Come si stanno muovendo i comuni per la transizione ecologica? Oltre alle elezioni politiche, i comuni giocano un ruolo importante nel nostro Paese dal punto di vista ambientale ed energetico. Agli amministratori spetta la scelta di come efficientare le abitazioni, decarbonizzare la città e migliorare l'economia circolare per la gestione dei rifiuti. Tutto nel segno della sostenibilità e nella produzione di energia pulita.
Questa è "Che Ambiente votiamo?", la maratona green di Ohga per le elezioni del prossimo 25 settembre. In vista di una campagna elettorale molto breve ma intensa, il nostro obiettivo sarà quello di accompagnarti fino a quando metterai la tua X sul simbolo di un partito o di una coalizione.
Per coinvolgere il più possibile ogni parte della società, noi di Ohga abbiamo scelto di intervistare gli amministratori di alcuni comuni italiani, selezionati per diventare le prime città a impatto zero entro il 2030. Ne abbiamo parlato con Marco Bucci, sindaco della città metropolitana di Genova.
Nella città di Genova avete intenzione di costruire un dissalatore, perché e come lo utilizzerete?
Il concetto è molto semplice: noi abbiamo tanta acqua che esce dai nostri depuratori, questa risorsa, se la mischiamo a pari quantità d'acqua di mare otteniamo il doppio del volume con metà del contenuto salino.
Se per questa risorsa utilizzassimo un dissalatore otterremmo dell'acqua potabile a costo molto inferiore, inoltre ne avremmo in quantità molto maggiori di quelle di cui abbiamo bisogno. Certo, l'impianto richiede energia, ma il costo dell'acqua è inferiore a quello di oggi. È un beneficio dal punto di vista economico.
Nel frattempo, avete un piano invasi da implementare?
No, per quanto ci riguarda gli invasi sono sufficienti. Produciamo energia idroelettrica da questi sistemi, e bastano per gestire le richieste per la città metropolitana di Genova. Siamo in una situazione vantaggiosa, perché abbiamo le montagne dietro al mare, e vorremo sfruttare il fatto di avere il mare come risorsa, perché questo ci consente di disporre sempre di acqua.
È stato firmato un protocollo d'intesa per la tratta ferroviaria Genova-Campasso: il "Progetto di riqualificazione e rigenerazione urbana per Genova". Sono previsti 89 milioni gli investimenti per rendere sostenibile l'opera. Ci può spiegare che tipo di interventi farete?
Il progetto della linea ferroviaria è molto vasto, sono stati stanziati 7 miliardi per il Terzo Valico, che passa anche da Campasso. Gli 89 milioni sono una prima tranche del progetto di riqualificazione dell'area attorno alla ferrovia.
Riqualificheremo le case, gli edifici, le piazze e la parte urbana che circonda la ferrovia. Questi fondi servono chiaramente per limitare i disagi, per ritoccare le famiglie che sono troppo vicine all'infrastruttura e riqualificare completamente l'area. La ferrovia è importante, tutti se ne rendono conto, ma è fondamentale anche tutelare la qualità della vita.
Immagino che avrà tenuto degli incontri con le comunità locali, come sono andati i colloqui?
Assolutamente sì, ci sono quattro comitati importanti, c'è grande ascolto. Con questi gruppi ci interfacciamo ogni 15 giorni, devo dire che stiamo lavorando molto bene.
Un altro protocollo che avete firmato di recente è quello per la realizzazione del "The Transition Institute", di cosa si occuperà questa realtà?
È un istituto che coinvolge soggetti universitari e l'amministrazione. Il Transition Institute riguarda tutte le persone che dopo la laurea vogliono imparare, con sistemi di apprendimento moderni, nozioni legate all'ecosostenibilità. Con un percorso del genere avranno le basi per far sì che le nostre città siano sempre più pure, ovvero non contaminate. L'ecosostenibilità diventa sicuramente un pilastro importante, ma c'entra anche la parte sociale, la parte energetica e tutte le sfide che sono sul tavolo per il nostro futuro.
Come si muoverà la città di Genova per quanto riguarda la realizzazione di comunità energetiche?
Favoriamo la creazione di comunità energetiche e aiutiamo tutti i cittadini che vogliano inserirsi in un contesto di produzione e autoconsumo.
Sulle rinnovabili, abbiamo due limiti importanti: il primo riguarda l'aspetto culturale degli edifici, ovvero la Sovrintendenza, perché non possiamo fare modifiche importanti all'esterno di tutti gli edifici.
Lo stesso vale all'interno per quanto riguarda i cappotti energetici. Ci sono tanti palazzi del ‘400 e del ‘500 che non possono essere toccati, e a Genova ne abbiamo tantissimi. Per quanto riguarda l'eolico, noi siamo un posto di villeggiatura, turistico, dove la paesaggistica ha una grande importanza.
Le pale eoliche sono un problema in tal senso, quindi dobbiamo cercare di fare energia rinnovabile in altri modi. Stiamo sviluppando alcuni sistemi, che sono delle pale eoliche a spirale, lavorano sul bordo strada e utilizzano l'aria spostata dalle automobili. Stiamo procedendo verso quella direzione, ma con idee non convenzionali, anche in questo caso l'istituto Transition ci aiuta.
Genova attualmente ha una metropolitana leggera, sono in progetto delle estensioni oppure questa linea è sufficiente?
Assolutamente sì, stiamo triplicando la linea. Abbiamo ricevuto finanziamenti dal governo per triplicare la lunghezza della linea della metropolitana. La maggior parte della linea sarà in superficie.
Noi abbiamo in mente di collegare le valli con la costa, tutte quante con una sola metropolitana senza una soluzione di continuità, cioè senza dover fare il trasbordo. Per farlo, utilizzeremo i binari delle vecchie ferrovie, che non saranno più utilizzate fino a quando non sarà completato il nodo di Genova, ovvero nel 2024.
Quali sono gli obiettivi del Comune di Genova per riforestare? Come vi state muovendo?
Abbiamo un grande progetto di riforestazione con 5mila alberi nel Parco della Foce, che sarà a fianco al nuovo waterfront di Levante. Bisogna sottolineare che Genova ha il 73% di superficie di alberi. Il comune di Genova comprende anche tutte le alture che sono dietro, c'è molta superficie e con quest'area noi arriviamo a una percentuale del genere, un record su tutte le città italiane.
Facendo i calcoli di anidride carbonica che noi produciamo, si arriva circa a un milione e 800mila tonnellate di CO2, fra trasporti, riscaldamenti e attività portuali. Con tutto il verde che abbiamo ne sottraiamo dall'aria circa tre milioni, siamo già in negativo da un punto di vista della qualità dell'aria e dell'inquinamento. Questo comunque non ci fermerà dal proseguire con il rimpianto degli alberi.
L'anno scorso Ohga ha parlato della vostra iniziativa di rendere gratuiti i mezzi per 4 mesi, che effetto ha avuto questa decisione?
L'iniziativa è continuata ed è diventata stabile, anzi stiamo pensando di estenderla ancora di più. Il trasporto pubblico, essendo tale, viene pagato con le tasse dei cittadini. Il grande vantaggio è che questa visione sul trasporto pubblico locale consente di non avere più la preoccupazione del biglietto.
La mobilità e il trasporto diventano un servizio invece che un prodotto. Per fare un esempio, quando si apre un rubinetto dell'acqua in casa non si paga prima, lo stesso quando si accende la luce. Sono servizi e le città devono garantirli, perché nei prossimi anni sempre più persone sceglieranno di trasferirsi nelle metropoli. Dobbiamo cominciare a vederla in quest'ottica.