È la notizia che stavamo tutti aspettando: le due superpotenze del nostro tempo (nonché i primi due emettitori di CO2 a livello globale), ossia Stati Uniti e Cina, hanno raggiunto un'intesa per cercare di contenere il riscaldamento globale sotto i 2 gradi Celsius, possibilmente sotto 1,5 gradi, rispetto all'epoca preindustriale. Ad annunciarlo per primo ieri sera è stato in conferenza stampa Xie Xenhua, che guida la delegazione cinese presente alla Cop26.
Sono diversi i punti toccati nella dichiarazione congiunta diffusa dai rappresentanti di Usa e Cina. I due Paesi riconoscono che esiste "un gap significativo" tra gli sforzi attuali per contrastare la crisi climatica e ciò di cui ci sarebbe bisogno per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi. Per quanto riguarda il settore energetico, si sottolinea la necessità di accelerare sulle rinnovabili e viene confermata l’interruzione dei finanziamenti per le centrali a carbone all’estero.
Un altro elemento importante contenuto nel documento è l'impegno assunto da Pechino ad aderire all'accordo, promosso da Stati Uniti e Unione Europea, per ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030. La cooperazione tra i due Paesi viene annunciata anche sul fronte della lotta alla deforestazione e sul fondo da 100 miliardi di dollari all'anno per sostenere la transizione ecologica nei Paesi in via di sviluppo.
Nel 2025, si legge, Cina e Usa presenteranno nuovi piani di riduzione delle emissioni (i famosi Ndc, Nationally Determined Contributions) con obiettivi al 2035. Si impegnano, inoltre, a lavorare insieme sul Paris Rulebook (ovvero l'insieme delle regole dettagliate che rendono operativo l'Accordo di Parigi) e sull'articolo 6 dell'Accordo di Parigi per la creazione di un mercato globale delle emissioni di carbonio. Il prossimo incontro sino-americano in cui si discuterà di cooperazione sul clima è previsto per la prima metà dell'anno prossimo.
Insomma, pare che la collaborazione tra Stati Uniti e Cina stia cominciando a dare i suoi frutti. E pensare che le premesse non erano delle migliori, data l'assenza a Glasgow del presidente cinese Xi Jinping (definita dall'omologo americano Joe Biden "un grosso errore"). Nelle prossime ore staremo a vedere che forma assumerà l'accordo finale di questa Cop26.