Tra i movimenti che da anni protestano per il clima, quello degli Extinction Rebellion è di sicuro uno dei più particolari, per le proteste scenografiche che spesso mette in atto. Nati dal basso come movimento non violento in Inghilterra, il movimento XR chiede che i governi dichiarino l’emergenza climatica e ecologica, che si anticipi l'obiettivo Net zero al 2025 e che si costituiscano delle assemblee di cittadini, per condividere le proposte e le soluzioni da prendere per contrastare i cambiamenti climatici.
Questa è "Che Ambiente votiamo?", la maratona green di Ohga per le elezioni del prossimo 25 settembre. In vista di una campagna elettorale molto breve ma intensa, il nostro obiettivo sarà quello di accompagnarti fino a quando metterai la tua X sul simbolo di un partito o di una coalizione.
"Non è possibile ormai risolvere la crisi ecologica e climatica, ma dobbiamo cercare di capire come convivere e cosa poter fare. Chiediamo a gran voce che il governo istituisca e sia guidato dalle scelte di un'assemblea di cittadini e cittadine", ci spiega Gianluca del gruppo degli XR di Venezia. "Il sistema politico attuale ha fallito e non riuscirà a far fronte alla situazione". "Molti ci vedono come un movimento che si occupa di crisi climatica ed ecologica, ma non c'è solo questo nelle nostre azioni, XR mira a rivedere la struttura di un sistema, che si è rovinato con le sue stesse mani e quindi deve risanarsi", spiega Anna, gruppo XR Venezia.
Per approfondire le richieste del movimento XR ne abbiamo parlato con il gruppo Extinction Rebellion Italia.
In merito al PNRR, come pensate che andrebbero gestiti i fondi per una giusta transizione ecologica?
I fondi del PNRR andrebbero sottoposti ad un'Assemblea dei Cittadini nazionale che ne riorienti le priorità dal punto di vista della transizione ecologica reale, non di quella dettata dal "Businnes as Usual". Il PNRR infatti si sta rivelando un'altra occasione sprecata per invertire la tendenza autodistruttiva del nostro modello di produzione e consumo. Il PNRR italiano purtroppo è stato elaborato in tutta segretezza, senza alcuna consultazione popolare, senza apporto da parte della società, e si limita a rilanciare la spesa pubblica per progetti superati e dannosi per clima e ambiente, offrendo solo provvedimenti green di facciata e iniziative che non propongono un reale cambiamento di paradigma.
Al contrario, proprio perché si tratta di scelte che graveranno sulla vita di tutti, non si possono ignorare i movimenti e le coscienze che chiedono di scegliere a partire da presupposti nuovi, dall’attenzione alla qualità della nostra vita, che dipende prima di tutto dalla salute: nostra, della natura, dell'ambiente e delle relazioni.
Secondo il Green Recovery Tracker il PNRR dell’Italia raggiunge una quota di spesa verde del 16%, al di sotto del benchmark del 37% dell’UE. Il 26% delle risorse allocate all’Italia, circa 49,5 miliardi di euro, potrebbe avere un impatto positivo o negativo sulla transizione verde a seconda dell’attuazione delle misure pertinenti. Oltre metà delle risorse allocate non avrà nessun impatto sulla transizione ecologica.
Per fare alcuni esempi, nel PNRR non si parla di protezione di biodiversità, di carbon sink naturali e aree protette; si investe invece in tecnologie controverse come l’idrogeno blu, altamente rischioso perché ottenuto da fonti fossili mediante la cattura e lo stoccaggio di CO2; si favoriscono i combustibili fossili, anche con le trivellazioni in Adriatico e in terraferma; si favoriscono gli allevamenti industriali intensivi, anche promuovendoli con il pericoloso “biometano”; non si offre aiuto all’agricoltura biologica, ma si punta sulla “agricoltura di precisione” ad alta componente tecnologica e di capitale; si prevede la costruzione di nuovi inceneritori; e infine si punta sul grande miraggio della digitalizzazione, di cui non vengono minimamente affrontati i pesanti costi in termini energetici e di risorse naturali.
Un capitolo importante del PNRR è dedicato poi al finanziamento di 57 grandi opere infrastrutturali, molte delle quali legate all’alta velocità ferroviaria. Per alcune di esse, come la linea Torino-Lione o la nuova linea Verona-Brennero, i dati dimostrano ormai la loro assoluta inutilità e insostenibilità sul piano climatico e ambientale.
Potreste farci una vostra riflessione sull'importanza in questo momento di una giustizia climatica?
L'Essere Umano ha un serio problema di potenziale estinzione come specie. Questo problema è stato generato da un sistema tossico, in cui a beneficiare dell'estrattivismo è solo l'1% della popolazione mondiale, depredando risorse naturali e umane, mentre tutti gli altri ne subiscono le conseguenze. Noi ci ribelliamo all'estinzione e abbiamo tre richieste: che venga detta la verità sulla situazione, che venga dichiarata a livello generale l'emergenza climatica e ecologica e che vengano rapidamente istituite Assemblee di Cittadini con potere decisionale per definire le soluzioni.
Pensiamo che oggi più che mai vadano intrapresi percorsi coraggiosi, che possano mitigare i duri effetti della crisi climatica sulla società, effetti di cui la comunità scientifica ci avverte da anni, che da anni colpiscono i cosiddetti MAPA (Most Affected People) nel Sud Globale e che questa estate abbiamo iniziato a percepire più drammaticamente anche in Italia. Crollo di ghiacciai, siccità, eventi estremi, alluvioni, invasioni di parassiti sono minacce attuali. Il tessuto agricolo italiano è messo a dura prova; si rischia anche che venga a mancare l'acqua per gli usi civici e per la sicurezza idrica della popolazione. Si è già iniziato a razionare l’uso domestico in alcune zone e si rischiano anche in Italia delle guerre per l’acqua.
Ormai non c’è dubbio che siamo vicini a raggiungere alcuni tipping points climatici che potrebbero far precipitare il clima (e di conseguenza la nostra società) in scenari non prevedibili, non lineari. Come XR ci chiediamo: è possibile scatenare dei tipping points, dei punti di svolta, all'interno delle società, che sblocchino un'azione climatica ed ecologica positiva e rapida, non lineare? Noi crediamo che per avere un vero punto di svolta, bisognerebbe aderire in massa a movimenti climatici e compiere atti di disobbedienza civile nonviolenta. La disobbedienza civile è una forma di protesta che viene tradizionalmente usata per sfidare leggi o situazioni ingiuste; la disobbedienza civile è per noi il modo efficace per attirare l’attenzione del pubblico e contribuire a puntare i riflettori sulla più grande sfida che l’umanità si sia mai trovata ad affrontare. Non basta cambiare i comportamenti individuali per arrestare il collasso climatico, se non ci sono contemporaneamente politiche pubbliche che vadano in tal senso.
Per noi la nonviolenza nelle azioni è un tema fondante e non derogabile: secondo una ricerca sui conflitti nel mondo tra “attori non statali” e statali tra il 1900 e il 2006, è emerso che il 53% delle campagne non violente ha avuto successo rispetto al 26% delle campagne che hanno utilizzato la violenza. Per di più, nel caso delle campagne violente, il 95% era sceso in dittatura o dominio totalitario entro cinque anni. Altri movimenti possono discutere di questi dati e noi non giudichiamo coloro che lottano contro la violenza che subiscono, tuttavia vogliamo essere quanto più inclusivi ed efficaci e per questo motivo scegliamo di essere inderogabilmente nonviolenti.
Qual è la richiesta principale che vorreste fare al prossimo governo italiano?
Quelle che facciamo a qualunque governo e che sono le tre richieste di XR che abbiamo citato prima:
– Avete chiesto che il governo costituisca e sia guidato dalle decisioni di un'assemblea di cittadini/e sulle misure da attuare. Come ve la immaginate?
Chiediamo di istituire una Assemblea di Cittadine\i che sia deliberativa rispetto alle migliori soluzioni da adottare per affrontare il collasso eco-climatico. Una Assemblea guidata dall’aiuto di esperti/e della comunità scientifica e da esperti/e in facilitazione e che affianchi il sistema politico esistente. Abbiamo bisogno di una democrazia più partecipativa, perché dobbiamo affrontare tutte e tutti, con consapevolezza, la più grande sfida nella storia dell’umanità. Le assemblee dei cittadini Le Assemblee dei cittadini sono una nuova Istituzione democratica da affiancare a Parlamento, Governo e giunte locali per dare più voce ai cittadini e più forza alla democrazia.Consistono nell’affidare a un campione di cittadini sorteggiati in base a specifici criteri, affiancati da esperti, l’analisi e l’indirizzo su questioni di interesse generale a cui la democrazia elettorale non riesce a dare soluzioni adeguate.
Noi supportiamo una proposta di Legge di iniziativa popolare (adesso anche di iniziativa parlamentare) in cui sono descritte dettagliatamente le Assemblee dei Cittadini così come da noi pensate. Si tratta di pratiche in cui gruppi di cittadini sono chiamati ad affrontare uno specifico argomento, ad approfondirlo, a confrontarsi su questo, a dibattere e a deliberare, producendo documentazioni finali che contengano loro idee, proposte, raccomandazioni, indicazioni. Questi cittadini sono scelti con un campionamento casuale e stratificato.
Ovvero, sono selezionati con un’estrazione casuale dalle liste anagrafiche che mira a ricreare all’interno del gruppo dei cittadini gli equilibri e le dinamiche che sono presenti nella società in termini di genere, età, istruzione, residenza ecc. Si tengono prima incontri con esperti della materia oggetto dell’Assemblea, chiamati a presentare, in misura paritaria, un numero quanto più vasto possibile di posizioni, istanze e orientamenti sul medesimo tema, offrendo un quadro completo, bilanciato e diversificato. Seguono poi gli incontri con i gruppi di interesse, comitati e associazioni della società civile, che presentano le loro posizioni ai cittadini dell’Assemblea. Chiudono la fase di “ascolto e confronto” gli incontri aperti al pubblico, in cui i membri dell’Assemblea hanno modo appunto di ascoltare loro concittadini e confrontarsi con questi.
Di cosa dovrebbero discutere cittadini e istituzioni? Avrebbe poteri decisionali sulle scelte del Paese?
Noi chiediamo che la prima “Assemblea dei Cittadini” istituita sia sul tema del contrasto ai cambiamenti climatici, come richiesto in vari Paesi da movimenti ecologisti internazionali. In generale dovrebbero occuparsi di questioni di interesse generale, incagliate tra conflitti di interessi e freni ideologici di ogni partito, mature in quanto a opinione pubblica, scientifica ed etica, che la politica non è stata in grado di risolvere.
Al termine del processo delle Assemblee si avrebbero le deliberazioni finali, le votazioni sulle varie proposte emerse in Assemblea e la presentazione di queste alle istituzioni con un report finale. La proposta di legge prevede che, entro novanta giorni dalla pubblicazione ufficiale del report dell’Assemblea, il Parlamento, o il Governo, in caso di iniziativa governativa dell’Assemblea, dichiari pubblicamente, motivando adeguatamente le ragioni di tale scelta, se intende: a) accettare le proposte dell’Assemblea nella sua interezza b) rigettare le proposte dell’Assemblea c) procedere alla modifica delle proposte dell’Assemblea.
Quali saranno le prossime azioni che farete, cosa avete in programma per il 25 settembre?
Intanto il 23 settembre aderiamo e parteciperemo in varie modalità e in varie città di Italia allo Sciopero Globale per il Clima dei Fridays for Future; le azioni dei nostri gruppi locali, sempre più numerosi, sono costanti; è prevista una serie di Rebellion of One dal giorno dopo delle elezioni, allo scopo di chiedere agli eletti di accelerare l'iter per l'Istituzione di Assemblee dei Cittadini in Italia.
Cosa vi sentireste di dire a un elettore che si recherà alle urne per votare?
Chi vota per prima cosa deve guardare i programmi e scegliere con coscienza, considerando quanto questi anni siano cruciali per un cambio di rotta che eviti di arrivare a dei punti di non ritorno climatici ed ecologici. Proprio perché le scelte che dovrà fare il nuovo governo graveranno sulla vita di tutti, è necessario votare con consapevolezza, con in mente delle priorità nuove. C'è bisogno di cambiare rotta, c'è bisogno di una profonda revisione del nostro modo di vivere e di rapportarci con gli altri, gli altri esseri viventi e con l’ambiente.