Magi (Presidente +Europa) a Ohga: “La nostra posizione non è pro-nucleare a prescindere, il tema va discusso con analisi costi-benefici”

Cosa ne pensa il partito di Emma Bonino, +Europa, delle questioni ambientali? Quali politiche ha intenzione di attuare per contrastare i cambiamenti climatici, per incrementare la biodiversità e decarbonizzare i trasporti? Lo abbiamo chiesto a Riccardo Magi, Presidente di +Europa.
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Rubrica a cura di Francesco Castagna
21 Settembre 2022

"Cara Italia, il 25 resta libera di scegliere”, con questo slogan +Europa, il partito che ha come leader e come fondatrice Emma Bonino, correrà per le elezioni politiche del 25 settembre.

In una campagna elettorale in cui è stato rimesso al centro del dibattito, ora più che mai, il tema dell'aborto, Emma Bonino non poteva che intervenire.

"Non credo che la Meloni o la destra vorrà ufficialmente mettere in discussione la legge 194, ma sceglieranno una via più subdola", ha detto a margine dell'evento Aborto, organizzato dal suo partito.

Già promotori di un referendum sulla richiesta di messa a gara dei servizi di trasporto pubblico di Roma, gli esponenti di +Europa sono da sempre a favore di una centralizzazione delle competenze, quando si parla di ambiente ed energia, due temi per loro strettamente collegati.

Dopo l'ultimo disastro ambientale avvenuto nelle Marche, dovuto ai continui effetti dei cambiamenti climatici, i partiti sono stati chiamati a rispondere a un nuovo appello da parte del comitato "La scienza al voto", che ha chiesto loro di formare un comitato scientifico, che però non dovrà essere scelto dai politici ma dalla comunità scientifica stessa.

Tra i parlamentari che si sono mostrati favorevoli alla realizzazione di un organo del genere c'è anche Riccardo Magi, Presidente di +Europa, lo abbiamo contattato per approfondire le proposte sull'ambiente del suo partito.

Magi, quali sono gli strumenti comuni per lo stoccaggio del gas che intendete costruire? Siete per i rigassificatori, quanti ne volete costruire?

Una delle nostre proposte è la riduzione dei tempi di autorizzazione per le infrastrutture energetiche di interesse nazionale, inclusi gli impianti di rigassificazione necessari per diversificare le fonti di approvvigionamento del gas e superare la concentrazione delle forniture frutto delle scelte passate, partendo ovviamente da quelli di Piombino e Ravenna.

Cosa ne pensate degli attuali accordi sul gas firmati dal governo Draghi? Li ritenete necessari o pensate di aumentare la produzione nazionale di gas?

Noi crediamo necessario proseguire nel solco di quanto già fatto dal presidente Draghi al fine di accelerare la completa sostituzione del gas russo con quello proveniente da altri Paesi, considerando la necessità dell’utilizzo di questa risorsa energetica in tutta la fase di transizione, secondo la tassonomia europea.

Nel vostro programma proponete di rafforzare la ricerca e la cooperazione scientifica italiana per lo sviluppo di reattori a fusione nucleare, SMR e mini reattori modulari. Al momento la vostra posizione è pro-nucleare, ma quanti anni ci vorranno per realizzare le centrali in Italia? Quante ne vorreste realizzare e quanto costano? Chi pagherà queste spese?

La nostra posizione non è pro-nucleare a prescindere; siamo appunto favorevoli a rafforzare la ricerca, che va condotta in collaborazione con i Paesi più avanzati su queste tecnologie.

Bisogna uscire da una logica di contrapposizione tra sostenitori e oppositori a prescindere; riteniamo che il tema debba essere discusso sulla base di accurate analisi costi-benefici, che potranno cambiare nei prossimi anni proprio in virtù degli avanzamenti tecnologici su cui la ricerca sta attualmente lavorando. Intanto è essenziale procedere alla realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi, che dovrà avvenire a seguito di un processo decisionale trasparente, così come richiesto dall'Unione Europea.

Cosa intendete per sussidi dannosi all’ambiente? Come intendete applicare una riforma fiscale ed ecologica attraverso la loro graduale eliminazione?

Legambiente da anni stila un report sui sussidi ambientalmente dannosi, che a settembre dell’anno scorso ammontavano a quasi 35 miliardi di euro; su questo tema ho presentato anche degli emendamenti nel corso della legislatura. Purtroppo in questi anni si è fatto poco, e l’attuale crisi energetica rende più difficile che si proceda in questa direzione nei mesi a venire.

Cosa pensate di fare per intervenire sugli sprechi della rete idrica italiana?

È essenziale favorire un sistema di investimenti sia pubblici che privati nelle reti idriche per ridurre drasticamente la dispersione d’acqua, secondo le linee guida del PNRR.

E sulla mobilità? Come intendete perseguire gli obiettivi previsti dall’Unione europea sulla decarbonizzazione dei mezzi?

Per quanto riguarda il trasporto privato, siamo per lo sviluppo della mobilità elettrica, funzionale anche allo sviluppo della filiera dei veicoli elettrici. È inoltre essenziale garantire che il trasporto di massa sia efficiente, sia a livello cittadino che regionale; anche per questo siamo stati i promotori del referendum su Atac a Roma.

Abbiamo inoltre delle proposte molto precise al fine di giungere finalmente alla liberalizzazione del mercato ferroviario regionale, interregionale e del trasporto su gomma regionale.

In questi giorni si sta parlando molto della proposta di tassare gli extraprofitti delle aziende, che ne pensate?

Il problema della norma, che già è stata fatta, è che finora non ha dato i risultati attesi in termini di risorse attese; bisogna intervenire sul meccanismo affinché diventi efficace. Altrettanto importante al fine di frenare i rincari è disaccoppiare il prezzo dell’energia elettrica dal costo del gas.

Qual è la vostra strategia sulle rinnovabili? Quanto volete investire in questo settore e dove vorreste realizzarle?

Prima di tutto è necessario ridurre drasticamente i passaggi burocratici che frenano lo sviluppo delle fonti rinnovabili, efficientando e innovando le procedure autorizzative e unificandole con le procedure di valutazione ambientale. Servono inoltre provvedimenti strutturali di lungo periodo che supportino le imprese in investimenti per autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e per l’efficientamento energetico.

Un meccanismo fiscale automatico di iperammortamento dei costi degli investimenti va in questa direzione. Non si capisce infatti come mai l’Italia abbia imponenti incentivi per l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare e non uno per l’efficientamento energetico del proprio tessuto produttivo.

Avete una strategia per quanto riguarda la riforestazione del nostro Paese?

L'Italia ha oltre 11 milioni di ettari di boschi che per l'80% non sono gestiti. In Italia come in tutta Europa la superficie forestale è in aumento dal dopoguerra. In 40 anni si è visto un incremento della superficie di circa il 40% a spese di terre agricole marginali e pascoli abbandonati. La priorità è gestire questo immenso patrimonio naturale. Una gestione attiva del bosco può favorire la fissazione dell'anidride carbonica nelle biomasse legnose e nel suolo, riducendo la concentrazione in atmosfera e rallentando gli effetti negativi dei cambiamenti climatici nonché mitigando gli effetti di eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti.

I boschi rappresentano anche fonte di energia rinnovabile che può essere ottenuta con gestioni ecosistenibili. Oggi la gestione è carente innanzitutto per la incredibile parcellizzazione delle proprietà che rende antieconomico ogni intervento. La legislazione dovrebbe favorire l'associazionismo e la consociazione o consorzio tra proprietari per gestioni condivise e i comuni montani sono un insostituibile motore per queste iniziative.

Se in aree rurali e montane è prioritario gestire i boschi, il valore principale che vedo nella riforestazione è quello di creare veri e propri boschi urbani con specie autoctone e adatte all'ambiente dove sono immesse, per mitigare le ondate di calore, ridurre l'inquinamento, preservare e incrementare la biodiversità, fissare carbonio e per divenire vere e proprie palestre didattico-ambientali per chi vive la città. Anche su questo ultimo aspetto i fondi del PNRR ci sono con l'obiettivo di piantare oltre 6 milioni di alberi in area urbana e periurbana delle città metropolitane.

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Il mio interesse per il giornalismo nasce dalla voglia di approfondire tutto ciò che oggi giorno accade sempre più velocemente. Unisco altro…