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Chi era Christopher Clark, l’eco-guerriero che voleva salvare quel che resta dell’Amazzonia

Il fondatore della riserva naturale di Xixuau è stato uno degli ecologisti più attivi e importanti nel panorama internazionale: lo chiamano eco-guerriero e la sua battaglia – che vive anche dopo la sua morte avvenuta nel 2020 – riguarda la salvaguardia della Foresta dell’Amazzonia. Ora c’è anche un film-documentario.
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Sara Polotti 14 Marzo 2024

Fu lui il fondatore della riserva naturale di Xixuau-Xiparina, un parco di 581mila ettari nell'Amazzonia brasiliana: si chiamava Christopher Clark ed è considerato un guerriero dell'ecologia, un difensore degli ecosistemi e un combattente per la foresta pluviale minacciata dalle azioni dell'essere umano e dai cambiamenti climatici.

La sua vita – che si è spenta nel 2020 – può essere d'ispirazione a tutte le persone che vogliano fare dell'ecologia la propria missione e il suo avamposto di salvaguardia dell'ambiente amazzonico può diventare un esempio di concretezza.

Christopher Clark è considerato "un eco-guerriero": scozzese trapiantato in Sud America, per quasi tutta la sua vita Clark ha lottato per salvare la Foresta Amazzonica.

Dopo aver studiato a Milano, nel 1984 è partito per il Brasile. Arrivato a Manaus con la fidanzata italiana, "abbiamo affittato una piccola barca e sull’acqua ho conosciuto la mia guida, Baixote, indigeno, che ci ha portato nel suo villaggio, ci ha offerto da mangiare, ci ha messo in braccio suo figlio Plinio", ha raccontato in un'intervista. "Un giorno io e Baixote ce ne siamo andati in giro per la foresta, ma ci siamo persi e per quattro giorni abbiamo galleggiato su tronchi d’albero, lungo gli infiniti bracci del fiume, in mezzo a un mondo fatto di mangrovie. Credo che siano stati quei giorni d’acqua, legato a una liana, perso nel nulla, a farmi decidere che quello era il posto dove volevo vivere".

Ciò che rende unico Christopher Clark, e ciò che rende unica la sua lotta, è la creazione nel cuore della foresta di un "Avamposto del progresso", come lui lo chiamava, ovvero un modello di società utopica messo a punto con gli abitanti della zona, per cercare di raggiungere un vero e importante equilibrio tra tecnologia e natura, essere umano e pianeta.

Si chiama Riserva Xixuaù e comprende 200mila ettari di foresta primaria incontaminata. Qui ricercatori, viaggiatori, fotografi e turisti arrivano da tutto il mondo per scoprire in prima persona la bellezza della natura incontaminata, che va difesa con le unghie e con i denti.

La riserva non è però riconosciuta dal governo brasiliano, che dopo 30 anni di sensibilizzazione e impegno di parte di Clark ancora si rifiuta di crearne una.

Tra il 2023 e il 2024 è uscito anche un documentario sulla vita di Christopher Clark. Si intitola "L'avamposto" ed è diretto da Edoardo Morabito.

Il film – girato e montato come un road trip – segue le azioni di Clark e i suoi tentativi di salvare l'Amazzonia, mettendo in luce come di anno in anno la situazione peggiori e prendendo a esempio anche un nuovo grande incendio che minaccia di distruggere l’Avamposto. "Chris", spiegano nel trailer, "decide allora di giocare d’azzardo, opponendo alla spettacolare distruzione della foresta un evento altrettanto spettacolare: un concerto dei Pink Floyd dentro l’inferno verde, così da convincere il governo brasiliano a istituire una riserva".

Mentre il mondo brucia e noi assistiamo al cambiamento climatico come fosse la diretta streaming del grande spettacolo che è l’apocalisse", ha dichiarato il regista Morabito, "Chris si sente investito di una missione: salvare quel che resta dell’Amazzonia. Con ogni mezzo possibile. L'avamposto è certamente un film sulla fine del mondo o quantomeno sulla distruzione del mondo naturale per mano dell’uomo. Ma è soprattutto un film sull'importanza del sogno per tornare ad immaginare possibili futuri… Perché sognare, come direbbe Chris, significa agire in prospettive cosmiche”.