Che cos’è il power dressing e com’è cambiato nel corso del tempo

Vestirsi per avere successo o vestirsi per sentirsi bene? Il power dressing nasce con l’obiettivo di far sentire le donne più a loro agio in ambienti maschili, oggi però è un nuovo modo per interpretare la moda, più legato all’essere sicuri di sé.
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Valentina Rorato 29 Marzo 2023

Il modo in cui ti veste esprime molto di te. Il linguaggio del corpo non passa solo dai movimenti e da come gesticoli, ma anche da quello che scegli di indossare. E gli esperti di comunicazione, così come chi si occupa di selezione del personale, lo sanno bene. L'abito non fa il monaco, ma aiuta a riconoscerlo. Questo è un vecchio adagio che però ha condizionato per anni gli stereotipi aziendali, e ha buttato le basi per quello che è stato definito il power dressing.

Che cos’è? E’ l’idea che il tuo abbigliamento sia un segnale di personalità e di conseguenza anche di potere. Il power dressing è stato sviluppato negli anni '70 e '80 come mezzo per le donne per stabilire l'autorità in ambienti professionali tradizionalmente dominati dagli uomini in giacca e cravatta, come gli affari e la politica. Non so se ti ricordi il film “Una donna in carriera”, in cui una giovane e svampita Melanie Griffith riesce a sostituire la sua affermata capa, senza aver alcun titolo, semplicemente rivoluzionando il suo guardaroba, con giacche e completi dal taglio maschile, e imparando qualche frase “fatta”, tipica di certi ambienti. Questa pellicola dimostra che la moda non è solo un business fine a se stesso, ma uno strumento sociale.

Come è cambiato il power dressing

Il power dressing è senza dubbio cambiato nel corso degli anni. I vestiti continuano a raccontare molto della personalità di chi li indossa, ma oggi il power dressing non è più semplicemente legato a uno status. I primi a sdoganare l’etichetta d’ufficio sono stati proprio gli uomini: ricordi il dolcevita e i jeans neri di Steve Jobs, i tailleur pastello della Regina Elisabetta o la maglietta e i jeans di Mark Zuckerberg? Le aziende oggi sono molto più elastiche e aperte outfit meno formali. Pensa a JPMorgan Chase che ha consentito un codice di abbigliamento più casual e a Goldman Sachs ha reso opzionale giacca e cravatta nel 2019.

La stilista francese Coco Chanel è accreditata per aver disegnato il primo completo da donna nel 1921 a Parigi: una giacca di lana abbottonata semplice ed elegante, con maniche aderenti e senza colletto, indossata con una gonna di lana. Tuttavia, è stata Margaret Thatcher a incarnare la donna power dresser negli anni '80. Mentre inizialmente, il power dressing femminile era una replica femminizzata degli abiti da uomo – per consentire loro di adattarsi essenzialmente ai luoghi di lavoro dominati dagli uomini – il concetto ha preso una traiettoria diversa con il movimento di liberazione delle donne degli anni '60 e '70. Quando le donne hanno iniziato ad assumere ruoli di leadership come dirigenti, banchieri, politici, avvocati, ha iniziato a prendere forma lo sviluppo di stili femminili distintivi, che hanno avuto un impatto visivo.

Si parla, oggi, di power dressing come filosofia per far sentire più sicure (ma anche più produttive) le persone, soprattutto le donne, che per affermarsi non hanno bisogno di un capo maschile o firmato, ma di qualcosa che le faccia stare bene. Non devono fare affidamento su silhouette rigide o stampe neutre, di tacchi alti e camice succinte, ma di comodità, anzi di comfort.  Inoltre, il power dressing non deve essere limitato agli abiti ispirati all'abbigliamento maschile o confinato all'ufficio. Si può applicare in qualsiasi situazione della vita, perché sinonimo di sicurezza in sé.