento drammatico della povertà sociale, migliaia e migliaia di piccole e medie imprese che chiudono perché non riescono a sostenere la bolletta elettrica, mentre dall'altra hai chi guadagna così tanto.

La nostra proposta è quindi di tassare integralmente gli extraprofitti delle aziende che devono essere restituiti alle famiglie e alle imprese, a differenza del governo Draghi che aveva previsto una tassazione del 25%. Non stiamo parlando di espropriare gli utili, quelli rimangono, attenzione.

Il ministro Giorgetti e il ministro Cingolani la norma sulla tassazione del 25% sugli extraprofitti l'hanno scritta male, a tal punto che gli extraprofitti che devono essere versati entro il 30 giugno 2022 come recitava la norma, ne sono stati versati solo 1 miliardo dei 10 previsti. C'è stata un'evasione.

Su questo punto ieri noi SI-Verdi abbiamo presentato un esposto alla Procura di Roma per chiedere di aprire un'indagine per evasione fiscale.

Se un pubblico cittadino non paga le tasse va incontro a una contestazione dell'Agenzia delle Entrate e magari anche la Guardia di Finanza, non si capisce la ragione per la quale, di fronte alla speculazione sul gas che è stata fatta in questo Paese dalle società energetiche che hanno prodotto povertà, non ci sia questa consapevolezza di dare un contributo alla tenuta sociale ed economica italiana.

Poi va immediatamente, a differenza di quello che sostiene la Destra, introdotto un tetto al prezzo del gas. Non possiamo pensare che a ottobre ci sia il raddoppio ulteriore delle bollette elettriche.

In Spagna e in Portogallo lo hanno fatto e nella giornata di oggi, mentre il PUN (Prezzo unico dell'energia) in Italia ha raggiunto i 614 MWh, in Francia a 630 MWh, in Spagna e in Portogallo è pari a 161, quattro volte di meno. Perché non si fa anche da noi? C'è un pezzo di destra che salvaguardia le lobby petrolifere di questo Paese, ma il governo Draghi deve occuparsene immediatamente.

La terza proposta è la fascia di esenzione e di utilizzo gratuito dell'energia elettrica per le fasce sociali più deboli fino a 1.800 KWh all'anno, questo vale anche per le imprese.

Che ne pensate delle sanzioni alla Russia?

Siamo per tenerle assolutamente, perché c'è una questione che attiene la democrazia e la difesa dei diritti umani. Quando molta stampa non se ne accorgeva noi avevamo sui passaporti il timbro "refused", perché eravamo andati a Mosca a protestare in difesa dei giornalisti e nella memoria dei giornalisti che erano stati  assassinati dal regime russo e anche in difesa dei diritti lgbt+ che venivano volutamente repressi.

Io penso che la questione della democrazia debba venire sempre prima di ogni cosa.

Per fare questo dobbiamo però organizzarci dal punto di vista energetico, credo che se c'è una grande volontà questa situazione drammatica che stiamo vivendo possiamo trasformarla in una grande opportunità per il futuro delle nuove generazioni.

Lei parla di banche per il clima nel programma, mi può spiegare cosa intendete fare?

Certo. La stragrande maggioranza delle banche dove ci sono i nostri risparmi investono in attività che non sono assolutamente compatibili con il clima. Per esempio in progetti di trivellazioni, per esempio la Cassa Depositi e Prestiti era impegnata nel progetto di ricerca del petrolio al polo nord, non più tardi del mese di febbraio 2022 con un investimento di 300 milioni di euro insieme alla Russia e altri soggetti.

Stiamo parlando della Cassa Depositi e Prestiti che gestisce i risparmi degli italiani attraverso le Poste. Quindi noi proponiamo delle banche che direzionino il risparmio e gli investimenti pubblici verso gli investimenti legati all'innovazione tecnologica, contrasto al cambiamento climatico e alla creazione di occupazione giovanile. Si tratta di una scommessa strategica per il nostro futuro.

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