Celiachia: individuata una nanoparticella che ferma la malattia

La sperimentazione è stata condotta da un gruppo di ricercatori della Northwestern Medicine su alcuni pazienti a cui è stato iniettato un nanodispositivo contenente glutine: per due settimane hanno mangiato alimenti con glutine senza risentirne. Questa nuova tecnologia potrebbe trovare applicazione anche in altre malattie autoimmuni e allergie.
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Federico Turrisi 14 Novembre 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Pane, pasta, pizza, ma anche cracker, biscotti e altri prodotti da forno. Hai idea a quali alimenti deve rinunciare, o meglio deve trovare delle alternative prive di glutine, un celiaco? Tra le malattie autoimmuni la celiachia è una delle più conosciute. l'organismo riconosce come nemico la principale componente proteica del grano, il glutine appunto, e produce una reazione autoimmune che danneggia le pareti intestinali. Al momento l'unico modo per contenere i sintomi di questa patologia è evitare di mangiare cibi che contengono glutine.

Una nuova ricerca statunitense però apre nuove prospettive per la cura della celiachia. Gli esperti della Northwestern Medicine di Chicago hanno infatti notato che una nanoparticella biodegradabile contenente glutine, iniettata nell'organismo delle persone celiache, è stata in grado di fermare la malattia e consentire l'assunzione di glutine. I risultati della sperimentazione clinica di fase 2 sono stati pubblicati durante un incontro organizzato nell'ambito della European Gastroenterology Week di Barcellona lo scorso ottobre.

La sperimentazione per ora ha dato esiti positivi: i pazienti hanno consumato glutine per 14 giorni senza avere reazioni avverse. In pratica, attraverso l'introduzione di una sorta di "cavallo di troia", il sistema immunitario del paziente ha imparato a riconoscere il glutine come sostanza innocua, evitando reazioni autoimmuni. Il trattamento ha dunque eliminato ogni reazione infiammatoria a carico delle pareti intestinali a cui i celiaci vanno inesorabilmente incontro quando ingeriscono glutine.

Il nanodispositivo verrà adesso sottoposto all'esame della Fda (Food and Drug Administration), l'authority statunitense che ha il compito di autorizzare o negare la messa in commercio di nuove molecole. Le buone notizie potrebbero riguardare non solo i celiaci. La nanoparticella, fanno sapere i ricercatori, verrà testata anche per altre malattie autoimmuni e allergie alimentari, come quella alle arachidi.

Fonte | Northwestern University

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