Prendere un pezzo di argilla, toccarlo, entrare in contatto con la materia, modellarlo seguendo il proprio istinto e il proprio gusto fino a farlo diventare qualcosa di unico, concentrarsi su ciò che si sta facendo e portare sempre, sempre a termine ciò che si è iniziato. La ceramica terapia è un’attività adatta a chiunque abbia voglia di provare qualcosa di nuovo esplorando se stesso e le proprie sensazioni in un intenso esercizio di concentrazione, quella stessa concentrazione che la società di oggi ci ha disabituati a dedicare alle cose che facciamo.
Lo sa bene Manuela Lupino, che dalla ceramica ha scelto di ricominciare la propria vita, aprendo un laboratorio per aiutare le altre persone a ritrovare nella lavorazione della materia il benessere che questa attività ha regalato a lei. È proprio lei che, dal laboratorio che ha chiamato proprio Ceramica terapia, mi ha raccontato, per la rubrica Il bene in ogni cosa, l’incredibile e inaspettato effetto che questa disciplina ha avuto sulla sua esistenza e sul suo spirito.
Ho deciso di aprire questo laboratorio dopo aver frequentato la scuola di arti ornamentali dell’argilla. Durante quel corso, infatti, ho veramente iniziato a credere in me stessa, al di là dei vasi e degli oggetti realizzati. Prima di allora mi ero sempre dedicata ad attività manuali, avevo fatto tanti lavori con feltro e cartapesta, ma niente mi aveva mai fatto sentire bene come la lavorazione dell’argilla. È proprio un discorso di rapporto con la materia che sto toccando. Dopo la fine del corso, mi sono resa conto che ciò che avevo appreso durante le lezioni al di là delle tecniche di lavorazione, era proprio un benessere, uno stare bene. Perché modellare l’argilla è un po’ come giocare con la sabbia da bambino. Riesci a costruire qualcosa, senti di potercela fare. Tutto questo mi ha fatto recuperare l’autostima che avevo perduto. Allora ho pensato di mettermi davvero in gioco e ho aperto il mio laboratorio e impostarlo da un punto di vista terapeutico per cercare di trasmettere il benessere che avevo provato io.
La ceramica terapia consiste nel ritrovare benessere attraverso la modellazione dell’argilla e di nessun altro materiale, non la plastilina, non il dash, solo argilla, ceramica, creta. Attraverso questa attività, questa lavorazione manuale, questo contatto con la terra, si mette in pratica un vero e proprio ritorno a se stessi.
Io li chiamo incontri, ma sono effettivamente delle lezioni, perché frequentandoli ciascuno impara qualcosa. Solitamente cerco di formare gruppi piccoli, di massimo 6 persone, così da riuscire a mantenere l’intimità che si crea sia con l’oggetto che si sta realizzando, sia con gli altri, perché mentre stai modellando la creta è naturale che ti venga anche da chiacchierare, parlare di te stesso, raccontare qualcosa che ti è capitato, bello o brutto che sia. Con tutti quelli che vengono per la prima volta facciamo un lavoro con una palla d’argilla, utilizzando la tecnica del pizzicotto. Il mio consiglio è sempre di modellarla come viene, come ti suggerisce la mano, fidandoti del tuo intuito perché, essendo il primo approccio con la materia, possono venire fuori delle sorprese. Ad esempio, magari qualcuno ha in mente di fare una tazza e invece poi viene fuori un vaso. L’importante è ascoltare se stessi, lasciarsi andare, senza farsi prendere dallo sconforto e nascondendosi dietro la corazza del “non sono capace”, cosa che capita soprattutto agli adulti. Io cerco in ogni modo di abbattere questa corazza, questo bisogno di essere sempre bravi, sempre competenti, di riuscire subito. L’argilla è un materiale lento, è alla portata di tutti ma va capita, compresa. Infatti, i miei incontri sono liberi, è possibile frequentarli in ogni momento dell’anno senza seguire un percorso prestabilito, ci sono persone che vengono regolarmente e altre che partecipano solo a qualche incontro. Solitamente si comincia un pezzo e lo si conclude, quindi la realizzazione e la lavorazione possono durare anche più di un incontro, dipende da ciò che ciascuno decide di realizzare. Perché l’argilla ha dei tempi, i suoi tempi, come il tempo per la modellazione, per l’essiccazione, per l’ornamento…
La cosa importante, la cosa che mi interessa, è che chi viene possa fare qualcosa che lo faccia stare meglio. Non mi importa come usa la tecnica, non metto voti, l’importante è che tu esca da qua soddisfatto del tuo lavoro. È un percorso molto soggettivo, tu sei responsabile del tuo pezzo, dipende tutto solo da te. L’importante è che il pezzo venga portato a termine. Puoi procedere con quello che hai lasciato la volta precedente oppure iniziarne uno nuovo, ma devi finire ciò che hai iniziato. Puoi disfarlo, distruggerlo e ricominciare da capo, ma non puoi abbandonare ciò che stai costruendo. La cosa bella, infatti, è proprio che con la ceramica puoi ricominciare sempre, un po’ come nella vita.
Non esiste una categoria specifica, la ceramica terapia è adatta a chiunque abbia voglia di star bene. Certo, può fare molto bene a chi soffre di ansia, ha problemi di autostima, che ha subito forti sconvolgimenti come la perdita di un famigliare, una malattia o anche chi è affetto da autismo. Nel mio caso, ad esempio, io mi ci sono avvicinata perché ero in un periodo di fragilità, era appena morto mio padre e stavo perdendo il lavoro. Credo che la ceramica terapia sia adatta a tutte le persone che vogliono stare meglio con se stesse e con gli altri, che desiderano scoprire maggiormente loro stesse, che vogliano riappropriarsi di parti di sé che con il tempo sono sfuggite, che sono state messe da parte. È un po’ come riprovare a mettersi in gioco. Non è detto che funzioni per tutti, ma è una buona occasione di analisi.
La ceramica terapia fa bene innanzitutto perché richiede molta attenzione, e ciò implica che quando sei molto focalizzato su ciò che stai facendo i pensieri negativi svaniscono. Inoltre, la trovo piuttosto indicata per chiunque abbia problemi di concentrazione, dal momento che richiede un’immersione totale nell’attività che si sta svolgendo. Quando lavoro l’argilla, sto bene perché riesco a liberarmi del mondo esterno, delle cose che magari mi opprimono, che sento pesanti. Poi fa bene all’autostima. Perché riuscire a creare da un semplice pezzo di terra, realizzare, costruire, ti consente di acquistare molta fiducia in te stesso. Con me, ad esempio, ha funzionato a tal punto da indurmi ad aprire questo laboratorio. Infine, proprio come tante altre discipline che coinvolgono l’arte terapia, anche l’argilla è in grado di aiutarti a esprimere ciò che attraverso altre forme di linguaggio più “canoniche” non riesci a tirare fuori.