Come si stanno muovendo i comuni per la transizione ecologica? Oltre alle elezioni politiche, i comuni giocano un ruolo importante nel nostro Paese dal punto di vista ambientale ed energetico. Agli amministratori sta la scelta di come efficientare le abitazioni, decarbonizzare la città e migliorare l'economia circolare per la gestione dei rifiuti. Tutto nel segno della sostenibilità e nella produzione di energia pulita.
Questa è "Che Ambiente votiamo?", la maratona green di Ohga per le elezioni del prossimo 25 settembre. In vista di una campagna elettorale molto breve ma intensa, il nostro obiettivo sarà quello di accompagnarti fino a quando metterai la tua X sul simbolo di un partito o di una coalizione.
Per coinvolgere il più possibile ogni parte della società, noi di Ohga abbiamo scelto di intervistare gli amministratori di alcuni comuni italiani, selezionati per diventare le prime città a impatto zero entro il 2030. Ne abbiamo parlato con Elena Eva Maria Grandi, membro della direzione nazionale di Europa Verde e Assessora all’Ambiente e al Verde della città metropolitana di Milano.
Milano quest'anno ospiterà il forum dell'Ambiente, come si svolgerà e quali progetti saranno presentati in questa occasione?
Il Forum dell'Ambiente, che si svolgerà dal 29 al 7 di ottobre, all'interno ci sarà anche la Green Week, che sarà nel weekend del 30 settembre/1-2 ottobre e comprenderà una serie di iniziative in collaborazione con le varie aree del mio assessorato sulla transizione ecologica della città. Si svolgeranno convegni internazionali con i sindaci e gli assessori di altre città, momenti di confronto con vari stakeholder dal mondo dell'impresa a quello della tecnologia, della ricerca e dell'università sui temi della transizione energetica.
Gli eventi sono molti, si terranno convegni sul verde, inteso come strumento di salute e di coesione sociale, fino alle energie rinnovabili e la necessità di sviluppare progetti di resilienza in termine energetico. Il mio assessorato comprende anche la tutela degli animali, per cui si affronterà anche il tema della tutela della convinvenza nella città con gli animali domestici e selvatici.
Per quanto riguarda la gestione dei fondi del PNRR, abbiamo degli obiettivi da attuare per portare avanti un vero processo di decarbonizzazione della città di Milano. Che misure avete in mente in tal senso? Ampliare il parco mezzi, ridurre gli abbonamenti o ampliare l'area C?
Ci sono una serie di azioni da mettere in campo. Sulla mobilità sostenibile, oltre a lavorare sia sull'area B che per l'area C, dobbiamo procedere con l'implementazione del parco mezzi. Il comune di Milano entro il 2030 dovrebbe aver elettrificato tutti i suoi mezzi. Questo processo è già in atto e siamo molto avanti rispetto ad altre città.
Dovremo poi implementare le zone 30 e le aree a traffico limitato, tutto ciò è previsto nel PAC per le aree sensibili (scuole e ospedali) e contiamo di arrivare alla loro realizzazione entro il 2030.
A Febbraio avete approvato il Piano Aria e Clima, quali sono i risultati oggi?
All'interno del PAC ci sono cinque grandi capitoli, che riguardano i temi della transizione ecologica. Stiamo lavorando sulla "clean construction", anche per migliorare l'impatto sulle aree di cantiere e sulle modalità di costruzione. Sono previsti interventi sull'incremento di aree verdi, fonte di benessere e di salute e sulla depavimentazione dei suoli.
Questi sono tutti punti previsti dal piano, poi c'è una parte che riguarda la partecipazione e il coinvolgimento della cittadinanza per azioni virtuose e acquisizioni progressive di consapevolezza su quanto ciascuno può fare, perché la transizione ecologica di una città come Milano avviene grazie anche alla risposta della cittadinanza e all'interazione continua tra pubblico, privato e associazionismo. Ciascuna di queste figure svolge la sua parte.
Quali sono gli interventi che avete intenzione di attuare sul verde urbano?
Tra i finanziamenti del PNRR c'è un progetto per intervenire sul nuove Parco della Lambretta, che è il parco che sarà adiacente alla futura Magnifica Fabbrica della Scala, in zona Rubattino.
Stiamo lavorando molto proficuamente con il Politecnico di Milano e altri stakeholder sul recupero dell'area della Goccia della Bovisa, che in parte sarà interessata da un piano di urbanizzazione: la quota di area di proprietà del Politecnico sarà riqualificata.
Per tutta la restante parte, destinata a diventare un parco, presenteremo un progetto di recupero di un'area molto inquinata. Una zona che si è naturalmente rimboschita e che potrebbe rappresentare uno dei primi progetti di bonifica, anche attraverso la fitodepurazione.
Sul verde poi ci sono altri progetti, essendo reduci da un anno di siccità grave, il più severo dal 1976 a oggi, ovviamente ci stiamo muovendo anche per la manutenzione del verde e, dovendo fare i conti con migliaia di alberi morti in più rispetto alle medie annuali, stiamo pensando a una modalità di scelta delle specie e a un'irrigazione che non sarà semplice, ma che potrà essere di grande stimolo per la nostra città.
Tanto più riusciremo a utilizzare la risorsa della nostra acqua di falda e dei corsi di prima falda da utilizzare per irrigare le aree verdi.
Alcuni hanno criticato la strategia del Comune per quanto riguarda l'iniziativa ForestaMI, avete rivisto questo progetto e come siete intervenuti?
Io penso che piantare nuovi alberi sia assolutamente necessario, altrettanto lo è il far sì che queste piante non muoiano. Ciò detto, siamo di fronte a un anno eccezionale. Io penso che se noi riusciamo a fare in modo di piantare alberi dove è più facile l'irrigazione, essere più puntuali sull'attenzione della cura degli alberi che vengono messi a dimora.
Bisogna fare una pianificazione sulla tipologia di specie che chiedono più o meno acqua, il progetto ForestaMI resta comunque un'iniziativa da portare avanti e anzi da incrementare.
Milano è anche la città dell'architetto del verde: Stefano Boeri. Quali sono i progetti in cantiere per il comune?
A San Cristoforo c'è un nuovo progetto di Boeri, che è un complesso residenziale con annesso un nuovo parco. Per il resto, ad esempio, anche tutti gli scali ferroviari diventeranno in parte nuovi parchi. A Milano ce ne sono sette e saranno interessati a progetti di rigenerazione urbana.
Il punto è capire quanto saremo in grado di incidere sulla scelta degli operatori per fare in modo che questi luoghi siano connessi con la città, ma soprattutto che siano ricchi di aree verdi e di parchi fruibili per le persone.
Cortina 2026, tra le varie critiche c'è chi, tra le associazioni ambientaliste, ha affermato che questo evento non si svolgerà con le adeguate autorizzazioni d'impatto ambientale. Come risponde?
Abbiamo deliberato con la giunta su una serie di paletti sugli eventi sostenibili di cui Milano dovrà farsi promotore.
Quando deliberiamo su questi eventi teniamo conto di una serie di modalità che siano a impatto zero: no uso della plastica monouso, no a impianti generatori di corrente a gasolio, no ai materiali che creano rifiuti non riciclabili.
Tutto ciò che attiene all'inquinamento acustico viene valutato caso per caso e dovrà essere tenuto sempre di più in considerazione non solo in virtù di questo grande evento, ma per tutti quelli che si tengono a Milano.
Sul caso specifico delle Olimpiadi di Cortina 2026 c'è un comitato dedicato alla sostenibilità delle prossime Olimpiadi, che sta lavorando su tutti gli eventi, non solo quelli che si terranno in città.
Che il tema sia da prendere con grande attenzione, perché sarà necessaria la massima attenzione alla tutela dei territori, è un fatto. Questo però prescinde dalla sostenibilità di un evento, per cui si deve partire da misure volte non impattare con piccole e grandi azioni.
Le comunità energetiche saranno il futuro della produzione di energia pulita, quale prospettive per questo modello in una metropoli come Milano?
Milano ha una grande opportunità che è la disponibilità di acqua. Questa risorsa come fonte di energia e di calore (oltre agli scopi irrigui) è fondamentale e nel futuro dovrà essere sempre più sviluppata. Noi abbiamo già un progetto di comunità energetica, che interessa un quartiere di Chiaravalle.
La difficoltà a implementare questi progetti però dipende anche dal fatto che, ad oggi, mancano ancora i decreti attuativi.
Noi abbiamo da poco firmato un protocollo di intesa con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile.
Le 9 città che hanno vinto un bando europeo Orizon della mission 100 città per le Net-Zero Cities hanno siglato un protocollo con il Ministro Giovannini, proprio per riuscire a mettere nero su bianco una serie di esigenze che le città hanno per attuare la transizione ambientale.
Abbiamo aperto un'interlocuzione su una serie di interazioni che il Ministero e il Governo potrebbero mettere in atto per facilitare la transizione ecologica delle città e l'obiettivo Net-Zero Cities.
Deve essere portata avanti una forte azione di semplificazione burocratica, ad esempio rispetto agli interventi sul fotovoltaico, e a tutto quello che attiene al sostegno alla mobilità sostenibile e al trasporto pubblico locale.
Come avete intenzione di intervenire per migliorare il trasporto pubblico locale?
Spero innanzitutto che in futuro si parli di trasporto pubblico locale su ferro e non su gomma.
È un tema che non riguarda solo la città di Milano, ma anche la regione Lombardia, e in genere il Paese.
Purtroppo noi abbiamo segnalato la carenza di assegnazione di fondi PNRR, sui temi dell'incremento e dello sviluppo della mobilità locale su ferro.
Dobbiamo creare le condizioni che consentano ai city user di poter arrivare in città senza usare la propria automobile. Oggi, una volta arrivati dentro la città, il trasporto è molto efficiente, ma il problema è arrivarci. L'offerta interna ormai, tra bike sharing, motorini, macchine elettriche e car-sharing, è alta ed efficiente.