Chamois, un green village dove le automobili non possono circolare e le case ammiccano alla bioedilizia

Chamois è un piccolo comune della Valle d’Aosta dove le automobili hanno il divieto di circolare. Un vero e proprio Green Village dall’atmosfera unica (quella che abbiamo sognato tutti guardando Heidi in televisione!). Ma c’è di più. Chamois è sempre più ecosostenibile anche dal punto di vista della progettazione e della ristrutturazione delle sue abitazioni.
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Rubrica a cura di Gaia Cortese
6 Febbraio 2019

È l’unico comune italiano che si raggiunge solo con una funivia. Partenza valle dalla frazione di Buisson, cinque minuti di percorso, sospesi nell’aria sorvolando la Valtournenche, per ritrovarsi, all’arrivo, davanti a un piccolo borgo di case in legno e pietra, tutte collegate tra loro da sentieri e stradine. Al primo impatto Chamois, può sembrare una delle tante località alpine della Valle d’Aosta, ma c’è di più. Qui sembra che il tempo si sia fermato. Qui non sentirai un’auto, una moto, uno scooter perché Chamois, località alpina ai piedi del Cervino a 1.815 metri di altitudine. è l’unico comune italiano senza automobili, una decisione presa in seguito al referendum del 1955.

Altro che green city. Chamois è un green village con tutte le carte in regola. La scelta di non far circolare automobili in questo borgo ha trasformato questa località in una sorta di paradiso, dove regna il silenzio interrotto ogni tanto dalle campane della chiesa, ma dove soprattutto non esiste il traffico, non esistono strade asfaltate e la qualità dell'aria è ottima. Un paesaggio di montagna incontaminato e residenti (poco meno di un centinaio) e diversi turisti che si muovono a piedi, in bicicletta o in sella a un cavallo. Il rumore di sottofondo è il fragore del torrente, i muggiti delle mucche al pascolo, e in lontananza, il rumore della funivia.

Sostenibilità prima di tutto

Chamois fa parte del circuito Perla delle Alpi – Alpine Pearls, il network delle località alpine unite dai principi della sostenibilità e della mobilità dolce. Le 25 località disseminate in sei nazioni dell’arco alpino (Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria, Slovenia) sono così tutte riunite sotto l’egida di Alpine Pearls, e sono tutte impegnate a promuovere un turismo responsabile e sostenibile. Fortunatamente Chamois è lontana dal diventare la classica meta turistica sovraffollata, nonostante sempre più persone, incuriosite da questo approccio alla vita senza auto, colgano l'occasione per visitare in giornata il piccolo borgo.

“Il piccolo villaggio di Chamois conta meno di cento residenti, tuttavia riesce a offrire al visitatore di giornata o che soggiorna più giorni nell’arco delle quattro stagioni, tutto quello che necessita per un’esperienza unica nel solo Comune italiano senza traffico automobilistico – commenta Laura Lanterna, Assessore al turismo di Chamois -. Una vacanza a Chamois significa vivere in una dimensione nuova e allo stesso tempo è un ritorno alle origini”.

Mobilità dolce

Dal 2012 i Comuni di Chamois e de La Magdeleine si sono associati per diventare un’unica Perla Alpina. Questo sodalizio permette ai turisti di visitare due diverse località differenti, rispettando il principio della mobilità dolce. Chamois e La Magdeleine, infatti, sono collegate tra loro grazie a un sentiero che si snoda nel bosco, percorribile sia a piedi che in bicicletta. Sempre nel 2012 i due Comuni hanno ultimato il progetto di Bike Sharing, che ha visto la realizzazione di due pensiline dotate di pannelli fotovoltaici e di acquistare delle biciclette a pedalata assistita, a disposizione dei turisti che desiderano noleggiarle.

Conoscere i rascard

Chamois rimane fedele alle sue abitazioni alpine tipiche della Valle d'Aosta, i cosiddetti “rascard”, con una base in pietra e il piano superiore costruito in legno. Camminando per le strade del paese, è possibile incontrarne molti, alcuni di questi restaurati, altri rimasti “come una volta”, con stalla e fienile annessi. Ma sarebbe sbagliato pensare che Chamois non guardi al futuro, e nella sua idea di green village, include anche esempi di edifici d’avanguardia con soluzioni energetiche sostenibili.

"La sensibilità nei confronti dell’ambiente a Chamois come nel resto del nostro Paese, è in crescita, anche se rimane un argomento abbastanza delicato, legato alla domanda se ne vale la pena o meno, perché i costi sono leggermente più alti rispetto a un investimento normale – spiega Chiara Cerrutti, Dottoressa in Architettura e residente a Chamois -. Qui a Chamois, per esempio, si trova Casa UD, la casa di paglia di riso, progettata dall'architetto Tiziana Monterisi. Si tratta di una casa prefabbricata, passiva (genera energia e non la disperde, completamente autonoma) realizzata con materiali biologici. Non ha bisogno di un impianto di riscaldamento, perché isolata dal rivestimento in paglia di riso, recuperato dagli scarti della produzione del riso. Se inizialmente il costo di realizzazione è maggiore, poi le spese si riducono, anche perché bisogna considerare che in un comune a 1.800 metri, il riscaldamento a gas costa di più perché l’impianto in sè ha costi maggiori rispetto ad altre città".

"Personalmente mi sto occupando di un antico rascard che risale circa al 1700, acquistato dai miei genitori – continua Chiara Cerrutti -. Lo stiamo restaurando, utilizzando legna, e calce e canapa: sono tutti materiali sostenibili che collaborano bene con la struttura preesistente del rascard; la calce e canapa è un materiale utilizzato molto nella bioedilizia, molto duttile e dalle proprietà antincendio".

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