Come il MGUS può diventare un mieloma multiplo: la scoperta in uno studio internazionale guidato dall’Italia

Il MGUS è una forma pre-tumorale che nel 5% dei casi evolve in una neoplasia vera e propria. In queste situazioni, la diagnosi precoce è fondamentale perché permette di allungare la sopravvivenza anche di 10 anni. Le scoperte del team di ricerca internazionale potrebbero aprire la strada verso lo sviluppo di test di laboratorio specifici, che al momento non esistono.
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Giulia Dallagiovanna 29 Marzo 2021
* ultima modifica il 28/04/2021

Il mieloma multiplo è un tumore del sangue che viene di norma considerato raro, sebbene ogni anno venga diagnosticato in 39mila nuovi pazienti in tutta Europa. Insomma, non è così frequente come altre tipologie di cancro, ma è comunque bene prestarci molta attenzione. Anche quando si viene colpiti da una forma innocua. Proprio così, stiamo parlando di una patologia pre-tumorale, la gammopatia monoclonale di incerto significato, di norma abbreviata in MGUS. Colpisce ben il 5% delle persone che hanno superato i 70 anni e in una piccola minoranza di casi può evolvere nella forma maligna. Uno studio internazionale coordinato dall'Università di Milano e pubblicato sulla rivista Nature Communications avrebbe individuato alcuni elementi che potrebbero indicare quando la MGUS rischia di diventare un tumore e quando invece resta innocua.

In generale chi sa di essere affetto da MGUS viene sottoposto a controlli periodici, proprio per intercettare subito una possibile evoluzione della patologia. Questo perché contro il mieloma multiplo ancora non esistono cure, ma è comunque possibile aumentare la sopravvivenza anche fino a 7 o 10 anni se si interviene subito con i trattamenti a disposizione. Quello che hanno provato a fare i ricercatori del Policlinico di Milano, guidati dal professor Niccolò Bolli e coadiuvati dal team del professor Francesco Maura dell'Università di Miami e da altri colleghi europei, è stato gettare le basi che permettano lo sviluppo di test in laboratorio mirati. Ad oggi infatti non esistono.

Le analisi si sono concentrate sul Dna delle cellule, al fine di intercettare qualche anomalia. Ne è emerso che, nelle forme di MGUS che restano stabili, vi sono poche alterazioni, Mentre nei casi, rari, in cui vi sia un'evoluzione verso un tumore si notano subito quelle anomalie tipiche delle formazione neoplasiche. Si può quindi capire in anticipo di qualche anno se il paziente è destinato a sviluppare un tumore oppure no.

Le analisi si sono concentrate sul Dna delle cellule e su eventuali anomalie tipiche delle formazioni tumorali

Sono già in corso ulteriori studi per approfondire queste prima osservazioni e per capire come utilizzarle nell'abito della diagnosi precoce, importantissima per ogni tipo di tumore.

Fonte| "Whole-genome sequencing reveals progressive versus stable myeloma precursor conditions as two distinct entities" pubblicato su Nature Communications 25 marzo 2021

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