La clamidia è un'infezione sessualmente trasmissibile, provocata da un batterio chiamato appunto Chlamydia trachomatis. I sintomi iniziali possono essere lievi, per questo motivo corri il rischio di non accorgerti del contagio fino a quando la patologia non è progredita. Fai attenzione però, perché sembra quasi fare parte di quelle patologie “da film”, che si sente nominare ma che si fatica a pensare che esista ancora. Eppure lo è così, e purtroppo si rivela ancora mortale. Per questo motivo è importante diagnosticarla subito.
La clamidia è una malattia che si può trasmettere per via sessuale ed è causata dall'infezione di un microrganismo chiamato Clamidia Trachomatis. Colpisce prevalentemente le donne ed è quasi sempre asintomatica. Spesso il suo essere “silenziosa” porta a trascurarne i rischi che possono essere di una certa entità. Questo è il motivo per cui se noti sintomi anche transitori, ma anomali nel tuo organismo, dovresti riferirli subito al medico curante per gli esami di approfondimento.
Non importa quale tipo di rapporto si abbia, il batterio si trasmette prevalentemente attraverso rapporti sessuali non protetti siano vaginali, anali e orali, e anche durante la gravidanza dalla madre al feto.
La causa è la contrazione del batterio tramite rapporti sessuali non protetti con soggetti infetti. Può avvenire all'interno di qualsiasi relazione, eterosessuale oppure omosessuale, e attraverso qualsiasi tipo di rapporto. Per questo motivo è sempre fondamentale utilizzare il preservativo, soprattutto con partner occasionali.
La trasmissione può avvenire inoltre durante il parto: una donna incinta e affetta da clamidia rischia infatti di contagiare il bambino al momento della nascita. Le conseguenze possono limitarsi a una congiuntivite oppure può presentarsi una polmonite neonatale. Come avrai intuito, si tratta di evenienze piuttosto pericolose, perciò è fondamentale farsi seguire da un ginecologo durante tutto il periodo della gestazione e del parto.
I sintomi della Clamidia sono spesso lievi e transitori ecco perché è facile sottostimarli:
Per verificare se sei affetto da clamidia si può ricorrere ad alcuni esami specifici di laboratorio che possono essere eseguiti nella donna prevalentemente su tampone cervico-vaginale o in entrambi i sessi su un campione dall’uretra o di urine. Se poi dovessi risultare positivo sarebbe consigliato che anche il tuo partner si sottoponga allo stesso esame.
La prima cura, trattandosi di una patologia scatenata da un batterio, è di tipo farmacologico con antibiotici mirati somministrati per via orale scelti fra azitromicina, tetraciclina o in alternativa, eritromicina o chinolone. In gravidanza si opta per farmaci diversi come amoxicillina, eritromicina o clindamicina. In caso di mancato trattamento, l’infezione potrebbe evolversi con manifestazioni, a volte asintomatiche, a breve o lungo termine. In particolare nella donna potrebbe causare un'infiammazione pelvica che interessa tube, utero e tessuti circostanti. Alcuni tra i danni per la donna possono essere:
Non solo, nella donna l’infezione da clamidia aumenta di cinque volte il rischio di contrarre l’Hiv (virus responsabile dell’Aids).
Abbiamo sentito sull'argomento il Professor Massimo Origoni, Professore Associato in Ginecologia e Ostetricia dell’Università Vita-Salute San Raffaele e responsabile del Centro Diagnostico Oncologico Ginecologico dell’Ospedale San Raffaele, Milano e gli abbiamo chiesto come è possibile ascoltare il proprio corpo alla ricerca di sintomi cosi difficili da scovare e quali sono i metodi di diagnosi più sicuri.
“Parlando di Clamidia sorge subito il problema dei sintomi, che nella maggior parte dei casi, parliamo di circa l’80%, non si manifestano e quando ci sono, non sono specifici e quindi non indirizzano in modo diretto verso questa infezione. È una delle infezioni sessualmente trasmesse cosiddette silenti e questo rappresenta un grosso problema. È più semplice identificarla se c’è anche una sintomatologia nel partner maschile, perché permette di interpretare la sorgente della contaminazione. Per l’uomo è meno difficoltoso avere una sintomatologia evidente, per fare un esempio l’uretrite, e sospettare quindi l’infezione nella partner femminile, ma purtroppo questo non è sempre possibile. È quindi fondamentale fare una capillare informazione e raccomandare l’uso di metodi di barriera, come il preservativo, soprattutto in caso di partners multipli, proprio perché non c’è una fascia di età specifica ma complessivamente quella che ha una vita sessualmente attiva e, come ripeto, la frequente assenza di sintomi non permette una diagnosi tempestiva. In ogni caso, la diagnosi di infezione da Clamidia si ottiene mediante l’esecuzione di un tampone cervicale specifico che permette una attendibilità del risultato del 100%."
Fonti| Fondazione Veronesi, Humanitas, Ospedale Bambino Gesù