
Sono più di 20mila le persone che in Italia hanno bisogno della cannabis terapeutica. La maggior parte di loro non riesce a trovarla in commercio. I 500 chili di prodotto immessi sul mercato nel 2018 non sono stati sufficienti: le farmacie hanno finito le scorte e devono scegliere a chi destinare le poche dosi rimaste. Su Ohga, ti avevamo già parlato di questa terapia e raccontato le storie di chi non la trova più in commercio. Il problema principale, nel nostro Paese, è che se ne coltiva troppo poca e si preferisce importarla dall'Olanda, a suon di milioni di euro.
Capirai quindi che la notizia che arriva dal comune di Milano è una svolta. Presto potresti vedere campi di cannabis terapeutica al Parco Nord o negli orti delle cascine. La proposta del consigliere comunale di Forza Italia, Alessandro De Chirico, è partita all'inizio di ottobre, ma già dopo poco più di un mese ha dato il via a un tavolo di lavoro, al quale collaboreranno politica e mondo della ricerca e della sanità.
Lo scopo è importante, per i malati e per tutti noi. Intuirai facilmente, infatti, che chi non riesce a ottenere questa terapia attraverso i canali ufficiali, potrebbe anche essere talmente disperato da rivolgersi al mercato illegale. Essere in grado di coltivarne di più in Italia, significa quindi risparmi per il nostro sistema sanitario e contrasto alla criminalità organizzata. Ma soprattutto, una maggiore possibilità di accesso alle cure per i malati.
Non che nel nostro Paese non si coltivi, ma è lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze ad avere il monopolio. E le ragioni sono principalmente due: una legge del 1990 prevede che serva un'autorizzazione del ministero della Sanità per instaurare le serre e, in circa 28 anni, ne è arrivata solamente una. Il secondo motivo è legato alle norme che regolano la gestione delle piante: nessun agente esterno deve entrare in contatto con la materia prima, né insetti o parassiti, né sostanze chimiche e nemmeno altri tipi di coltivazioni. Devono rimanere tassativamente incontaminate.
Il risultato è che, di quei 500 chili di cui ti parlavo prima, l'Italia non ne ha prodotto nemmeno la metà. Per questo, il comune di Milano spera di poter presto avviare i lavori. Gli spazi ci sarebbero già, come ti dicevo: Parco Nord in primis e poi gli orti delle cascine, vere e proprie case di campagna che con il tempo la città ha inglobato senza distruggerle.
In questo modo, sostiene il promotore dell'iniziativa, non solo si darebbe una risposta concreta ai malati, ma si creerebbero anche nuovi posti di lavoro e si troverebbe una soluzione proprio al problema del mantenimento delle cascine milanesi. Alla commissione, quindi, non resta che formulare una proposta che convinca il Governo.