La celiachia è forse la più frequente intolleranza alimentare a livello mondiale. Solitamente viene rappresentata come un iceberg, di cui emerge in superficie solo una piccola parte: questo perché si calcola che almeno 5 celiaci su 6 rimangano non vengano riconosciuti. Tra i dati più recenti relativi al numero di celiaci diagnosticati in Italia ci sono quelli forniti dalla Relazione al Parlamento del Ministero della Salute edizione 2016: 198.427 pazienti effettivamente diagnosticati nel 2016, anche se bisogna considerare che la prevalenza stimata di questa patologia corrisponde, come specificato poco sopra, all’1% della popolazione italiana. Ecco perché diventa sempre più importante poter diagnosticare con certezza questa patologia, che si manifesta con sintomi che interessano il tratto gastro-enterico quali la diarrea intermittente, crampi all’addome e meteorismo.
I sintomi della celiachia possono regredire con una dieta senza glutine, in caso si tratti solo di una sensibilità a questa proteina vegetale, ma quando si tratta di celiachia vera e propria, bisogna seguire una dieta gluten free per tutta la vita.
Come capire quindi se un semplice mal di pancia può essere un sintomo di un’intolleranza al glutine? Esiste un test rapido che si può fare anche a casa e che consiste nella ricerca degli anticorpi anti-transglutaminasi su una goccia di sangue. Con un pungidito si preleva dal polpastrello una goccia di sangue che deve essere inserita nella provetta. Si aggiunge una piccola dose di diluente (lo si trova nella confezione del test), si agita e si inserisce nella provetta la striscia con il reagente. Il test può dare anche falsi positivi o negativi, per cui è sempre meglio affidarsi a esami di laboratorio.
Su un campione di sangue venoso si ricercano gli anticorpi anti-transglutaminasi di classe IgA, che permettono di identificare fino al 98% delle persone con celiachia. Un altro test valido è la ricerca degli anticorpi antiendomisio, che consente di individuare il 95% delle persone con celiachia. Tutti i pazienti affetti da celiachia, infatti, producono IgA (immunoglobuline) anti-endomisio (l’endomisio è il tessuto connettivo che copre le singole fibre muscolari), tuttavia per diverse ragioni questo esame è più difficile da eseguire e interpretare in modo corretto rispetto a quello dell’anti-transglutaminasi.
Esiste anche un test degli anticorpi gliadina deamidata, altre sostanze presenti nel sangue della persona affetta da celiachia. Solitamente più del 90% delle persone celiache, che non seguono una terapia, presenta un livello superiore al normale di anticorpi anti-gliadina deamidata, che solo in rarissimi casi sono presenti nelle persone sane. Tutti questi esami del sangue non richiedono particolari regole di preparazione, occorre solo presentarsi a digiuno, come nella maggior parte degli esami del sangue.
Per la conferma finale, bisogna fare una biopsia dell’intestino tenue: si inserisce nella bocca un endoscopio, che passa attraverso esofago e stomaco, fino a raggiungere il duodeno, ossia il primo tratto dell’intestino tenue colpito dalla malattia. Qui si prelevano campioni di mucosa intestinale, che viene poi analizzata in laboratorio, per individuare eventuali alterazioni della mucosa tipiche della celiachia.
Fonti| AIC, Celiaci blog